Gli stagisti dovranno attendere la nuova presidenza di turno polacca per poter sperare in condizioni di lavoro migliori. Lunedì sera il Consiglio Ue Occupazione non ha infatti dato il via libera all’accordo sulle nuove norme che regolano il tirocini. Un testo che per diversi Stati membri, e anche per la nuova vicepresidente esecutiva della Commissione con delega a Competenze e Diritti Sociali, Roxana Mînzatu, annacquava i provvedimenti e, di conseguenza, anche i principi che avevano mosso a suo tempo la Commissione europea.

Il testo originario proposto dallo Youth Forum e da un gruppo di realtà di vari Stati membri aveva come obiettivo quello di eliminare quelle che erano considerate le grandi mancanze in materia di diritti delle persone che svolgono stage. Garanzie che, in parte, la proposta aveva perso nel corso delle varie discussioni a livello Ue, come ad esempio il principio che gli stage extracurriculari, ossia al di fuori di un percorso scolastico o universitario, non potessero più essere gratuiti. Mînzatu stessa ha poi spiegato che il testo proposto da Budapest riduceva il campo di applicazione della direttiva e indeboliva la lotta ai tirocini fittizi, senza dimenticare la limitazione della clausola antidiscriminazione. “Siamo preoccupati, il testo di compromesso distorce gli obiettivi delle proposte iniziali dell’esecutivo Ue”, ha dichiarato la vicepresidente esecutiva.

Tutte queste motivazioni, spiegate dalla commissaria, non hanno però fermato il governo italiano che ha deciso di votare a sostegno della proposta di compromesso presentata dall’Ungheria, accettando quindi tutte le mancanze denunciate da coloro che si sono detti contrari all’accordo. Una posizione che ha provocato le proteste del Movimento 5 Stelle in Ue: “Il governo Meloni volta le spalle ai giovani – ha commentato in una nota l’eurodeputato Mario Furore – Nel Consiglio Ue Occupazione, l’Italia ha infatti sostenuto un testo di compromesso presentato dalla presidenza ungherese con il quale si annacquava la direttiva sui tirocini. Nella bozza era stato rimosso l’obbligo di retribuzione per tutti i tirocini e ridotto il campo di applicazione della direttiva stessa, rendendola di fatto un guscio vuoto. Per fortuna il testo, sconfessato persino dalla nuova Commissione europea, non è passato e il Consiglio dovrà negoziare una nuova posizione negoziale sotto la prossima presidenza polacca. Nel mercato del lavoro europeo uno stage su due è gratuito e non sono previsti nemmeno i rimborsi spesa ed è necessario dunque intervenire per porre fine a questo sfruttamento legalizzato. Su questo continueremo a tenere alta l’attenzione e a smascherare tutti i disastri che il governo Meloni compie in Europa che penalizzano in particolare i giovani lavoratori”.

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