Lavoro & Precari

Lavoratori Volkswagen pronti allo sciopero contro le chiusure. E in Inghilterra i sindacati annunciano battaglia con Stellantis

Com’era inevitabile, sale il livello dello scontro tra rappresentanti dei lavoratori e case automobilistiche che prospettano chiusure e licenziamenti. Il sindacato metalmeccanico tedesco Ig Metall ha annunciato una possibile prima tornata di scioperi già a partire da lunedì, primo giorno utile dalla data di scadenza della tregua con Volkswagen. Il colosso tedesco minaccia di chiudere tre siti tedeschi e di mandare a casa fino a 15mila addetti, la prima mossa di questo genere nel dopoguerra della Germania. Il sindacato ha aperto alla possibilità di ridurre del 10% i salari al fine di scongiurare licenziamenti e chiusure ma la trattativa è ancora in corso.

In una nota Volkswagen ha definito “non sufficienti” le proposte dei sindacati, che comporterebbero un risparmio di costi di 1,5 miliardi di euro l’anno. Il gruppo afferma comunque di “mantenere il dialogo aperto” con i rappresentanti dei lavoratori per raggiungere “soluzioni percorribili”. Ig Metall, dal canto suo, ha definito “estremamente deplorevole” il fatto che il gruppo abbia respinto le “proposte costruttive” che erano state avanzate.

Secondo Ig Metall Volkswagen “si è spinta oltre i limiti di quello che i lavoratori possono accettare”. Quella che pianificano ora sarebbe la prima grande protesta dal 2018, potrebbe essere di alcune ore o di un’intera giornata. Il prossimo incontro con l’azienda è fissato per il 9 dicembre.

In Inghilterra il sindacato ‘Unite the Union’ annuncia battaglia per difendere la storica fabbrica di veicoli commerciali Vauxhall di Luton (Regno Unito), che Stellantis ha annunciato di voler chiudere. “In risposta all’annuncio che Stellantis sta proponendo di chiudere l’impianto di Luton, afferma un portavoce del sindacato, la proposta messa sul tavolo è uno schiaffo in faccia ai nostri delegati di Luton, dove Vauxhall produce veicoli da 120 anni“.

“Qualsiasi beneficio questo possa portare per la fabbrica di Ellesmere Port , prosegue il sindacalista, questo non è accettabile. Siamo pronti a sostenere i nostri iscritti nel fare tutto il possibile per assicurare che la storica fabbrica sia mantenuta a Luton e chiediamo al governo di fare altrettanto”.