“Le parole di Landini non solo non sono violente, ma sono felice che le dica perché questo è quello che ci si aspetta dalla parte del Paese che ha interesse a cambiare in nome dell’eguaglianza e della giustizia sociale”. Così Tomaso Montanari, ospite di ‘Accordi&Disaccordi’, il talk politico condotto da Luca Sommi e Andrea Scanzi in onda su Nove, ha commentato una dichiarazione del segretario della Cgil, che nel giorno dell’altissima affluenza allo sciopero generale ha detto: “Noi vogliamo rivoltare come un guanto questo Paese. E la rivolta sociale per noi significa proprio dire che ognuno di noi non deve voltarsi dall’altra parte di fronte alle ingiustizie. Anzi deve passare l’idea che il problema mio è il problema di tutti e che solo mettendoci insieme possiamo cambiare questa situazione”. Il segretario aveva già alimentato molte polemiche a destra quando, il 6 novembre aveva evocato per la prima volta la “rivolta sociale” invitando gli italiani ad aderire allo sciopero del 29 contro la manovra. “Cosa esige Landini usando quelle parole? L’attuazione del progetto della Costituzione. – ha detto Tomaso Montanari – Piero Calamandrei diceva che nella Costituzione è racchiusa una “rivoluzione promessa”. L’avrebbero arrestato! Avrebbero detto che incitava alla lotta armata. Era Calamandrei, un uomo del Partito d’azione, un moderato, un padre costituente”.
Secondo il rettore dell’Università per Stranieri di Siena, “c’è una strumentalizzazione che fa pensare che questo governo quasi speri di vedere la violenza nelle piazze e se non la vede, la cerca. A Pisa gli studenti minorenni sono stati picchiati senza alcun motivo, per esempio. – ha proseguito lo storico dell’arte – Le manifestazioni pro Palestina nelle università sono diventate il pretesto per incubare una mostruosa riforma dell’università di cui non si parla mai”. Quanto al diritto di manifestare per Casapound, come è accaduto a Bologna il 9 novembre, per Montanari “dipende da cosa dicono quando manifestano. Come diceva Paolo Barile, allievo di Calamandrei, c’è un’unica opinione a cui la nostra Costituzione toglie le libertà costituzionali ed è quella fascista. I fascisti non hanno diritto di manifestare inneggiando al fascismo. È l’unica opinione che la nostra Costituzione non ritiene un’opinione, ma un crimine“.
Montanari ha spiegato: “Bisogna vedere che cosa dice Casapound, perché se parla di Ezra Pound è un conto, se dice ‘viva il Duce’, ‘gli ebrei al forno’ è un altro. Diciamo che si è avuta una linea molto, molto, molto morbida, contro contro quello che è un pensiero eversivo, intollerante, antidemocratico di destra. Credo che anche l’abusiva criminalizzazione delle manifestazioni di sinistra cerchi di raggiungere questo obiettivo: una parificazione sostanziale, che però non c’è, perché la nostra storia è diversa. Da noi, i comunisti la Costituzione l’hanno scritta, mentre i fascisti sono stati banditi per sempre dalla democrazia: è andata così, anche se c’è qualcuno che non si rassegna”, ha concluso il rettore.