È un ex magistrato, super fan degli Stati Uniti d’America e nemico giurato dei “cugini” del Nord il presidente della Corea del Sud che ha proclamato la legge marziale per la prima volta dopo 44 anni. Nato il 18 dicembre 1960 a Seul, Yoon Suk-yeol è diventato presidente della Repubblica di Corea il 10 maggio 2022. Dopo essersi laureato in legge presso l’Università Nazionale di Seul, ha intrapreso una lunga carriera come procuratore, distinguendosi per la sua inflessibilità nei confronti della corruzione e occupandosi di casi di alto profilo, compresi procedimenti contro ex presidenti sudcoreani. Nel 2019 è stato nominato capo della Procura Generale, ma si è dimesso nel 2021 per candidarsi alla presidenza, dopo esser salito alla ribalta come figura critica del governo progressista di Moon Jae-in.
Eletto con i conservatori del Partito del Potere Popolare, ha preso il 48,5% dei voti, staccando di appena lo 0,7% (247mila voti) il rivale Lee Jae-Myung del Partito democratico. Yoon ha focalizzato il suo mandato sul rafforzamento dell’alleanza con gli Stati Uniti, sull’adozione di una linea dura contro la Corea del Nord e sulla promozione della Corea del Sud come attore globale nel commercio e nella tecnologia. Mentre il suo predecessore, Moon Jae-in, aveva favorito la via del dialogo con Pyongyang, Yoon ha assunto una posizione più dura, promettendo di rafforzare le forze armate della Corea del Sud, lasciando intendere che avrebbe lanciato un attacco preventivo se avesse visto segni di un’offensiva contro Seul.
Fan degli Stati Uniti – Mentre Moon ha provato a bilanciare la posizione di Seul nel confronto a distanza tra Usa e Cina, Yoon ha sempre ribadito la sua predilezione per Washington. “La Corea del Sud e gli Stati Uniti condividono un’alleanza forgiata nel sangue, poiché abbiamo combattuto insieme per proteggere la libertà contro la tirannia del comunismo”, aveva dichiarato in campagna elettorale. Dopo la rielezione di Donald Trump, l’ufficio presidenziale aveva reso noto che Yoon ha ricominciato a ”praticare il golf per la prima volta dopo otto anni, in preparazione della ‘diplomazia del golf’ con il presidente eletto”. Yoon Suk-yeol ha anche incontrato più volte i vertici delle istituzioni italiane. Nel settembre del 2023 al G20 di Nuova Delhi si è intrattenuto per un bilaterale con la premier Giorgia Meloni, mentre nel novembre dello stesso anno ha accolto a Seul Sergio Mattarella per la visita di Stato del presidente della Repubblica in Sud Corea.
La “gaffe dei cipollotti” – Nei primi due anni del suo mandato, Yoon ha dovuto affrontare un calo irreversibile degli indici di gradimento. Le lotte per far passare le sue politiche in un Parlamento controllato dalle forze di opposizione, senza mostrare i segnali di mediazione tipiche di un sistema democratico e con la totale insofferenza anche verso il suo stesso partito, hanno esacerbato le divisioni. E la sua amministrazione è stata accusata di aver soffocato le indagini indipendenti sugli scandali che hanno coinvolto alti funzionari: 22 le mozioni proposte dal Parlamento, un record. Poi c’è il caso che ha interessato lui e sua moglie per il traffico di influenze. La controversia ha avuto un forte impatto sulla sua popolarità e regalato munizioni politiche inaspettate ai suoi rivali: Yoon e la first lady avrebbero influenzato in modo improprio la selezione dei candidati dei conservatori alle parlamentari suppletive del 2022, su richiesta del mediatore Myung Tae-kyun, un politico che aveva condotto sondaggi per conto di Yoon in vista della sua presidenza. Le elezioni, per la cronaca, le ha malamente perse soprattutto per la “gaffe dei cipollotti“, incapace di valutare il carovita del Paese colpito dall’inflazione in funzione di un elemento principe della cucina sudcoreana. A dispetto del diniego di ogni responsabilità, le opposizioni hanno continuato ad attaccare l’ufficio presidenziale, trasferito da Yoon dalla Blue House (“Deve essere un luogo aperto alle visite della gente”, disse) nel compound fortificato e protetto del ministero della Difesa, da dove ha deciso l’inattesa svolta autoritaria della legge marziale. Tra le sue performance, ospite di Joe Biden nel 2023 alla Casa Bianca, ha cantato American Pie di Don McLean, strappando una standing ovation che gli ha portato forse l’unico rimbalzo di popolarità.
Yoon è diventato il primo presidente sudcoreano a proclamare la legge marziale dal 1980, quando il generale Chun Doo Hwan chiuse le università, vietò le attività politiche e limitò la stampa dopo l’uccisione dello spietato dittatore Park Chung Hee. Questo periodo vide la brutale soppressione della Rivolta di Gwangju, in cui i cittadini protestarono contro il governo autoritario di Chun. I soldati sudcoreani furono in prima linea per reprimere le proteste, causando la morte di centinaia di civili. L’evento rimane un capitolo traumatico e controverso della storia del Paese, che aveva già vissuto la legge marziale durante la guerra di Corea del 1950 e sotto lo stesso Park, che era arrivato al potere nel 1961 con un golpe. Gli ultimi anni della legge marziale coincisero con la transizione democratica del Paese alla fine degli anni Ottanta. Le proteste di massa del 1987, note come Rivolta Democratica di Giugno, costrinsero il regime militare ad adottare una costituzione più democratica e a indire elezioni presidenziali dirette. Il movimento pro-democrazia è riuscito alla fine a realizzare riforme politiche significative, assicurando che la legge marziale non sarebbe più stata una caratteristica comune del governo sudcoreano e relegandola a retaggio del passato autoritario.