L’affluenza è stata bassa, solo il 26,02% degli aventi diritto, ma il referendum consultivo sulla “Città unica” di Cosenza è stato chiaro e la legge proposta dalla Regione Calabria è stata bocciata con il 58,23% dei cittadini che hanno detto “No” alla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero. Solo il 41,02%, invece, è stato favorevole alla fusione. Nonostante più dell’80% dei cosentini che hanno votato “si”, a determinare il risultato è stato il voto di Rende e Castrolibero dove il “no” alla fusione ha superato rispettivamente l’81% e il 74%.

Complessivamente sono stati 14mila e 539 i “no”, a fronte di 10mila 241 “si”. Il referendum, comunque, aveva carattere consultivo e non era soggetto a quorum. Potenzialmente, quindi, non è vincolante per la Regione e potrebbe non fermare il progetto di legge firmato da alcuni consiglieri di centrodestra. Per la fusione delle tre città, si è battuta molto Forza Italia a partire dal governatore della Calabria Roberto Occhiuto e da suo fratello, il senatore Mario Occhiuto che è stato anche sindaco di Cosenza e che più volte ha invitato i cittadini a partecipare al referendum: “Il tuo voto è la tua voce. Se non voti, lasci che altri scelgano per te”. Fino a ieri, inoltre, Occhiuto esortava ad andare alle urne: “Oggi è l’occasione per far sentire ciò che pensi e partecipare al futuro di tutti”.

Il messaggio, però, non è passato e, nonostante il referendum non blocchi il percorso della proposta di legge non si può non tenere in conto di cosa hanno deciso i cittadini. Ed è sempre Mario Occhiuto a tirare le somme sui social: “Come spesso accade di fronte a grandi innovazioni e riforme, chi si è sentito direttamente minacciato ha votato no, mentre molti altri, forse per disinformazione o disinteresse, non hanno colto fino in fondo i vantaggi che la fusione avrebbe potuto portare. Ha prevalso il campanilismo, che ha prodotto risultati ribaltati tra Cosenza, Rende e Castrolibero, alimentando divisioni invece di favorire una visione unitaria”. Gli fa eco il vicepresidente del Consiglio regionale Pierluigi Capito di Forza Italia secondo cui “di sicuro c’è stato una comunicazione sbagliata e che sulla fusione qualcuno ha fatto terrorismo psicologico. La discussione, comunque, continuerà. L’obiettivo resta importante e cercheremo di capire come poter andare avanti nel nostro impegno”. Soddisfazione é stata espressa, invece, dagli esponenti dei comitati del “no”. E in particolare dall’ex sindaco di Rende Sandro Principe: “Il popolo – ha affermato – ha temuto di subire un sopruso ed un vero e proprio atto di prepotenza, con la paura di compiere un salto nel buio”.

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