Viaggi internazionali, attrezzatura da cucina, quote per acquistare case: per passare dalle stelle alle stalle basta un’inchiesta della magistratura. Ieri mattina la Guardia di Finanza ha eseguito sequestri per un ammontare di 400 mila euro tra Bari, Torino, Cremona e Lodi. Il decreto, firmato dalla Gip di Bari Antonella Cafagna, è stato richiesto dal pm […]
Viaggi internazionali, attrezzatura da cucina, quote per acquistare case: per passare dalle stelle alle stalle basta un’inchiesta della magistratura. Ieri mattina la Guardia di Finanza ha eseguito sequestri per un ammontare di 400 mila euro tra Bari, Torino, Cremona e Lodi. Il decreto, firmato dalla Gip di Bari Antonella Cafagna, è stato richiesto dal pm Baldo Pisani nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato lo chef stellato Michele Minchillo, foggiano d’origine ma da cinque anni risiedente a Crema. Proprio nel comune lombardo, la 31enne promessa della cucina italiana aveva aperto nel 2019, e chiuso nel giugno scorso, il ristorante Vitium, una stella Michelin e due forchette del Gambero Rosso.
Con Minchillo risultano indagati, con le accuse a vario titolo di falso, riciclaggio, peculato, autoriciclaggio e utilizzo di beni e denaro di provenienza illecita, anche il padre Matteo (ex direttore generale e amministrativo dell’Agenzia del Turismo della Regione Puglia, scomparso nell’agosto 2023), la madre Sandra Garau, la sorella Laura e Vito Mastrorosa, responsabile dell’ufficio pagamento dell’ente, oggi in pensione.
Secondo le indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza, lo chef – che si è formato nelle cucine di Dubai e New York – avrebbe fatto acquistare al padre una cucina a gas, frigoriferi, un forno professionale e altre attrezzature da ristorazione per un totale di 40mila euro (materiale sequestrato ieri) attraverso la carta di credito assegnata a Minchillo da Pugliapromozione per ragioni professionali. I sigilli sono scattati anche sui conti correnti degli indagati. La Procura aveva chiesto anche il sequestro della casa di Torino di Laura Minchillo, all’acquisto della quale avrebbero contribuito 12mila euro versati dal padre. La richiesta è stata rigettata, ma i soldi sono stati sequestrati direttamente a lei, insieme ad altri 4mila euro che sarebbero il frutto del reato di peculato commesso dal padre. Il gip spiega che tutti gli indagati avrebbero avuto “piena conoscenza” degli illeciti. I fatti contestati sarebbero avvenuti tra il 2017 e il 2021, anno in cui Matteo Minchillo fu sostituito alla giuda di Pugliapromozione e perse il diritto alla carta di credito aziendale. Oggi l’ente del turismo, diretto da Luca Scandale, si definisce parte lesa nella vicenda.
A giugno scorso, quando aveva deciso di chiudere Vitium, lo chef Michele Minchillo aveva commentato così la decisione: “Invidia tra ristoratori e città poco ricettiva. Ho intercettato commenti fastidiosi e credo che il territorio non sia pronto per un progetto ambizioso e innovativo”. Sul quale già indagava la Guardia di Finanza.