Con un escamotage Forza Italia prova a far rientrare i privati nella gestione dell’acqua pubblica. Il senatore Adriano Paroli ha presentato un emendamento al ddl di conversione del decreto per la tutela ambientale, ora all’esame della Commissione Ambiente del Senato che consentirebbe l’ingresso di capitali privati nelle società alle quali viene affidata in house la gestione dei servizi idrici.

Fino ad oggi per affidare in modo diretto servizi o concessioni a società in house, queste dovevano essere interamente a capitale pubblico. Le società miste che gestivano i servizi idrici avevano partecipato a una gara pubblica. L’effetto della norma, che l’opposizione contesta, è quello di compiere “un ulteriore passo verso la privatizzazione nella gestione della risorsa idrica“.

Enti locali alle prese con problemi di bilancio (il governo si appresta a ridurre ancora i trasferimenti, ndr) potrebbero essere spinti a far entrare i privati nella gestione degli acquedotti per reperire risorse finanziari. Nel 2011 si è svolto un referendum sulle risorse idriche in cui una large maggioranza si espressa a favore del mantenimento del controllo pubblico.

In particolare la consultazione ha escluso la possibilità di fare prevalere esigenze di profitto su altre considerazioni nella gestione delle acque pubbliche e ha previsto l’abrogazione della norma che contemplava l’affidamento della gestione a soggetti privati o a società di diritto pubblico con partecipazione di privati (ciò che ora Forza Italia cerca di far rientrare dalla finestra). La volontà dei cittadini è comunque già stata disconosciuta negli scorsi anni. Il governo Draghi ha, ad esempio, assestato un colpo duro al principio dell’acqua pubblica.

Eppure le esperienze di privatizzazione dei servizi idrici fatte all’estero si sono rivelate disastrose. Particolarmente istruttivi i casi di Stati Uniti e Gran Bretagna con tariffe schizzate alle stelle, scarsi investimenti e grandi profitti per i privati.

“La destra e il Governo Meloni tornano a tradire la volontà popolare espressa chiaramente nel referendum del 2011 sull’acqua pubblica”, afferma in una nota la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia.

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