“Un’ora fa la Corte ha depositato la sentenza sull’autonomia, adesso se ne deve occupare l’ufficio centrale del referendum alla Cassazione alla quale abbiamo trasmesso il testo perché deve verificare se ci sono le condizioni o meno per il per referendum, per la consultazione referendaria. Questo è il primo passaggio, poi gli altri si vedrà”. Così […]
“Un’ora fa la Corte ha depositato la sentenza sull’autonomia, adesso se ne deve occupare l’ufficio centrale del referendum alla Cassazione alla quale abbiamo trasmesso il testo perché deve verificare se ci sono le condizioni o meno per il per referendum, per la consultazione referendaria. Questo è il primo passaggio, poi gli altri si vedrà”. Così il presidente della Corte costituzionale Augusto Barbera, intercettato dai cronisti alla Camera, ha risposto su cosa accadrà da oggi in poi alla legge sull’autonomia differenziata e sul referendum promosso. Secondo lei, la domanda, ci sono le condizioni perché si celebri il referendum? “Questo spetta all’ufficio centrale dirlo, sarebbe un’invasione da parte mia. È l’ufficio centrale che lo stabilirà”. A chi gli chiede se a suo avviso l’autonomia differenziata riuscirà ad andare in porto Barbera risponde nuovamente: “Sono domande a cui preferisco non rispondere”.
Un altro tema è quello dell’elezione dei giudici costituzionalisti mancanti. “Auspico” che il Parlamento “riesca rapidamente” ad eleggere i giudici della Consulta in scadenza “perché siamo già in ritardo e corriamo dei rischi di avere un collegio che è sottoposto a un qualunque virus, del raffreddore o dell’influenza. Spero che si riesca”. Lo scorso 28 novembre infatti c’è stata la decima fumata nera. Nessuno ha raggiunto il quorum previsto. E la maggioranza delle schede sono state bianche. La votazione aveva registrato 306 schede bianche e due voti dispersi. I quorum richiesti per eleggere il primo giudice, giunto alla decima fumata nera, e gli altri tre (prima fumata nera) erano diversi: nel primo caso i tre quinti, nel secondo i due terzi. Infatti alla Camera sono state allestite due urne differenti e i parlamentari hanno votato su due distinte schede, una gialla e una azzurra.
Il primo giudice dovrebbe sostituire Silvana Sciarra, il cui incarico è scaduto oltre un anno fa, gli altri tre dovrebbero subentrare all’attuale presidente Augusto Antonio Barbera, a Franco Modugno e a Giulio Prosperetti, tutti in scadenza a fine dicembre.