Il giudice federale ha anche negato al magnate dell'hip hop di essere rilasciato per poter preparare la propria difesa con gli avvocati in presenza
Niente da fare per Puff Daddy. Il giudice ha negato al magnate dell’hip hop la libertà su cauzione, dopo che è stato accusato di traffico sessuale e associazione a delinquere. È la terza volta che i giudici negano al rapper di uscire di prigione in libertà vigilata.
Stavolta la decisione sembra essere stata scontata dal momento che i pubblici ministeri hanno rivelato che l’artista avrebbe “contattato testimoni dal carcere per cercare di influenzare la loro deposizione e utilizzato piattaforme di comunicazione non autorizzate durante il periodo di prigionia”.
A sostegno della richiesta di rilascio, i suoi avvocati avevano invocato un altro imputato in un caso federale di traffico sessuale di alto profilo, quello che coinvolge l’ex Ceo di Abercrombie Mike Jeffries, che è riuscito a uscire di prigione sotto cauzione. “La natura e le circostanze dei reati sono sostanzialmente diverse – hanno replicato i procuratori -. Non ci sono accuse che Jeffries abbia commesso atti violenti non correlati al traffico di persone o che abbia utilizzato armi da fuoco. Combs inoltre è accusato di guidare un’impresa criminale”.
La decisione del giudice federale Arun Subramanian quindi è stata presa: “Per le seguenti ragioni, la mozione è respinta: nessuna condizione o combinazione di condizioni garantirà ragionevolmente la sicurezza della comunità”. La Subramanian ha anche negato a Daddy di essere rilasciato per poter preparare la propria difesa.
La procura di New York sostiene che Puff Daddy avrebbe abusato sessualmente di donne e uomini, costringendoli a partecipare a festini a base di droga con le minacce e la violenza. L’imputato si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse. Il processo è fissato al 5 maggio 2025.
Intanto, strano ma vero, Luminate, la società che studia i dati relativi agli stream, ha sottolineato l’aumento degli ascoltatori del catalogo del rapper che si aggira intorno al 50%. Gli ascoltatori mensili su Spotify sono saliti da 9.6 milioni il 18 settembre, il periodo dell’arresto, a 13.2 milioni, un mese dopo.