Dopo 76 anni l’Ape Piaggio smetterà di essere prodotta nello stabilimento di Pontedera (Pisa). Come riportano le cronache cittadine di Tirreno e Nazione, la motocar sarà realizzata solamente in India per il mercato locale dove le normative in fatto di sicurezza e inquinamento sono meno stringenti che in Europa. La decisione sarebbe stata comunicata dall’azienda […]
Dopo 76 anni l’Ape Piaggio smetterà di essere prodotta nello stabilimento di Pontedera (Pisa). Come riportano le cronache cittadine di Tirreno e Nazione, la motocar sarà realizzata solamente in India per il mercato locale dove le normative in fatto di sicurezza e inquinamento sono meno stringenti che in Europa.
La decisione sarebbe stata comunicata dall’azienda ai delegati Rsu nelle scorse settimane, quando è stato spiegato il periodo di stop alla produzione dei vari reparti dello stabilimento per la fine dell’anno.
Motivi di sicurezza anzitutto: secondo quanto riferito dai quotidiani, servirebbero ricerca e innovazione per adeguare l’Ape agli standard di sicurezza, tra cui airbag e sistemi di frenata assistita. E poi il tema ambientale: l’anno prossimo la normativa cambierà ancora. Nello stabilimento di Pontedera saranno riconvertite le linee, così da produrre il Porter il veicolo commerciale che ne ha ereditato il mercato. Tuttavia nei magazzini Piaggio ci sono ancora scorte e quindi, tramite i concessionari, la vendita continuerà anche in Italia. La produzione andrà invece avanti in India dove esiste anche la versione elettrica, con entrambi i modelli che stanno dando ottimi risultati.
La scorsa settimana Piaggio ha comunicato che per gli oltre mille operai dello stabilimento pisano arriverà, con dicembre, la cassa integrazione. Lo stop alla produzione riguarderà gran parte dei reparti. Scatterà, a scaglioni, la cassa integrazione nel periodo compreso tra il 2 e il 20 dicembre, con il picco di lavoratori lasciati a casa nella settimane pre natalizie.
Lo stop alla produzione dell’Ape “era una cosa prevedibile”, dice il segretario Fiom Pisa Angelo Capone. “Al di là dell’aspetto romantico del legame col territorio è una scelta in qualche modo obbligata. L’Ape è un euro 4 a due tempi, immaginare un due tempi euro 5 è una cosa complicata dal punto di vista della meccanica. Sarebbe necessario cambiare la motorizzazione ma a quel punto non sarebbe più un’Ape”. Nonostante ciò non dovrebbero esserci conseguenze per quanto riguarda l’occupazione: “Ad oggi non abbiamo preoccupazioni, l’azienda ha detto che non ci saranno ripercussioni sui lavoratori. Spiace per quello che l’Ape rappresenta, è già accaduto in passato con il ‘Calessinò ma con le attuali normative era prevedibile”.