Dopo lo psicodramma andato in scena la scorsa settimana sul canone Rai, con la maggioranza in frantumi su un taglio da 20 euro all’anno, il decreto fiscale ha ottenuto via libera in commissione Bilancio alla Camera che ha dato mandato al relatore, la deputata Fdi Letizia Giorgianni. Il testo andrà in aula alle 18 e il governo porrà la questione di fiducia. Per giovedì è previsto il voto finale. Nel provvedimento non ha trovato spazio la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali chiesta da Forza Italia e Lega. “Di rottamazione adesso non se ne parla…”, ha detto Maurizio Leo, viceministro all’Economia di Fratelli d’Italia, interpellato in Transatlantico.
Subito dopo l’ok al decreto fiscale entrerà nel vivo la discussione sulla manovra. Il Mef e Palazzo Chigi hanno chiesto a più riprese di limitare le richieste ma i partiti si preparano comunque per la battaglia che partirà dalla prossima settimana con il voto sugli emendamenti. Forza Italia insiste con la richiesta di restringere la platea della web tax ripristinando i paletti che escluderebbero le piccole imprese. Sulla tassa esistono proposte di modifica dell’opposizione e dunque il centrodestra dovrà provare a fare a tutti i costi sintesi per evitare di trovarsi in una situazione come quella andata in scena al Senato sul canone.
Si attende, poi, di capire quale sarà la riformulazione del governo sui controllori del Mef, altro punto contestato dagli azzurri che insistono anche sulla questione delle pensioni minime. Un punto sul quale le opposizioni, M5s in primis tornano a pungolarli dopo che si è scoperto che gli aumenti in arrivo l’anno prossimo sono infinitesimali.
Tra gli emendamenti che hanno più di qualche possibilità di venire approvati c’è quello di FdI sulla dote per i figli per le attività extrascolastiche. Così come i due super-segnalati a firma del presidente della commissione VII della Camera, Federico Mollicone. Uno riguarda lo stop all’acquisizione da parte dello Stato di quote delle opere finanziate con il tax credit per il cinema. Un altro prevede 7 milioni per la copertura assicurativa integrativa delle spese sanitarie per il personale dirigenziale e non dirigenziale del Mic e 2,5 milioni per la retribuzione di posizione e di risultato, spettante al personale dirigenziale di livello non generale del ministero.
Il presidente della commissione Lavoro Walter Rizzetto, firmatario dell’emendamento, continua poi a sperare nell’ok sull’apertura del semestre di silenzio-assenzio per trasferire il Tfr ai fondi pensione e sui 50 milioni il fondo per la morosità incolpevole e la detassazione delle mance. La Lega, dal canto suo, insiste sui fondi per il Ponte sullo stretto, un punto sul quale dovrebbe esserci un’intesa nella maggioranza.