Ieri ad Astana, Kazakhstan, durante la riunione Csto (Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva), il presidente russo ha assicurato che è cominciata la produzione in massa del missile balistico intercontinentale Oreshnik, quello che l’Europa ha iniziato a temere dopo l’attacco alle strutture industriali e militari di Dnipro avvenuto la settimana scorsa. Durante l’incontro dei vertici dell’Alleanza militare stretta tra i sei Paesi ex sovietici (grande assente quest’anno tra i partecipanti l’Armenia, che ha fatto sentire il suo scontento per il mancato intervento e necessario supporto del Cremlino nelle diatribe contro l’Azerbaijan), Putin ha dichiarato che la Federazione continuerà a rispondere agli attacchi compiuti con armi occidentali contro il territorio russo e che, insieme al suo ministero della Difesa, sta valutando e selezionando i nuovi obiettivi contro cui scagliare i missili a medio raggio: nel mirino ci sono, ha detto, anche i centri del potere di Kiev.
Con l’approssimarsi dell’arrivo di Trump alla Casa Bianca a gennaio, si intensificano gli attacchi russi contro l’Ucraina: nuove e massive operazioni, compiute con droni e missili da crociera, hanno distrutto le infrastrutture energetiche e hanno lasciato centinaia di migliaia di civili senza elettricità. A richiedere “un dialogo di pace” (senza mai menzionare però Kiev), con un articolo pubblicato di recente sul quotidiano russo Izvestia, è stato il presidente kazako Kassym Tokayev, che non ha mai voluto apertamente sostenere “l’operazione militare speciale” dell’omologo russo e ha definito le Nazioni Unite “organizzazione internazionale insostituibile”. Le frazioni tra Tokayev e Putin sono sempre più evidenti, soprattutto da quando il Kazakhstan, di gran lunga lo ‘Stan con la più potente economia tra gli ex sovietici, ha rifiutato di unirsi ai Brics: subito dopo il no kazako all’alleanza, la Russia ha vietato l’importazione di prodotti agricoli dell’alleato.
“Angela, per favore, perdonami”. Dal palco Csto Putin si è anche scusato con Angela Merkel: “Non volevo causare dolore, ma creare un’atmosfera piacevole”. Quando il presidente russo ha accolto a Sochi nel 2007 l’ex cancelliera tedesca che ha paura dei cani, si è presentato con Konni, il labrador che gli aveva regalato il suo ex ministro della Difesa Shoigu. Un incontro che la leader tedesca ha ricordato nel suo libro autobiografico, recentemente pubblicato, come una dimostrazione di potere: “Potevo capire dall’espressione della sua faccia che la situazione lo divertiva”.
Mondo
Tokayev, la spina nel fianco di Putin: il presidente kazako difende l’Onu e non la guerra in Ucraina
Ieri ad Astana il capo del Cremlino ha assicurato che è cominciata la produzione in massa del missile balistico intercontinentale Oreshnik, quello che l'Europa teme
Ieri ad Astana, Kazakhstan, durante la riunione Csto (Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva), il presidente russo ha assicurato che è cominciata la produzione in massa del missile balistico intercontinentale Oreshnik, quello che l’Europa ha iniziato a temere dopo l’attacco alle strutture industriali e militari di Dnipro avvenuto la settimana scorsa. Durante l’incontro dei vertici dell’Alleanza militare stretta tra i sei Paesi ex sovietici (grande assente quest’anno tra i partecipanti l’Armenia, che ha fatto sentire il suo scontento per il mancato intervento e necessario supporto del Cremlino nelle diatribe contro l’Azerbaijan), Putin ha dichiarato che la Federazione continuerà a rispondere agli attacchi compiuti con armi occidentali contro il territorio russo e che, insieme al suo ministero della Difesa, sta valutando e selezionando i nuovi obiettivi contro cui scagliare i missili a medio raggio: nel mirino ci sono, ha detto, anche i centri del potere di Kiev.
