L’America… di Luther King, Steinbeck, Bob, Pete, Grace, Leonard; “Nixon Boia!”. Il Paese dei miei sogni giovanili… A vent’anni ero nel quartier generale di Jimmy Carter (Atlanta), quando divenne presidente. L’America… se te la giravi in autostop/greyhound, facevi subito amicizia: poi ti ospitavano a casa, aperti allo straniero e al diverso. L’amicizia! Per me è fare insieme progetti (audaci) e realizzarli divertendosi!

L’America vincente

Prendete tre oligarchi oggi molto noti in America: Trump, Putin (scusate) e Musk; un americano, un russo, un sudafricano. Cos’hanno in comune? I soldi?! L’ideologia? O piuttosto, dei progetti? Ultimamente pare si frequentino spesso. Elon, che ha fatto campagna elettorale con Donald, è stato fotografato due volte a Mosca con Vladimir Vladimirovich; la terza volta hanno fatto pure il comunicato: è un’amicizia recente. Donald e Vladimir, invece, sono vecchi amici: quest’anno, dicono a Mar a Lago, si sono sentiti solo “quattro o cinque volte”. Per dirsi cosa?

Dopo le elezioni presidenziali, erano felici, sembravano congratularsi a vicenda. Elon è rimasto per giorni ospite nella residenza privata di Donald, Mar a Lago dove, fra festini e banchetti, selezionavano i nuovi ministri. L’amico Vladimir era sempre presente in spirito… e al telefono: il viva voce – riferiscono le fonti – consentiva lunghe e distese conversazioni a tre. Anche lui è felice: già il 7 novembre a Mosca, dichiarava: “Da oggi inizia il Nuovo Ordine Mondiale”.

L’America perdente

Mentre i tre se la ridono, i dem s’interrogano: colpa di Biden o Harris? E volano gli stracci! Intanto i ricercatori scavano, e trovano piccole anomalie. La rimonta ottobrina di Trump è stata insolitamente lineare. Ha coinciso con il moltiplicarsi di dichiarazioni e atteggiamenti folli, sovversive, sgradite agli elettori potenziali. I consiglieri si disperavano quando abbandonava i temi concordati: economia, inflazione, immigrati.

Altre stranezze sono emerse dopo le elezioni. Rispetto alla sconfitta del 2020, Trump nel 2024 quasi non ha guadagnato voti! A decidere le elezioni sono stati 8 milioni di “elettori democratici” non presentatisi alle urne. Si sono disinteressati delle elezioni quando Trump, più che mai, alimentava i timori per la democrazia, che era in cima alle loro motivazioni!? Perché questo differenziale è stato maggiore nei blue states e nei decisivi swing states? Kamala Harris in molti collegi ha preso meno voti dei candidati dem al Congresso (Texas, Arizona, Wisconsin): perché? Ha perso in Georgia, dove hanno eletto un governatore democratico. Ha preso meno voti dei ‘si’ ottenuti dai referendum per il diritto all’aborto, tenutisi lo stesso giorno in dieci stati.

La sconfitta dem è, dunque, colpa della Harris? Possiamo trovarle molte debolezze. Ma non è evidente che lei e la sua campagna siano state così scarse. Ad esempio, ha vinto il dibattito in tv (Trump si è guardato bene dal riprovarci). Troppo moderata? Molti dem moderati al Senato hanno fatto meglio di lei (Tester, Klobuchar, Golden, Perez). Dicono che soffiava un vento contrario…

L’America presa a tradimento

Le grandi potenze hanno sempre cercato di influenzare gli sviluppi politici ed elettorali all’estero. Con l’arrivo dei ‘social’, in occasione della prima invasione dell’Ucraina (2014), i russi sperimentarono un nuovo sistema per manipolare l’opinione pubblica occidentale: la propaganda digitale differenziata. Esempio. Ai gruppi di sinistra mandarono il messaggio: ‘ucraini = nazisti’; a quelli di destra: ‘ucraini = filo-omosessuali = minaccia ai valori’; agli antisemiti: ucraini = cospirazione ebraica; ecc. Il risultato sorprese anche i russi. Non ottennero più consensi, ma il dibattito in occidente si spostò dall’invasione alle qualità (negative) della società ucraina, demotivando i potenziali amici dell’Ucraina. Bastò. In occidente quasi ci dimenticammo dell’invasione.

Nel 2016 i dati disponibili sugli elettori americani erano migliori. Stesso metodo, stesso dipartimento, il Servizio di Sicurezza Federale della Federazione Russa (FSB) determinò probabilmente la sconfitta di Hillary Clinton. Ai neri dissero: “Hillary è razzista!”. Ai bianchi: “Difende i criminali neri!”. Qualunque cosa.

Nel 2024 Elon Musk ha portato l’inganno a nuovi livelli di scala e sofisticazione (Washington Post). La demotivazione per via digitale (email, video, pubblicità, telefonate, sms), veicolata da una falsa Harris, funziona così. L’inizio ideologicamente accattivante attira il soggetto; poi la finta Harris dice qualcosa di deludente e spegne l’entusiasmo. Manda messaggi filopalestinesi agli ebrei-americani, filoisraeliani agli arabo-americani, ecc. La personalizzazione dei messaggi è impressionante: “KH” vuole bandire gli usi locali, le tue amate sigarette al mentolo, le medicine preferite, ecc.

Non solo. Alcuni mesi prima delle elezioni Musk ha modificato l’algoritmo di Twitter/X, per impedire ai messaggi pro Harris di emergere quanto quelli pro Trump. Inoltre, ha convinto milioni di persone che i funzionari elettorali preparavano brogli diffusi. Intanto dalla Russia arrivano durante il voto allarmi bomba nei seggi degli swing states, ma solo nelle aree a forte maggioranza dem, per ridurne la partecipazione. E… chissà cos’altro! Forse Kamala Harris dovrebbe chiedere l’annullamento delle elezioni presidenziali americane: perderebbe, ma lancerebbe una forte riflessione collettiva.

“Tre corsari, tre corsari / se ne van pei sette mari…”

I nostri tre amici ora sanno come controllare le elezioni in ogni parte del mondo! E ne sono coscienti: dopo un battibecco, Musk ha twittato alla First Lady brasiliana: “Perderai le prossime elezioni!”.

“I corsari sono tre / e i Pirati trentatré!”

Il lato positivo? Sei un oligarca? Pieno di soldi? Parla con Elon, ENTRA IN POLITICA! Comprati “‘n po’ de dati”, e diventa anche tu un dittatore digitale! Fonte

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