A pochi giorni dall’inizio del cessate il fuoco in Libano, le cancellerie occidentali – in particolare Francia e Stati Uniti – protestano con Tel Aviv che continua con gli attacchi oltre il confine. La tregua in Libano vacilla e oggi è arrivata anche la rivendicazione di Hezbollah del primo attacco – dopo il cessate il […]
A pochi giorni dall’inizio del cessate il fuoco in Libano, le cancellerie occidentali – in particolare Francia e Stati Uniti – protestano con Tel Aviv che continua con gli attacchi oltre il confine. La tregua in Libano vacilla e oggi è arrivata anche la rivendicazione di Hezbollah del primo attacco – dopo il cessate il fuoco – verso il nord di Israele: due razzi diretti verso una postazione dell’Idf nell’area del Monte Dov che hanno provocato la reazione del ministro della Difesa israeliano Israel Katz che ha promesso una “risposta forte”. Immediatamente dopo è lo stesso premier israeliano Benjamin Netanyahu a intervenire definendo l’attacco di Hezbollah “una grave violazione del cessate il fuoco” e assicurando che Israele “risponderà con fermezza“. “In generale, la nostra valutazione è che, nonostante alcuni incidenti che stiamo vedendo, il cessate il fuoco sta tenendo“, ha detto in serata il portavoce del Pentagono, Patrick Ryder. In serata però sono ripresi i raid di Israele sul Libano e, secondo l’emittente israeliana Kan, Tel Aviv ha informato preventivamente gli Stati Uniti.
I richiami di Francia e Usa – Tutto questo mentre poco prima il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha chiamato il suo omologo israeliano, Gideon Saar, insistendo “sulla necessità che tutte le parti rispettino il cessate il fuoco in Libano” e ha “sottolineato gli sforzi dispiegati in questo senso dalla Francia, in legame col partner Usa”: nel corso della conversazione, si precisa in una nota diffusa dal Quai d’Orsay, Barrot ha inoltre sottolineato che “l’accordo sul cessate il fuoco con il Libano deve aprire la via ad un cessate il fuoco immediato a Gaza, alla liberazione di tutti gli ostaggi nonché l’ingresso massiccio di aiuti umanitari”. Avvertimenti a Israele sono arrivati anche dagli Stati Uniti. Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Ynet, citando fonti a conoscenza dei dettagli, gli Usa hanno puntato il dito contro le “violazioni dell’accordo sul cessate il fuoco da parte di Israele, principalmente con il ritorno visibile e udibile dei droni israeliani nei cieli sopra Beirut“. Le stesse fonti hanno affermato che, affinché il cessate il fuoco possa durare, “è necessaria moderazione da tutte le parti“. Francia e Stati Uniti fanno parte di un comitato di monitoraggio internazionale che ha lo scopo di garantire che le parti mantengano i loro impegni.
Israele respinge le accuse – Ma il ministro degli Esteri di Tel Aviv, Gideon Saar, respinge le accuse. Riferendo del colloquio telefonico avuto con il suo omologo francese, Saar ha sottolineato “che Israele non sta violando le intese sul cessate il fuoco, ma piuttosto le sta facendo rispettare in risposta alle violazioni di Hezbollah“. “La presenza di agenti di Hezbollah a sud del Litani è una violazione fondamentale dell’accordo e devono spostarsi a nord”, ha aggiunto in un post su X. “Israele si impegna ad attuare con successo le intese sul cessate il fuoco e non tornerà alla realtà del 6 ottobre 2023”, ha concluso.
I raid di Tel Aviv – Ed è lo stesso esercito israeliano a confermare di aver effettuato diversi attacchi in Libano nei giorni scorsi. Per le Idf i raid sono stati conseguenza di azioni di Hezbollah “che hanno rappresentato una minaccia per lo Stato di Israele e violato gli accordi tra Israele e Libano”. L’esercito afferma di aver colpito diversi veicoli militari presso uno stabilimento di produzione di missili nella valle della Beqaa e altri veicoli in diversi siti sul confine tra Libano e Siria, nel distretto di Hermel, utilizzati dai miliziani filoiraniani per il trasporto di armi.
