Un “euroinciucio” che segna una nuova frattura tra Pd e Movimento 5 stelle. A dichiararlo, poco dopo la diffusione dei risultati sul voto per la Commissione Ursula bis, è stato il leader Giuseppe Conte con un post che sembrava un attacco a Giorgia Meloni ma che, in realtà, segnava la distanza innanzitutto con i dem: “Meloni aveva detto ‘mai con la sinistra a Roma e a Bruxelles’ e invece oggi ha votato con il centrosinistra a favore della Commissione von der Leyen. Ha tradito gli elettori. Il M5s mantiene l’impegno solenne preso alle elezioni: abbiamo votato no a questa Commissione europea. Per chi non vuole capire: questo vuol dire essere progressisti, essere indipendenti”. E poi, sulla stessa lunghezza d’onda, i deputati europei M5s e anche l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino. Che anzi ha rilanciato: “È proprio ai colleghi del Pd che mi rivolgo – ha detto in Aula la vicepresidente M5s – ma vi rendete conto che avete premiato con il vostro voto in Europa una persona che l’Italia l’ha già tradita? Io non dimentico che non è la prima volta” che “tradite l’Italia” con le scelte in Ue.
Solo il weekend scorso, i 5 stelle nella loro Costituente si sono definiti “progressisti indipendenti” e hanno colto l’occasione del voto in Ue per “spiegare” il posizionamento e, soprattutto, per attaccare i dem. “La fiducia votata dall’Europarlamento – è stata la nota di commento dei parlamentari M5s – segna la nascita di un euroinciucio che unisce a Bruxelles ciò che a Roma è diviso, dando vita a una nuova compagine politica: Meloni, Tajani e Schlein si ritrovano dalla stessa parte a sostegno di una Commissione Ue votata alla guerra, al riarmo e all’austerità”.
Le spinte sulla polemica col Pd e sulla difesa dell’identità arrivano in giornate cruciali per il futuro del M5s, alle prese con la ripetizione del voto chiesto da Beppe Grillo, che mira a cancellare l’esito della Costituente. La nuova consultazione si preannuncia come un “redde rationem”: da una parte Conte, che spera di veder confermata la sua linea politica, dall’altra il garante, che ha più volte chiesto “l’estinzione del M5s”. I militanti torneranno a esprimersi sulla cancellazione del ruolo ricoperto da Grillo, ma anche sulle proposte relative alla modifica del simbolo. E’ sempre più evidente – come fanno notare alcuni parlamentari – che la sopravvivenza del ruolo del garante, anche se venisse ridotto a carica onorifica, renderebbe difficile la convivenza ai vertici tra Grillo e Conte. Per scongiurare il mancato raggiungimento del quorum, che di fatto rappresenterebbe una vittoria del garante, sui profili social di parlamentari e iscritti al M5s è cominciata la pioggia di post che invitano al voto online, in programma dal 5 all’8 dicembre. L’hashtag è: #iorivoto. Le truppe pro-Grillo intanto si organizzano: il gruppo che ha contestato Conte alla Costituente ha annunciato di aver formato un’associazione: “Figli delle stelle”.