Politica

Chigi, dopo l’articolo del Fatto si dimette il consigliere Barberio. Il sottosegretario Butti sibillino: “Non so, dovete chiedere a lui”

Non era mica in conflitto di interessi, tanto che si dimette. Lo strano caso di Raffaele Barberio, da oggi “ex consigliere” del Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Fatto aveva parlato di lui a metà ottobre, in occasione del mega evento privato “ComoLake24” sull’innovazione digitale organizzato con il patrocinio del Dipartimento del sottosegretario Alessio Butti, rilevando l’alto potenziale di conflitti tra le grandi aziende che lo sponsorizzavano (2 milioni di euro) e il Dipartimento tramite il quale ottengono fondi del Pnrr per l’innovazione digitale.

In quell’articolo rilevavamo la posizione singolare e delicata di Raffaele Barberio che dal 26 febbraio 2023 era “consigliere esperto” del sottosegretario Butti, con un compenso di 80mila euro l’anno. A tempo stesso risultava infatti “co-fondatore e direttore” dell’evento in questione, e nei flyer promozionali “responsabile dell’agenda e dei rapporti con gli speaker”. Dipartimento e Presidenza del Consiglio negarono ogni possibile conflitto di interessi, problema inesistente, liberi tutti insomma.

Ma un mese e mezzo dopo, ecco il fulmine a ciel sereno, con un post sul suo profilo Linkedin Barberio annuncia le proprie dimissioni e con queste parole: “Si conclude oggi, anzitempo, il mio rapporto di consulenza con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La mia scelta, fatta in tutta serenità e piena consapevolezza, è motivata dall’esigenza di non dare adito a letture strumentali e manipolatorie da parte di coloro che hanno impropriamente indicato, a più riprese, un conflitto d’interesse tra il mio ruolo di esperto presso il Dipartimento e le attività professionali che svolgo da sempre. Un conflitto d’interesse che non è riscontrabile, come è a tutti noto, né nella forma né nella sostanza”.

Il sottosegretario Butti, pur contattato dal Fatto, non commenta e si limita a rispondere “chiedete all’interessato“. Chiamiamo allora Barbieri che, avendoci tirati di fatto in ballo, anche se indirettamente dice: “Avete contribuito agli equivoci, devo spiegarlo a lei che è venuto perfino a Como? Io non devo spiegare niente a nessuno. La mia è una scelta saggia e non c’è niente dietro, nessuna ragione nascosta. Siete dei perdigiorno, arrivederci”. Intanto il posto lo ha perso lui che si è dimesso. Ed è proprio strano l’abbia fatto. Se davvero erano solo “letture strumentali e manipolatorie” come dice, allora poteva tranquillamente restare.