L’orso M91 è stato ucciso nella notte dagli agenti del Corpo forestale trentino. La sera del 30 novembre era stato il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti a firmare il decreto per l’abbattimento dell’animale. L’operazione, hanno fatto sapere le autorità, è stata condotta all’interno del territorio del comune di Sporminore (Trento) e si inserisce nell’ambito di quanto prevede la legge provinciale 9/2018 ai fini di “assicurare la tutela della sicurezza e dell’incolumità pubblica”. L’operazione, infatti, è stata giustificata sulla base del Pacobace (Piano Interregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro – Orientali): M91 in primavera aveva seguito a lungo una persona e, nel corso dall’estate e dell’autunno, era entrato ripetutamente in centri abitati o nelle immediate vicinanze di abitazioni. L’esemplare era stato classificato pericoloso ai sensi del Piano citato (fino al grado 16 su 18).

La decisione, avvallata dall’Ispra, è stata presa per scongiurare “l’evenienza del verificarsi di un evento di ancora maggiore gravità rispetto a quelli già registrati”. Tuttavia la vicenda è più complessa di come la Giunta trentina e le autorità locali vogliono farla apparire: ad aprile il giovane orso era entrato in contatto con un turista a monte di Molveno. Quest’ultimo gli aveva lanciato alcune pietre e lo aveva minacciato con un bastone – comportamenti totalmente sconsigliati quando si incontra un orso – ma M91 non aveva reagito in maniera aggressiva e si era allontanato. Anche le scorribande nei centri abitati hanno un’altra possibile interpretazione: M91 si nutriva dai cassonetti non protetti, cioè quei cassonetti “liberi” mai sostituiti dalla politica trentina con gli appositi dispositivi anti-orso.

“Ancora una volta Fugatti ha firmato un provvedimento ammazzaorsi nella notte e l’uccisione è stata comunicata poche ore dopo, praticando un metodo anche antidemocratico, rendendo così impossibile alla Lav di rivolgersi al Tar per chiedere la sospensione di un decreto tanto sanguinario quanto assurdo perché ha condannato a morte un orso che doveva invece essere preso ad esempio per non avere risposto alle molteplici provocazioni subite nel tempo” ha dichiarato Massimo Vitturi, esperto dell’associazione animalista in grandi carnivori. “Fugatti con la sua politica orsicida e la volontà di impedire la convivenza tra umani e selvatici, più volte dimostrata nel corso degli anni, continua a rappresentare il principale pericolo per i cittadini trentini. La tutela della sicurezza delle persone non si realizza con l’uccisione degli orsi ma solo attraverso la scrupolosa applicazione delle indicazioni scientifiche, alle quali però Fugatti e i suoi sodali sembrano essere del tutto refrattari”.

Anche Michela Vittoria Brambilla, ex deputata Fi e ora presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, ha commentato la vicenda: “Ancora una volta come nei precedenti casi di M90 e KJ1”, ha detto, “il presidente Maurizio Fugatti e la sua giunta hanno agito d’imperio, abbattendo M91 poche ore dopo l’emissione del decreto che lo condannava a morte, per impedire alle associazioni animaliste di presentare ricorso. Si tratta di una prassi inaccettabile che deve finire una volta per tutte”.

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