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Addio pelli levigate e labbra carnose su TikTok: “Stop ai filtri per i minorenni. Promuoviamo rispetto e autenticità”

La piattaforma ha deciso di imporre dei limiti. Il pericolo è che si crei una percezione completamente distorta del proprio aspetto estetico, come sottolineato dagli esperti

di Paolo Aruffo
Addio pelli levigate e labbra carnose su TikTok: “Stop ai filtri per i minorenni. Promuoviamo rispetto e autenticità”

Sono ben 175 milioni gli utenti che utilizzano TikTok in Europa. A rivelarlo è stata la piattaforma stessa in una recentissima nota in cui sono state comunicate anche le ultime novità messe in campo. Novità importanti specialmente se si considera che a usarlo sono molto spesso i giovani e giovanissimi. Si tratta soprattutto di adolescenti, ma non solo. Limitare TikTok alla definizione di “piattaforma per i giovani” sarebbe riduttivo.

A essere variegati sono gli utenti, ma anche i contenuti. Dimenticate, infatti, coreografie e balletti. Dalla cucina alla comicità, passando per le aziende e le tante testate giornalistiche (ci siamo anche noi del Fatto Quotidiano https://www.tiktok.com/@il.fattoquotidiano). La complessità e la crescita esponenziale della piattaforma ha reso necessari alcuni aggiornamenti riguardanti, tra le altre cose, un aspetto importante: l’autenticità. Per questo motivo TikTok ha deciso di limitare l’utilizzo dei filtri estetici ai minori di 18 anni. Basta, dunque, con gli effetti che stravolgono i volti: pelle liscia come porcellana, ciglia infinite, labbra rimpolpate e chi più ne ha, più ne metta. Si torna a quando gli effetti non esistevano nemmeno. O quasi.

TikTok ha deciso inoltre di dare maggiori informazioni sul modo in cui un effetto potrebbe cambiare l’aspetto dell’utente, se applicato. L’obiettivo è quello di migliorare la consapevolezza e la comprensione di alcuni degli esiti indesiderati che possono comportare determinati effetti. TikTok sostiene: “Promuovendo una cultura dell’autenticità, il rispetto e il supporto, possiamo creare un mondo digitale in cui ognuno si senta libero di essere se stesso”.

Questa decisione è il frutto di una ricerca che TikTok ha commissionato alla non-profit britannica Internet Matters, che esamina il ruolo delle piattaforme online nel plasmare l’identità e le relazioni degli adolescenti. Il rapporto finale Unfiltered: The Role of Authenticity, Belonging and Connection afferma che giovani e genitori intravedono un vantaggio nell’essere autentici online, riconoscono l’impatto positivo del senso di appartenenza e di connessione online, e ritengono che queste caratteristiche possano esercitare un’influenza positiva sul benessere generale dei giovani.

Il report ha inoltre individuato nuovi spunti di riflessione sull’uso degli effetti da parte degli adolescenti e sull’impatto che tale uso genera sulla loro auto percezione. È emersa anche una chiara distinzione tra gli effetti pensati per essere ovvi e divertenti (ad esempio, gli effetti con le orecchie degli animali) e gli effetti pensati per alterare il proprio aspetto. In particolare, gli adolescenti e i genitori hanno espresso preoccupazioni riguardo agli effetti relativi all’apparenza, tra i quali il fatto che chi guarda il contenuto potrebbe non rendersi conto che è stato alterato.

Tutto questo fa pensare a un disturbo che è emerso con forza negli ultimi anni. Si tratta della “Selfie Dysmorphia”, ovvero la dismorfia da selfie. Una sorta di variante del disturbo da dismorfismo corporeo (probabilmente più noto). Se da una parte, negli anni, stanno aumentando gli incentivi alla body positive, dall’altra invece si sta sviluppando il fenomeno opposto. Ne aveva parlato a Elle Marco Iera, Medico Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica dell’Istituto clinico Brera di Milano.

Il dottore aveva sottolineato il nesso che c’è tra i social e il ricorso alla medicina estetica/chirurgia plastica: “Il pubblico che si rivolge alla medicina estetica oggi è sempre più giovane, le richieste arrivano persino da ventenni. Il chirurgo deve spiegare ai pazienti che in medicina, ma non solo, la vita reale non coincide con la vita virtuale e che molte delle loro richieste sono irraggiungibili”, le parole del dottore.

Infine l’aspetto più strettamente psicologico, sottolineato invece dallo Psicoterapeuta Andrea De Simone: “I filtri sui social da un punto di vista psicologico rappresentano un fenomeno complesso e ambivalente, con effetti che possono essere sia positivi che negativi sul modo in cui le persone, soprattutto i giovani, percepiscono se stessi e il proprio aspetto – ha detto l’esperto a Today -. Da un lato possono essere uno strumento di creatività.

Dall’altro gli aspetti negativi e critici riguardano la distorsione della percezione di sé: l’uso frequente di filtri che rendono la pelle perfetta, gli occhi più grandi o i tratti del viso più simmetrici può alterare la percezione che una persona ha del proprio volto ‘reale’. Questo potrebbe portare alcuni a desiderare caratteristiche innaturali, creando una dissonanza tra l’immagine filtrata e quella naturale che può generare insoddisfazione e insicurezza”.

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