Una bambina di un anno è rimasta intossicata – con ogni probabilità – per colpa di un pezzo del formaggio Saporito della Val di Fassa, prodotto dal caseificio sociale di Predazzo e Moena in Trentino. La storia riportata dal Corriere della sera è avvenuta a Cortina d’Ampezzo, in provincia di Belluno. La minore, come riporta la nota dell’organizzazione sanitaria veneta Ulss 1 Dolomiti, è stata prima ricoverata in Alto Adige a San Candido, poi a Brunico, poi ancora a Bolzano e infine a Padova per l’aggravarsi delle condizioni di salute. Nella giornata di lunedì la bambina è stata dimessa dopo i rapidi miglioramenti.

La scorsa settimana l’ospedale di Bolzano ha segnalato al Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss Dolomiti di Belluno il caso di tossinfezione da ShigaToxin-producing Escherichia Coli (Stec) complicata da sindrome emolitico uremica (Seu) a carico della bimba. “È verosimile che all’origine dell’infezione ci sia una correlazione con il consumo di un formaggio a latte crudo prodotto in un caseificio della valle di Fiemme – informa l’azienda sanitaria – Non appena informata del caso dai colleghi della Regione Veneto, l’Unità operativa di igiene e sanità pubblica veterinaria del Dipartimento di prevenzione ha attivato le procedure di controllo e ha disposto il ritiro di alcuni lotti di formaggio a latte crudo a cui presumibilmente appartiene il prodotto consumato dalla bambina”.

Il Dipartimento di prevenzione ha poi ricordato che i prodotti a base di latte crudo non vanno somministrati ai bambini sotto i 5 anni e alle persone anziane. La sindrome emolitico-uremica è una malattia causata dal batterio Escherichia coli, si trasmette principalmente per via alimentare con il consumo di cibi contaminati. Sintomi iniziali dell’infezione possono essere diarrea, vomito, intenso dolore addominale, sonnolenza, anuria e astenia. La sindrome rappresenta la causa più importante di insufficienza renale acuta nell’età pediatrica, ha ricordal’Ulss 1 Dolomiti.

La vicenda ricorda quella di un bambino di 4 anni in stato vegetativo dal 2017 e un caso simile si era verificato anche nel 2023. “Non è possibile che in Trentino si continui con questi casi —aveva sostenuto Giovanni Battista Maestri, padre di Mattia, che ha contratto la malattia di Seu sette anni fa – Non è accettabile che dai caseifici esca ancora formaggio da latte crudo con Escherichia Coli. O le analisi non hanno senso o qualcuno mente. Si scherza con la salute dei bambini”.
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