Politica

Von der Leyen, Orlando (Pd): “Commissione ambigua e debole, contraddizioni tra i socialisti”. Cuperlo: “Armi? Non è il migliore degli inizi”

“La conduzione complessiva del gruppo dei Socialisti e Democratici e il suo rapporto con la costruzione della Commissione von der Leyen ha determinato una serie di contraddizioni molto gravi che oggi producono una Commissione con un carattere ambiguo e peraltro molto debole. Serve una riflessione su una operazione politica sia dal punto di vista del gruppo socialista, sia dal punto di vista della delegazione, che penso per prima ne abbia la consapevolezza”. A rivendicarlo ai microfoni del Fattoquotidiano.it il deputato Pd Andrea Orlando, a margine della direzione del partito, il giorno dopo il via libera da parte dei dem alla nuova commissione Ue, con la ‘corsa al riarmo’, l’austerità e il rapporto Draghi tra le parole d’ordine e la vicepresidenza esecutiva affidata a Raffaele Fitto (e il voto favorevole degli europarlamentari Fdi, ndr). Mentre socialisti francesi hanno votato contro e la Spd tedesca si è astenuta (con alcuni voti contrari), la delegazione dem ha confermato invece il suo voto favorevole, pur di far partire la Commissione: “Vigileremo ogni giorno perché non sentiamo questa come la nostra Commissione europea“, si è difesa la stessa segretaria Elly Schlein in direzione. Ma è proprio sui primi voti, a partire dalla risoluzione sull’Ucraina che boccia di fatto qualsiasi iniziativa diplomatica e dice sì ai missili a lungo raggio a Kiev, che i dem si sono spaccati sul voto. Sei eurodeputati (Bonaccini, Gori, Maran, Picierno, Tinagli e Zan) hanno votato a favore, mentre gli altri nove presenti si sono dichiarati contrari, seguendo la linea del partito. Di fatto, l’ennesima spaccatura interna alla formazione dem sul tema del sostegno a Kiev.
“Oggi mi pare che la delegazione Pd abbia avuto un comportamento univoco, sostegno all’Ucraina, ma no all’escalation. Poi ci sono state alcune posizioni individuali di segno diverso, come anche nei mesi precedenti. Ma anche qui si manifesta l’esigenza di un salto di qualità”, spiega ancora Orlando. “Si può fare soltanto se si ricostruisce una posizione comune nello scenario internazionale dei socialisti, perché purtroppo pesano in questi passaggi una serie di contraddizioni che riguardano anche il campo socialista. Il Pd deve fare la sua parte, ma non può risolvere tutti questi problemi”. Anche Gianni Cuperlo è critico sul tema della corsa al riarmo, di fatto una parola chiave del von der Leyen II: “La nostra è stata una scelta ancora una volta di responsabilità, poi andrà giudicata sulle scelte e sugli atti. Avere aperto un credito così significativo a un aumento, un incremento della spesa per la difesa e per le spese militari non mi sembra a titolo personale il migliore degli inizi”.
E sul Pd in ordine sparso sul voto sui missili, ha precisato: “Non penso che il problema sia il Partito democratico, che è un partito compatto, coeso, che la segretaria ha saputo tenere unito, anche nelle prove elettorali. Sono i popolari e i socialisti che non hanno retto l’urto degli eventi, quelli più complessivi, a partire dalla guerra, e anche l’impatto di elezioni nei rispettivi Paesi. Si è chiuso un lungo ciclo storico della storia e adesso siamo in un mondo diverso. Dall’altra parte dell’oceano c’è Trump che è tornato alla Casa Bianca e questo carica di responsabilità anche da sinistra”. E ancora: “Non si è compreso quel cambio di fase che servirebbe sulla questione diplomatica? “No, secondo me si è compreso anche fin troppo bene – ha replicato il deputato Pd – ma non si è praticato. L’Europa sulla vicenda ucraina è risultata afona. E questo è francamente inaccettabile alla luce della storia di questo nostro continente e di quello che è accaduto nel secolo alle nostre spalle”.
“Sui missili a lunga gittata a Kiev sul territorio russo la nostra posizione è chiara, la nostra contrarietà è stata ribadita anche da Schlein. Chi ha votato in maniera differente ha sbagliato”, taglia corto pure il deputato Arturo Scotto. Per poi rimarcare: “C’è una sottovalutazione generale delle classi dirigenti occidentali rispetto ai rischi dell’escalation senza fine. Fermare la guerra in Ucraina e Medio Oriente ora deve essere l’assillo principale”