Il malore accusato da Edoardo Bove durante la partita di Serie A tra Fiorentina e Inter ha spaventato tutta l’Italia. L’intervento degli altri calciatori e dei medici della squadra è stato immediato, poco dopo è arrivata anche l’ambulanza che ha trasportato il calciatore d’urgenza in ospedale. Lacrime e terrore dipinti sui volti dei giocatori di Fiorentina e Inter, che quando Bove si è sentito male si sono stretti intorno a lui anche per impedire che venisse ripreso dalle telecamere. In quei momenti concitati, si è visto di tutto: oggi, a distanza di un giorno, è possibile ricostruire cosa è accaduto negli attimi immediatamente successivi al malore del centrocampista viola e poi negli spogliatoi, con la decisione scontata di rinviare la partita.
GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI SULLE CONDIZIONI DI EDOARDO BOVE
Il primo intervento di Cataldi
Al 16esimo minuto di gioco, momentaneamente fermo per un controllo da parte del Var sul gol annullato a Lautaro Martinez, Bove è crollato sul terreno di gioco apparentemente privo di sensi. Dumfries e Calhanoglu, vicini al centrocampista, si sono accorti per primi della gravità della situazione avvertendo le panchine e i sanitari. Danilo Cataldi si è poi precipitato verso il compagno di squadra e, con coraggio, è intervenuto mettendo una mano in bocca al classe 2002 per spostargli la lingua, in modo da evitare il blocco delle vie aeree e un possibile soffocamento. Si è trattato di un gesto istintivo da parte di Cataldi. L’Ansa aveva parlato di una crisi epilettica, circostanza che tuttavia non è stata confermata.
Perché l’ambulanza non è entrata in campo
Chi stava guardando la partita in diretta avrà anche notato che l’ambulanza non è entrata subito in campo. Alcuni calciatori, in particolare Mandragora, Ranieri e Dimarco, sono corsi immediatamente verso il veicolo, protestando veementemente. L’ambulanza però è rimasta ferma per una ragione: il protocollo dei soccorsi è stato rispettato in maniera rapida ed efficiente. I sanitari infatti erano già entrati in campo con il defibrillatore ed erano muniti di tutti gli strumenti necessari per intervenire tempestivamente lì sul posto, senza bisogno di un intervento dell’ambulanza in campo che avrebbe solo rallentato le operazione. Il primo intervento di soccorso medico infatti viene fatto direttamente sul campo. Per fortuna, in tutti i luoghi in cui si fa sport è presente un defibrillatore per legge. Per questo motivo la possibilità di intervento è immediata e non è correlata alla presenza o meno dell’ambulanza che serve solo per facilitare e velocizzare il successivo trasporto in ospedale.
La decisione presa negli spogliatoi
Una volta che Bove ha lasciato lo stadio in ambulanza, diretto all’ospedale di Careggi, i calciatori di Fiorentina e Inter hanno lentamente lasciato il campo dello stadio Franchi ancora visibilmente scossi. La partita è stata inizialmente sospesa, ma era subito chiaro che i giocatori viola non sarebbero mai stato in grado di riprendere a giocare. Lo stesso discorso, peraltro, è stato fatto dai colleghi nerazzurri. Nicolò Barella e il capitano dell’Inter Lautaro Martinez, non appena hanno avuto modo d’incrociare il presidente nerazzurro Giuseppe Marotta negli spogliatoi, hanno subito fatto presente che in nessun caso avrebbero mai ricominciato a giocare, anche a fronte di notizie positive provenienti dall’ospedale. “Il calcio è una comunità e quando si vivono queste emozioni così, particolarmente negative, bisogna stringersi. Da qui è nata la decisione da parte di giocatori, staff, dirigenti e arbitro di interrompere la gara. Un gesto spontaneo, è il minimo che si potesse fare”, le successive dichiarazioni di Marotta.