Saranno acquisiti in Commissione parlamentare antimafia il verbale stenotipico e le riprese video delle minacce dell’imprenditore di Sant’Agnello Salvatore Langellotto al giornalista del Fatto Quotidiano Vincenzo Iurillo, pronunciate durante il processo che lo vede imputato davanti al giudice di Torre Annunziata per stalking ai danni del nostro cronista, finito nel mirino per aver scritto alcuni articoli non graditi. La richiesta di acquisire gli atti e il video, rivolta alla presidente Chiara Colosimo, è stata firmata dal capogruppo M5s in commissione, il senatore Luigi Nave.

L’episodio a cui si riferisce è avvenuto al termine dell’udienza del 29 ottobre, quando il pregiudicato di camorra Langellotto – 4 anni e mezzo per concorso esterno nell’associazione camorristica del clan Esposito – ha chiesto di fare dichiarazioni spontanee al termine del controesame di Iurillo ed è tornato a fare allusioni intimidatorie ai trascorsi imprenditoriali e alle frequentazioni del padre del nostro cronista.

Così come era già accaduto durante la puntata delle Iene del gennaio scorso che si occupò della benedizione religiosa a Sant’Agnello dei camion di Langellotto, a poca distanza dal luogo dove l’imprenditore avrebbe aggredito e mandato all’ospedale il presidente del circolo locale Wwf, Claudio d’Esposito, come ritorsione per alcune vecchie denunce che impedirono una speculazione di 228 box in un ex agrumeto di Sorrento, un progetto che doveva essere realizzato da una delle aziende della famiglia Langellotto. Vicende di cui Iurillo si era occupato in alcuni articoli pubblicati su questo sito, per i quali era stato intervistato da Giulio Golia.

Pochi giorni dopo la puntata su Italia 1, il nostro giornalista sarebbe stato vittima di una sorta di agguato in piazza, dal quale si è salvato rifugiandosi in farmacia. Per questo e per altri precedenti episodi, Langellotto a febbraio era stato arrestato per la seconda volta (il primo arresto, il 26 gennaio, riguardò le lesioni procurate a d’Esposito). Ora è costretto all’obbligo di dimora a Cellole (Caserta): il giudice Maria Camodeca ne ha accolto l’istanza di attenuazione della misura cautelare, consentendogli di concludere un lavoro edile iniziato poco prima degli arresti.

Proprio il giudice è stata la prima durante l’udienza ad accorgersi della portata delle parole di Langellotto, intimandogli ad alta voce di smettere subito “di mandare in quest’aula messaggi a Iurillo, non glielo consento”. Dal video si ascolta anche il legale di Langellotto, l’avvocato Antonio De Martino, prendere le distanze dall’accaduto: “Signor Langellotto, se continua così, abbandono la sua difesa”.

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