Il gip di Roma, su proposta del pm, ha archiviato l’indagine per corruzione e traffico d’influenze a carico dell’ex senatore renziano del Pd Stefano Esposito, accusato di scambi di favori con l’imprenditore Giulio Muttoni – ex patron di una società organizzatrice di spettacoli musicali – nel procedimento chiamato “Bigliettopoli“. Il fascicolo era stato aperto dalla […]
Il gip di Roma, su proposta del pm, ha archiviato l’indagine per corruzione e traffico d’influenze a carico dell’ex senatore renziano del Pd Stefano Esposito, accusato di scambi di favori con l’imprenditore Giulio Muttoni – ex patron di una società organizzatrice di spettacoli musicali – nel procedimento chiamato “Bigliettopoli“. Il fascicolo era stato aperto dalla Procura di Torino e poi spostato nella Capitale per decisione della Cassazione. Il destino dell’inchiesta è stato indirizzato in modo decisivo da una sentenza della Corte costituzionale, che a dicembre 2023 ha annullato il decreto di rinvio a giudizio emesso nei confronti di Esposito, giudicando inutilizzabili le sue numerosissime intercettazioni depositate agli atti (132 dialoghi) in quanto acquisite senza autorizzazione del Parlamento.
Secondo la Procura, invece, l’autorizzazione non era necessaria perché le intercettazioni non erano rivolte all’utenza l’ex parlamentare, registrato solo casualmente. Senza le fonti di prova costituite dai nastri, in ogni caso, la prospettazione dell’accusa non poteva reggere: “Le prove, considerate nella loro individualità e, quindi in sintesi logica, non rivelano mai, in alcun caso, la loro concreta, ragionevole idoneità a dimostrare l’esistenza di un patto illecito” tra Esposito e Muttoni, scrive il gip nell’ordinanza di archiviazione, citata dallo stesso politico sui social.
“È la fine di un incubo durato sette anni o, per la precisione, 2.589 giorni“, commenta l’ex senatore. “Questa indagine, basata su congetture e condotta in violazione della legge, ha segnato in modo profondo e irreparabile la mia vita e quella della mia famiglia. Gli ultimi sette anni sono stati un incubo che lascia cicatrici indelebili, nonostante l’attuale epilogo che chiude formalmente questa triste pagina della giustizia italiana”. Secondo il leader di Italia viva Matteo Renzi, “la vita di Stefano Esposito è stata massacrata da un’indagine assurda e priva di ogni fondamento. Oggi che la vicenda si chiude con la conferma della totale innocenza di Stefano, mando un pensiero alla sua famiglia. E sono contento che almeno noi siamo stati tutti i giorni, per 2.589 giorni, al suo fianco. Al fianco della giustizia contro il giustizialismo”, scrive.