Hezbollah rivendica attacco – Raid che rischiano di far saltare il cessate il fuoco. Hezbollah ha confermato in una dichiarazione di aver lanciato un attacco contro una postazione dell’esercito israeliano nella zona del Monte Dov in seguito a quelle che sostiene essere “ripetute violazioni” del cessate il fuoco da parte di Israele. L’organizzazione filo-iraniana ha affermato che il suo attacco contro il Monte Dov è “un primo avvertimento” in risposta agli attacchi delle Idf in Libano durante il cessate il fuoco e alla “continua violazione dello spazio aereo libanese da parte di aerei israeliani”. Si tratterebbe del primo attacco del gruppo libanese da quando il cessate il fuoco è entrato in vigore la scorsa settimana.
Israele annuncia “risposta forte” – Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz promette una “risposta forte” all’attacco di Hezbollah: “Abbiamo promesso di agire contro qualsiasi violazione del cessate il fuoco da parte di Hezbollah, ed è esattamente quello che faremo – ha scritto Katz su X – Gli spari di Hezbollah contro una postazione dell’Idf a Mount Dov saranno accolti con una risposta forte”. In un post su X il premier Benjamin Netanyahu, assicurando che Israele “è determinato a continuare a far rispettare il cessate il fuoco e a rispondere a qualsiasi violazione da parte di Hezbollah, minore o grave”. Secondo quanto riferito da Haaretz, il governo israeliano si riunirà martedì a mezzogiorno proprio nel nord di Israele.
Nuovi raid nel sud del Libano – Subito dopo l’annuncio di Netanyahu, al Jazeera riporta di attacchi aerei dell’esercito israeliano che hanno preso di mira la città di Yaroun e la zona di Burghaz, nel sud del Libano. Secondo l’agenzia di stampa statale libanese National News Agency, Yaroun è stata attaccata e l’esercito israeliano ha effettuato attacchi anche contro le città di Shebaa, Beit Lif e Talloussa. In quest’ultima ci sarebbero feriti. Le Idf hanno comunicato di aver lanciato un’ondata di attacchi aerei, colpendo sei villaggi nel sud del Libano, in risposta all’attacco di Hezbollah.
Usa: “La tregua sta reggendo” – “La tregua in Libano sta tenendo nonostante alcuni incidenti”, ha comunque commentato il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller in un briefing con la stampa. “Il cessate il fuoco regge”, ha detto Miller dopo che il Libano ha accusato Israele di aver rotto la tregua, e Israele a sua volta ha accusato il gruppo militante libanese Hezbollah di una “violazione grave”. “Quando riceviamo segnalazioni di potenziali violazioni, abbiamo un meccanismo con il governo francese per esaminarle, determinare se sono effettivamente violazioni e quindi interagire con le parti per garantire che non si ripetano“.
Un morto e un ferito – L’esercito libanese aveva poco prima dichiarato che uno degli attacchi israeliani ha preso di mira un bulldozer militare mentre stava eseguendo lavori di fortificazione all’interno della base militare di Al-Abbara, vicino al confine tra Libano e Siria, ferendo un soldato. Mentre il ministero della Salute libanese ha dichiarato che una persona è stata uccisa in un attacco con un drone israeliano sulla città di Marjayoun, nel Libano meridionale. Lo stesso esercito libanese ha annunciato che aumenterà la presenza delle sue truppe fino a 6.000 soldati nell’area a sud del fiume Litani, come riferisce il quotidiano Al Akhbar, aggiungendo che gli uffici di intelligence dell’esercito nelle aree più vicine al confine saranno rafforzati.
Beirut: “Da Israele 54 violazioni” – Accuse a Israele arrivano anche dal capo del Parlamento di Beirut, lo sciita Nabih Berri, secondo il quale Tel Aviv ha già commesso 54 violazioni. “Le azioni aggressive portate avanti dalle forze di occupazione israeliana – afferma in una dichiarazione riportata dall’agenzia libanese Nna – rappresentano una violazione palese dei termini dell’accordo per il cessate il fuoco” entrato in vigore mercoledì 27 novembre. Berri ha così chiesto al comitato incaricato di supervisionare la tregua, che comprende Stati Uniti e Francia, “di iniziare urgentemente la sua azione e di costringere Israele a cessare le sue violazioni e a ritirarsi” dal territorio libanese.