In Ucraina “stiamo combattendo una guerra per procura, ma non stiamo dando ai nostri proxy la possibilità di fare il lavoro”. A parlare è l’ex premier britannico Boris Johnson che, senza giri di parole, parla apertamente di una guerra per procura dell’Occidente contro la Russia. In un’intervista al podcast “Ukraine: The Latest” del Telegraph, Johnson sottolinea però che “per anni e anni, abbiamo permesso” all’Ucraina “di combattere con una mano legata dietro la schiena ed è stato crudele“.
Wow, this has got to be one of the most ‘saying the quiet part out loud’ statements since the start of the Ukraine war.
Boris Johnson: ‘Mate, let’s face it… We’re waging a proxy war! We’re waging a proxy war but we’re not giving our proxies the ability to do the job. And for… pic.twitter.com/fK27bkA3NZ
— Arnaud Bertrand (@RnaudBertrand) November 29, 2024
A parlare di guerra per procura della Nato contro la Russia erano stati in tanti (come il politologo americano Ian Bremmer). Questa volte però a pronunciare queste parole è un ex leader europeo che è stato protagonista delle prime fasi del conflitto. Johnson è stato primo ministro dal luglio del 2019 al settembre del 2022 ed era alla guida del governo britannico proprio quando a febbraio del 2022 Putin ha dato il via all’invasione dell’Ucraina. “Siamo moralmente responsabili della situazione. Abbiamo contribuito a creare questo incubo“, sottolinea ancora l’ex premier britannico aggiungendo che, adesso, l’unica cosa che si può fare – a suo avviso – è dare a Kiev “quello di cui ha bisogno”: armi, permessi, finanziamenti e supporto militare.
Johnson ha anche accusato il nuovo governo laburista guidato da Keir Starmer di essere stato lento nel sostenere Kiev. La Gran Bretagna ha impiegato “troppo tempo per rompere il tabù” sulla fornitura di missili da crociera Storm Shadow all’Ucraina e la relativa autorizzazione ad utilizzarli per colpire il territorio russo.
E, in vista di un eventuale fine della guerra, secondo l’ex inquilino del numero 10 di Downing Street la responsabilità di sorvegliare ogni possibile futura linea di cessate il fuoco in Ucraina dovrebbe essere affidata a un gruppo multinazionale di forze europee (britanniche comprese) per il mantenimento della pace. Però è necessario anche chiarire subito “le garanzie di sicurezza” da dare all’Ucraina, continua ancora Johnson. E per l’ex primo ministro l’unica strada sarebbe l’ingresso di Kiev nella Nato: “L’unica cosa che funziona davvero è una garanzia dell’articolo 5 della Nato che ha mantenuto la pace in Europa per 80 anni. È il motivo per cui gli stati baltici sono nella Nato. È il motivo per cui polacchi, ungheresi, cechi, finlandesi e svedesi sono ora nella Nato”, ha ribadito.