Lavoro & Precari

Assemblea permanente dei precari del Cnr: occupata la sede centrale a Roma per chiedere la stabilizzazione

“Da qui non ci muoviamo finché non avremo garanzie per la completa stabilizzazione dei circa quattro mila lavoratori precari del nostro ente”. A lanciare la “sfida” al Governo sono i lavoratori assegnisti e a tempo determinato del Cnr, Consiglio nazionale delle ricerche. Da questa mattina hanno deciso di “occupare” la sede centrale di fronte alla […]

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“Da qui non ci muoviamo finché non avremo garanzie per la completa stabilizzazione dei circa quattro mila lavoratori precari del nostro ente”. A lanciare la “sfida” al Governo sono i lavoratori assegnisti e a tempo determinato del Cnr, Consiglio nazionale delle ricerche. Da questa mattina hanno deciso di “occupare” la sede centrale di fronte alla “Sapienza” di Roma per chiedere l’avvio di un percorso di stabilizzazione possibile – a detta loro – grazie all’articolo 20 del decreto legislativo 75/2017, la cosiddetta “Legge Madia”, prorogata per gli enti pubblici di ricerca fino al 31 dicembre 2026 dall’articolo 6 comma 8-quater del Dl 198/2022.

Oggi sono arrivati in piazzale Aldo Moro circa duecento precari da tutto il Paese per un’assemblea proclamata da Flc Cgil e Uil Scuola Rua che da mesi chiedono con la Cisl (che non ha partecipa alla protesta) di incontrare la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza. “Le nostre richieste fino ad oggi sono cadute nel vuoto. Vogliamo – spiega a ilfattoquotidiano.it Marilena Ripamonti, responsabile Flc al Consiglio – avere numeri certi sui precari che lavorano qui. Sappiamo che ci sono 2700 ‘assegnisti’, circa mille persone che sono state assunte con il Pnrr e tanti altri che vanno avanti dal 2017 con contratti a tempo determinato senza alcuna certezza”.

Secondo la Flc Cgil sarebbero almeno quattro mila ma i numeri precisi li ha solo Carrozza. Nel 2017 lo stesso problema era stato risolto con la “Legge Madia” che aveva avviato una stabilizzazione durata fino al 2022 ma molti sono rimasti esclusi da quel percorso. “Siamo il Paese – sottolinea Ripamonti – che investe meno in Europa nella ricerca. La Francia ha il doppio di ricercatori rispetto a noi. È ora che la politica dia un segnale. Sappiamo bene che i fondi a disposizione del Cnr non sono sufficienti ma proprio per questo pretendiamo che la presidente si faccia carico di questa nostra istanza bussando alla porta del ministero di viale Trastevere”.

Stamattina una delegazione di precari ha incontrato per pochi minuti Maria Chiara Carrozza convincendola a guardare in faccia i suoi dipendenti in assemblea: “La presidente – prosegue la delegata della Flc Cgil – non ne vuol sapere dello strumento della ‘Legge Madia’ e parla di nuovi concorsi. È assurdo. Chi è stato assunto a tempo determinato ha già superato una prova scritta e orale: non ne possiamo più”.

A sposare, in primis, l’occupazione è Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione lavoratori della conoscenza: “È urgente rispondere alle richieste che vengono dai circa quattro mila precari del Cnr, il più grande ente di ricerca italiano. La stabilizzazione dei lavoratori è una rivendicazione centrale dello sciopero che abbiamo indetto lo scorso 31 ottobre e di quello generale del 29 novembre. Senza un reclutamento straordinario e senza un lavoro stabile per tutte e tutti non ci sono ricerca di qualità e crescita per il Paese”.