L’Unione europea ha erogato 113 milioni di euro dei fondi destinati nel 2023 alla zootecnica in Lombardia per foraggiare allevamenti situati in Comuni che superano i limiti di azoto consentiti dalla legge. Si parla di una fetta che rappresenta il 40% di tutti i fondi della Politica Agricola Comune destinati alla Regione e che continua ad alimentare un modello intensivo. Lo rivela la nuova edizione dell’indagine ‘Fondi pubblici in pasto ai maiali’, pubblicata da Greenpeace Italia. Come raccontato da ilfattoquotidiano.it nell’inchiesta ‘Lombardia: la regione-allevamento’, dei 413 comuni situati in Zona vulnerabile ai nitrati (circa il 27% del totale) il limite di 170 chilogrammi per ettaro all’anno viene superato in 157 comuni (uno in più del 2022, quindi il 40% circa di questi Comuni), distribuiti prevalentemente nelle aree agricole di pianura delle province di Brescia (36%), Cremona (25%), Bergamo (17%) e Mantova (12%).
L’inchiesta de ilfattoquotidiano.it e i dati sui carichi di azoto – Le dosi di liquame e letame che possono essere applicate alle colture, infatti, sono espresse in termini di contenuto di azoto e sono fissate in 170 chilogrammi per ettaro all’anno nelle ‘Zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola’, che salgono a 340 chilogrammi per ettaro all’anno nelle zone ordinarie. La scorsa estate, ilfattoquotidiano.it aveva intrecciato i dati disponibili nell’Anagrafe Zootecnica sulle presenze negli allevamenti di polli e galline ovaiole, bovini e suini nei singoli comuni, con quelli relativi agli sforamenti dei livelli di azoto consentiti degli stessi Comuni (Leggi l’inchiesta), scoprendo casi limite in cui i Comuni arrivano a un livello di azoto che rappresenta il triplo a anche il quadruplo di quello consentito e che quasi tutti i Comuni con più animali superano anche i limiti imposti dalla direttiva sui nitrati.
Ai 157 Comuni che superano le soglie nelle zone vulnerabili, poi, si aggiungono altri 8 comuni Comuni situati in Zone non vulnerabili ai nitrati in cui viene superato il limite di 340 chilogrammi (come nel 2022). Greenpeace ha elaborato una mappa dei 165 Comuni, sottolineando quelli con i più alti sforamenti e i relativi fondi ricevuti. Ci sono Bresso, che arriva a 751 chilogrammi (e 473mila euro di fondi Pac), Antegnate che arriva a 719 chilogrammi (e 105mila euro), Olgiate Olona con 655 chilogrammi per ettaro /e 382mila euro, ma anche Bellinzago Lombardo con 560 chilogrammi (su un limite di 340, perché in zona non vulnerabile) e 622mila euro di fondi e Castegnato con 528 chilogrammi (su 340 di limite) e 945mila euro dall’Ue.
Nessun miglioramento dal 2020. E va avanti la procedura di infrazione – Tutto questo impatta anche sul rispetto della direttiva sui nitrati, adottata dall’Italia nel 2006. Di fatto, ricorda Greenpeace, dal 2018 l’Unione Europea ha acceso i riflettori sul nostro Paese, contestando all’Italia un’infrazione alla Direttiva Nitrati. La situazione va avanti da tempo, senza registrare alcun miglioramento rispetto allo scenario fotografato da Greenpeace nel 2020 con la prima edizione dell’indagine. Dopo una prima lettera di mora inviata dalla Commissione europea all’Italia nel 2018 e una successiva nel 2020, nel 2023 è stata la volta di un parere motivato. Se l’Italia e la Lombardia non prenderanno subito provvedimenti, il Paese dovrà risponderne di fronte alla Corte di Giustizia Europea e pagare ingenti sanzioni “per non aver protetto adeguatamente le acque e la popolazione dall’inquinamento da nitrati provenienti da fonti agricole”.