Il Partito democratico rivendica il sostegno alla commissione di Ursula Von der Leyen. Nel day after delle critiche di Giuseppe Conte, che aveva definito il voto all’Europarlamento del dem come “un grave errore politico“, il partito di Elly Schlein difende la sua scelta. “Rilanciamo l’integrazione europea: presidieremo la priorità del Partito socialista europeo e del Pd“, ha detto la segretaria, collegandosi al convegno “Costruire l’alternativa” di Energia Popolare.
L’autodifesa dem – Una posizione ribadita dal capodelegazione dei dem all’Europarlamento, Nicola Zingaretti. “In Europa noi stiamo lavorando, siamo in prima fila per fermarli: non permetteremo mai che la destra governi in Europa. Non c’è nessun cedimento ma protagonismo per impedire che destra europea si impadronisca di spazio Europa. Vogliamo essere avanguardia e non trincea e lo faremo perché siamo la prima delegazione del partito socialista europeo. In Europa nessun cedimento ma battaglia per fare di tutto perché l’Europa non vada verso una destra pericolosa”, dice l’ex segretario alla stessa iniziativa di Energia popolare. Un concetto ripetuto più volte. “Non permetteremo mai che la destra governi anche l’Ue. Combattiamo tutti i giorni. E, rispondendo alle polemiche di alcuni dei nostri alleati, in noi non c’è alcun cedimento, ma un protagonismo affinché la destra non si impadronisca anche dell’Europa”, ha ribadito l’ex governatore della Regione Lazio.
Il leader M5s: “Commissione punta sul riarmo” – Il riferimento di Zingaretti è alle critiche di Conte, che ieri aveva bocciato la scelta del Pd i votare a favore del nuovo governo Ue. “Nella commissione Von der Leyen parlano solo di transizione militare, non di transizione ecologica. Credo che sia stato commesso un grande errore politico, non un infortunio”. Oggi il leader dei 5 stelle torna sull’argomento. “La Commissione von der Leyen 2 ha un asse politico diverso dalla prima Commissione von der Leyen. È un asse politico che si è spostato a destra con i voti di FdI, costruito su presupposti diversi. La Commissione von der Leyen 1 è nata con il contributo fondamentale del M5s”, ha ricordato l’ex premier nel suo intervento al Congresso delle Acli. “La Commissione von der Leyen 2 – ha proseguito ancora – nasce dalla necessità di competere con la Russia con il riarmo, con gli investimenti militari. E tutto questo lo pagheremo a caro prezzo. Pagheremo a caro prezzo il fatto di non essere riusciti a condizionare questo percorso politico dalla sua partenza”. Secondo Conte in Europa “c’è un clima di austerità e di corsa al riarmo“.
Pd spaccato sulla risoluzione Ue – Del resto, subito dopo aver sostenuto la nascita della Commissione a Strasburgo, pure Schlein aveva usato toni critici: “Resta la preoccupazione che questa Commissione sia spostata a destra rispetto alla scorsa. Intendiamo misurarla su ogni proposta che farà. Non la sentiamo come nostra. È giusto che parta ma noi non daremo per scontati i nostri voti”, aveva detto nella propria relazione al Nazareno. Critiche ribadite anche da altri dirigenti dem, ma scarsamente compatibili col voto a Strasburgo. E quando due giorni fa il Parlamento Ue ha approvato una risoluzione che “deplora” l’iniziativa diplomatica del cancelliere tedesco Olaf Scholz, spingendo i Paesi membri a favorire l’invio di armi a lunga gittata e di consentirne l’uso in territorio russo, il Pd è andato a pezzi. Tutti gli europarlamentari dem hanno votato a favore, ma Cecilia Strada e Marco Tarquinio che si sono astenuti. Posizione molto diverse tra i vari esponenti dem si sono registrate soprattutto sulle singole parti della risoluzione: Pina Picierno e Alessandro Zan hanno votato con Fratelli d’Italia e Forza Italia, condividendo la parte del documento che censura l’iniziativa diplomatica di Scholz. Un vero e proprio caos si è scatenato sui missili a lungo raggio da fornire a Kiev: sei eurodeputati (Bonaccini, Gori, Maran, Picierno, Tinagli e Zan) hanno votato a favore, mentre gli altri nove presenti si sono dichiarati contrari.
Schlein: “Alleanza per il Paese” – Eppure Schlein è ancora convinta di poter radunare attorno al Pd l’opposizione al governo di Giorgia Meloni. “La nuova fase che si apre dopo le regionali è quella in cui rimettere pensiero e ascolto”, lanciando, ad esempio, affianco alle proposte per aumentare risorse e personale per la sanità, “una riforma organica”, ha detto la segretaria. “Porteremo avanti le battaglie comuni con le altre opposizioni” e lavoreremo ad una “alleanza con il paese“, costruendo una “proposta per l’Italia” ma “non da soli”. Schlein ha ricordato lo sciopero di ieri e puntato il dito contro una “manovra recessiva che non ha investimenti se non quello dannoso per il Ponte sullo Stretto. La crescita è per 3/4 legata al Pnrr. Ed è inspiegabile che il governo in un momento di così alta crisi del settore automobilistico abbia cancellato gran parte del fondo auto”, ha aggiunto. La segretaria ha quindi rilanciato la battaglia per il salario minimo. “Vogliamo costruire una proposta per il Paese e non vogliamo fare da soli perché non abbiamo alcuna presunzione di autosufficienza, anzi. Sappiamo bene che si può lavorare con le altre forze anche con sensibilità diverse. Io credo che il miglior esempio l’abbiamo dato noi: abbiamo sensibilità diverse ma l’importante è darsi un luogo dove comporle, dove fare sintesi e fare passi avanti insieme”.
Bonaccini: “M5s e Renzi? Possono stare insieme, no a veti” – Allo stesso evento ha partecipato anche l’ex sfidante di Schlein per la segreteria, Stefano Bonaccini. Dopo aver definito la leadership dem “non solo come innovativa, ma anche come unitaria”, l’ex governatore dell’Emilia Romagna è sembrato ottimista sulle alleanze. “Quanto è difficile tenere insieme M5s e Iv? Se guardo a Umbria e Emilia Romagna non c’è nessuna difficoltà. Non è vero che non si può stare insieme. Stando insieme abbiamo strabattuto la destra“. Poi però ha rivendicato: “Lo schema del volta per volta del cosiddetto campo largo adesso non basta più. Serve una nuova alleanza di centrosinistra che dia credibilità alla nostra battaglia di opposizione e soprattutto ad una proposta di alternativa. Io credo che questa iniziativa per un nuovo centrosinistra vada assunta subito”, ha detto Bonaccini. Lanciando un messaggio: “Il Pd per noi non deve coltivare alcuna autosufficienza, né alcuna volontà egemonica; ma non lasceremo più a nessuno il diritto di porre veti e ricatti“. Sulle liste, invece, ha detto: “Per quanto mi riguarda e, sono certo, per quanto ci riguarda, se non verrà modificata la legge elettorale e ripristinate le preferenze, chiederemo le primarie per scegliere i futuri candidati del Pd al parlamento”.