L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares si è dimesso. Il manager ha presentato le dimissioni e il consiglio di amministrazione le ha accettate. Al suo posto, per ora, ci sarà un comitato interno all’azienda guidato dal presidente John Elkann. Lo stesso numero uno della società, da quello che si apprende, ha informato personalmente il capo dello Stato, Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, del passo indietro dell’ad. Dimissioni che però sembrano una cacciata, almeno stando ai recenti risultati dell’azienda, che ha registrato un calo del 20% nelle consegne globali di veicoli nel terzo trimestre 2024, con 1,148 milioni di unità distribuite, rispetto allo stesso periodo del 2023. Le vendite ai clienti finali sono diminuite del 15%, penalizzate dalla transizione del portafoglio prodotti e dalla riduzione delle scorte. In Nord America, in particolare, le consegne sono crollate del 36%, in Europa del 17%, in Medio Oriente e Africa del 26% e in Asia-Pacifico del 30%. In controtendenza solo il Sudamerica. Una crisi che ha colpito nuovamente anche gli stabilimenti italiani e le loro produzioni, e infatti le dimissioni dell’ad rilanciano le preoccupazioni dei sindacati e i toni della politica.

Il comunicato di Stellantis – In un comunicato, l’azienda spiega che “il processo per la nomina di un nuovo CEO permanente è già in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio, e si concluderà entro la prima metà del 2025. Nel frattempo, sarà istituito un nuovo Comitato Esecutivo presieduto da John Elkann”. “Il successo di Stellantis sin dalla sua creazione si è basato su un perfetto allineamento tra gli azionisti di riferimento, il Consiglio e il CEO. Tuttavia, nelle ultime settimane sono emerse vedute differenti che hanno portato il Consiglio e il CEO alla decisione di oggi”, ha detto il Senior Independent Director, Henri de Castries, citato nel comunicato. Nel testo anche i ringraziamenti a Tavares di Elkann, che aggiunge: “Intendo mettermi subito al lavoro con il nostro nuovo Comitato Esecutivo ad interim, con il supporto di tutti i nostri colleghi di Stellantis, mentre completiamo il processo di nomina del nuovo CEO”. La fine del rapporto col manager portoghese era già nell’aria e da ottobre l’azienda aveva iniziato le ricerche di un possibile sostituto, confermando che l’ad del gruppo non sarebbe rimasto oltre il termine del contratto, prevista per l’inizio del 2026. La decisione di Tavares ha dunque anticipato i tempi.

Le reazioni: “Non ci mancherà” – La notizia ha rilanciato la preoccupazione dei sindacati. “Tavares si è dimesso. I lavoratori italiani rimangono. E noi vogliono un piano industriale e occupazionale subito”, ha scritto su Facebook Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil. “Ci aspettiamo nel tempo più breve possibile un nuovo management che dia discontinuità. Il nuovo ad abbia a cuore gli stabilimenti e i lavoratori italiani, riporti in Italia la produzione di auto e rilanci il polo del lusso Maserati”, ha rilanciato Rocco Palombella, segretario generale Uilm. “Non rimpiangeremo Tavares. Il sostenitore della teoria “darwiniana” applicata però solo ai lavoratori. Ora diventa ancora più urgente riconvocare John Elkann in Parlamento. Domani scriverò a Fontana”, ha detto Carlo Calenda a commento delle dimissioni. Stessa richiesta da parte del leader M5s Giuseppe Conte: “Prima ancora che sia nominato il nuovo ad, Elkann dovrebbe venire in Parlamento a spiegarci con quale predisposizione pensano di affrontare la crisi in atto. il Governo dovrebbe finalmente battere un colpo: finora lo si è notato per l’assenza. Il futuro dell’automotive non può essere lasciato all’improvvisazione”. Si associano pure Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs: “Tavares è colui che ha avviato un processo di delocalizzazione dell’automotive in Italia, con politiche che hanno provocato guasti ed esuberi e ritardato i processi di innovazione tecnologica. A questo punto Stellantis ha il dovere di dire cosa vuole fare dei suoi stabilimenti e qual è il suo piano industriale: Elkann sia immediatamente audito in Parlamento”. “Non ci mancherà, la sua gestione è stata drammatica per l’Italia. Ora la proprietà non ha più scuse: presenti un piano industriale serio”, ha scritto su X la vicepresidente del M5S, Chiara Appendino. Ancora più dura la Lega: “Siamo curiosi di sapere quanto prenderà Carlos Tavares come ‘premio’ economico dopo la sua disastrosa gestione”, si legge in una nota del partito. Si accodano alla “convocazione” di Elkann in Parlamento anche i deputati di Fratelli d’Italia, col capogruppo Tommaso Foti che dice: “Era ora che Tavares se ne andasse, ma la transizione al nuovo management richiede responsabilità, tutela dell’occupazione e valorizzazione delle competenze. Diventa quindi ancora più importante che John Elkann si presenti al più presto in Parlamento per riferire sul futuro di Stellantis”.

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