Con l’approssimarsi dell’arrivo di Trump alla Casa Bianca a gennaio, si intensificano gli attacchi russi contro l’Ucraina: nuove e massive operazioni, compiute con droni e missili da crociera, hanno distrutto le infrastrutture energetiche e hanno lasciato centinaia di migliaia di civili senza elettricità. A richiedere “un dialogo di pace” (senza mai menzionare però Kiev), con un articolo pubblicato di recente sul quotidiano russo Izvestia, è stato il presidente kazako Kassym Tokayev, che non ha mai voluto apertamente sostenere “l’operazione militare speciale” dell’omologo russo e ha definito le Nazioni Unite “organizzazione internazionale insostituibile”. Le frazioni tra Tokayev e Putin sono sempre più evidenti, soprattutto da quando il Kazakhstan, di gran lunga lo ‘Stan con la più potente economia tra gli ex sovietici, ha rifiutato di unirsi ai Brics: subito dopo il no kazako all’alleanza, la Russia ha vietato l’importazione di prodotti agricoli dell’alleato.
“Angela, per favore, perdonami”. Dal palco Csto Putin si è anche scusato con Angela Merkel: “Non volevo causare dolore, ma creare un’atmosfera piacevole”. Quando il presidente russo ha accolto a Sochi nel 2007 l’ex cancelliera tedesca che ha paura dei cani, si è presentato con Konni, il labrador che gli aveva regalato il suo ex ministro della Difesa Shoigu. Un incontro che la leader tedesca ha ricordato nel suo libro autobiografico, recentemente pubblicato, come una dimostrazione di potere: “Potevo capire dall’espressione della sua faccia che la situazione lo divertiva”.
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Sinner, terza meraviglia: l’Australian Open ha dimostrato che alle sue spalle c’è un abisso. Dedica a coach Cahill | Tutti i record del nr. 1
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Ormai Giorgia Meloni non fa passare un solo giorno senza smentire sé stessa". E' il post del Pd sulla visita della premier in Arabia Saudita condiviso da Elly Schlein su Instagram.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Con squilli di fanfara il governo Meloni ha firmato accordi per miliardi con l’Arabia Saudita. Quel regime contro cui Giorgia Meloni si scagliava perché diceva negli anni passati che ‘c’era la pena di morte per apostasia, per adulterio, per omosessualità e zero diritti per le donne. Una Nazione fondamentalista ecc.' Immagino che tutto ciò sia stato risolto prima della sua visita. Giusto presidente Meloni?". Lo scrive su Twitter Nicola Fratoianni, di Avs.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Meloni ha un tono molto elevato, alza sempre il torno ma se vuoi durare il tono deve essere a bassa voce, deve avere una sua continuità. Non si può pensare di saltare sempre più in alto, questo la Meloni sta facendo". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "L'articolo della Bild su Sinner mi ha fatto venire in mente il trattamento di Unicredit per Commerzbank. C'è ancora tensione in Europa, c'è ancora da fare, ma bisogna farlo, no abbiamo altre speranze". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Elly Schlein ha recuperato una valanga di voti ma non potrà mai vincere da sola. Il problema partito è risolto, il problema governo no". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Ci vuole il coraggio di qualcuno che sappia mettere insieme tutti. La ledership si conquista, ma oggi nei partiti non c'è il desiderio di diventare leader ma di conservare quel poco che si ha. Così non si vince". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole parlando del centrosinistra.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Un tempo si diceva che l'unione fa la forza. L'dea che la disunione fa la forza può essere un gioco, ma uno può governare quando si armonizzano i programmi, si fanno esaminare da esperti, si discutono con le persone e si va di fronte all'elettorato con una linea comune". Lo ha detto Romano Prodi, a 'In altre parole', commentando l'intervista di Dario Franceschini sul centrosinistra.
"Devi avere un programma comune, un obiettivo forte, devi dire voglio riformare questo e questo. Quando io ho fatto il programma ho discusso un anno intero, poi mi hanno accusato perché era troppo articolato. Ma questa è la democrazia", ha spiegato l'ex premier.
"D fronte agli elettori si deve andare con una linea comune, poi ci possono essere delle idee diverse, ma non nella direzione in cui si marcia", ha sottolineato Prodi.