“Sciopero Generale perché in 30 anni gli stipendi italiani sono rimasti fermi mentre quelli tedeschi sono cresciuti del 33 per cento. Parte il corteo dei lavoratori dalle piazze italiane. E arriva a Berlino”.
Io avrei titolato così ma nel giorno dello sciopero il medesimo è assente dalle prime pagine dei grandi giornali. Tranne quelli di destra che titolano sullo sciopero che blocca il paese *. La notizia sarebbe anche solo trovare lavoratori. L’Italia ha il tasso di occupazione più basso in Ue: 62% contro il 77 della Germania, l’84 dei Paesi Bassi ma anche il 67 della Grecia. Non bastasse, il dato è drogato dal fatto che per l’Istat risulti occupato chi abbia svolto anche solo un’ora di lavoro retribuito nella settimana, tipo i lavoratori a chiamata, quintuplicati in 10 anni.
In Italia più di un lavoratore su 10 è in povertà. Non sono conteggiati i casi di lavoro nero come quello denunciato nel magnifico libro di Marco Omizzolo e Balbir Singh (Il mio nome è Balbir, People), 16 ore al giorno nei campi per 50-150 euro al mese. Versa in povertà l’11,5% dei lavoratori con un regolare contratto, in barba alla Costituzione che prevede una retribuzione in ogni caso sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa. Oltre 3 milioni sotto i 30 anni non studiano, non hanno un lavoro e hanno smesso di cercarlo perché in molti casi il lavoro che trovano è sfruttamento. Non ci si sottrae solo per dignità, lusso di pochi. Lo si fa per necessità. Molte madri si vedono costrette a rinunciare a stipendi più bassi di quello che dovrebbero girare alla baby sitter, essendo in molte regioni il posto al nido un miraggio. C’è per appena per un bimbo su quattro. Si doveva intervenire con il Pnrr che prevedeva la creazione di 264mila nuovi posti ma la madre cristiana preoccupata per le culle vuote li ha ridotti a 150 mila per dare precedenza alla corsa al riarmo.
E no, editorialisti che ignorate lo sciopero, non menatecela con la meritocrazia che chi vuole se studia e si applica. I laureati in Italia guadagnano in media 30mila euro contro i 53 della Germania. Avanti così e sul barcone di migranti diretti in Albania ci saranno i laureati in Scienze politiche.
Gli stipendi sono bassi e mangiati dall’inflazione innescata da guerre e speculazioni, i due motori dell’economia mondiale che hanno lo stesso innesco. Per rilanciare l’economia – intesa come arricchimento dei ricchi – al centro dell’agenda della Commissione Ue votata da Fdi, FI e Pd (Il fuoricampo largo) ci sono l’invio di armi e la corsa al riarmo. Al rischio di scatenare un conflitto nucleare. Svezia e Germania hanno già inviato ai residenti le istruzioni per geolocalizzare i rifugi antiaerei. Ma niente panico, siamo in democrazia: i cittadini potranno far sentire la loro voce recensendo i rifugi su Tripadvisor.
Gli stipendi si riducono anche per al sistema fiscale che toglie ai poveri per dare ai ricchi, voluto dal partito che si professa populista e fa la Flat Tax: gli scaglioni che erano 32 per garantire la progressività fiscale sono oggi 4, con la promessa di ridurli a 2. Risultato? In Italia, dove i poveri sono triplicati in 20 anni, la concentrazione della ricchezza è cresciuta più che nel resto d’Europa: l’1% della popolazione detiene il 14% del reddito nazionale. Chi è questo uno su 100? Uno che paga la pubblicità sui giornali che ignorano lo sciopero o ne detiene la proprietà. Altro avviso agli editorialisti: non menatecela con l’ascensore sociale bloccato. È stato progettato per andare solo in discesa e funziona benissimo. Mica per niente al segretario della Lega lo hanno fatto ministro delle infrastrutture.
* Chiaro adesso chi è che blocca il paese?