In tanti piangono, qualcuno ride. La crisi dell’auto è profonda e diffusa ma, per ora, i produttori cinesi sembrano esserne indenni. Anche a causa della loro aggressiva ascesa che ha permesso di conquistare una leadership globale (anche tecnologica) nell’elettrico, i costruttori europei soffrono. Byd, la più grande tra le cinesi e non solo, Xiaoimi e Leapmotor, hanno tutte superato i loro obiettivi di consegna annuali con un mese di anticipo.

Nello specifico Byd ha immatricolato in novembre 504mila vetture, in aumento rispetto alle 500mila di ottobre e portando le consegne da inizio anno a oltre 3 milioni e 700mila, a fronte di un obiettivo annuale di 3,6 milioni. La debuttante e più piccola Xiaiomi ha superato la soglia di 100mila immatricolazioni per la SU7, la sua prima auto, lanciata sul mercato a marzo. L’azienda, nota sinora soprattutto per i suoi smartphone, ha quindi alzato l’obiettivo 2024 a 130mila. Leapmotor è a 251mila vendite annuali, mille in più del target 2024.

Pure il produttore di vetture elettriche Zeekrha è andato meglio del previsto. Solo in novembre ha consegnato 27mila auto, il doppio rispetto all’anno prima, portando il totale del 2024 a quasi 195mila consegne. Risultati oltre le previsioni pure per Spengha e Xpeng. Il marchio di fascia alta Nio ha consegnato 20.575 auto a novembre, in aumento del 28,9% rispetto al novembre 2023.

Sul mercato cinese, il più grande al mondo, la concorrenza rimane feroce. Byd ha affermato che nel 2025 ci sarà la “battaglia finale sui prezzi” e ha chiesto ai suoi fornitori di ridurre del 10% i prezzi della componentistica.

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