Che la casa automobilistica cinese Byd sia azienda che non va tanto per il sottile lo si era già capito dall’atteggiamento estremamente aggressivo sul mercato e anche nei confronti dei suoi fornitori. Un’indicazione in tal senso giunge ora pure dal Brasile dove la Procura del lavoro ha aperto un’indagine sulle condizioni di lavoro degli operai che stanno costruendo la fabbrica Byd di auto elettriche a Camaçari, nello stato del Nordest di Bahia.

L’inchiesta arriva dopo che il sito brasiliano di giornalismo investigativo e indipendente Agência Pública aveva mostrato i quasi 500 lavoratori cinesi che stanno costruendo lo stabilimento costretti a ritmi di lavoro di 12 ore al giorno, senza pause settimanali né dispositivi di protezione. Inoltre, le immagini mostrano alcuni dipendenti presi a calci e pugni dai loro superiori, anch’essi cinesi, mancanza di acqua potabile e alloggi in condizioni degradanti.

Byd aveva assunto circa 470 lavoratori cinesi da tre aziende esternalizzate del loro paese. Il gruppo Jinjiang, che fornisce servizi di movimento terra, ovvero la preparazione dell’area che impiega in media 280 dipendenti, la Open Steel, responsabile dell’assemblaggio della struttura metallica esterna della fabbrica e che conta con un centinaio di dipendenti e la Ae Corp che si occupa dell’assemblaggio della struttura metallica interna, dove verranno prodotte le auto elettriche.

In un comunicato, Byd ha dichiarato di aver ricevuto le immagini della denuncia “con disgusto”, ordinando “l’allontanamento degli aggressori” e il divieto per loro di accedere allo stabilimento. Inoltre, ha chiesto alle aziende esternalizzate di adottare “misure urgenti per garantire che tali situazioni non si ripetano“. Peccato, e strano, non essersene accorti prima.

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