Quando lo scorso settembre pedagogisti e psicoterapeuti si rivolsero al governo per dire “no allo smartphone prima dei 14 anni e no ai social fino ai 16″, si unirono anche nomi del mondo della cultura e dello spettacolo. Quello che in Italia è stato un appello, in Spagna è stato votato dal cdm del governo […]
Quando lo scorso settembre pedagogisti e psicoterapeuti si rivolsero al governo per dire “no allo smartphone prima dei 14 anni e no ai social fino ai 16″, si unirono anche nomi del mondo della cultura e dello spettacolo. Quello che in Italia è stato un appello, in Spagna è stato votato dal cdm del governo Sanchez e in Australia è invece legge da giovedì 28 novembre e lo Saranno infatti vietati agli under 16 i social, grazie all’adozione da parte del Parlamento di Canberra di un disegno di legge ad hoc, considerato fra i più rigidi al mondo. L’obiettivo è proteggerli da “potenziali danni”. Alcune piattaforme hanno già iniziato a introdurre teen account proprio venire incontro alle crescenti richieste di protezione degli adolescenti.
Il provvedimento, precisano i media internazionali, dovrebbe riguardare i più popolari siti come Facebook, Instagram, X o TikTok, e impone alle stesse piattaforme digitali e non ai genitori l’obbligo di adottare delle “misure” per evitare l’apertura di profili da parte dei minori, prevedendo allo stesso tempo delle multe salatissime, fino a oltre 30 milioni di dollari, per quelle aziende tecnologiche che non la rispetteranno. Dovrebbero essere esentate alcune piattaforme come WhatsApp e YouTube, di cui gli adolescenti potrebbero aver bisogno per fare i compiti. Tuttavia a fornire l’elenco definitivo dei siti vietati sarà comunque il governo, appena la legge sarà pubblicata. Dopo l’ok del Senato con 34 voti a favore e 19 contrari, il disegno di legge deve fare l’ultimo passaggio, scontato, alla Camera dei rappresentanti dove il governo ha la maggioranza.
Il divieto – come riporta l’Ansa – entrerà in vigore non prima di 12 mesi, ma c’è già chi esprime qualche perplessità sul suo funzionamento e l’eventuale impatto sulla privacy. Alcuni ricercatori hanno avvertito che le restrizioni potrebbero essere facilmente aggirate tramite strumenti come una Vpn, che possono mascherare la posizione di un utente. “Rispettiamo le leggi stabilite dal Parlamento australiano ma siamo preoccupati per il processo che ha portato ad un’approvazione così veloce della legge senza considerare adeguatamente le evidenze, ovvero ciò che il settore già ha messo in atto per garantire esperienze adeguate alle diverse età, nonché le opinioni dei più giovani”, ha affermato un portavoce di Meta. Fra i critici anche Elon Musk. Il primo ministro australiano, Anthony Albanese Albanese, presentando la scorsa settimana alla Camera il ddl è stato chiaro: “Siamo di fronte ad un problema globale e noi vogliamo che i giovani vivano essenzialmente la loro infanzia”.