In esclusiva per il Web l'artista si racconta a FqMagazine a tutto tondo
Lanciatissima “Senza Paura”, così come si intitolava il suo album di successo del 2013. La “nuova” Giorgia viene da un anno particolarmente fortunato dalla tv (al debutto come conduttrice di “X Factor”) al cinema (“Oceania 2” e “Diamanti”), dalla musica (col nuovo singolo “Niente di male”) fino alla pubblicità (è il volto di Tim). Cos’altro poteva aggiungere Giorgia? La partecipazione in gara al prossimo Festival di Sanremo 2025. La “ciliegina sulla torta” come l’ha definita Carlo Conti. Abbiamo incontrato l’artista alla vigilia della Finalissima di “X Factor” che si terrà il 5 dicembre in Piazza Del Plebiscito a Napoli.
Sei sbucata a sorpresa dal cilindro di Carlo Conti. Perché tornare al Festival?
È stata la canzone a decidere per me. Da qualche mese faccio i provini per il mio prossimo progetto discografico. Poi ho inciso questo brano e solo una volta ascoltato ho capito che era quello giusto. Sono stata supportata da tutto il mio team, abbiamo fatto dei ragionamenti su come supportare questa canzone. Così abbiamo deciso di mandare il pezzo a Carlo Conti. Ed eccoci qui.
Qual è il tuo stato d’animo?
Sono felice, ma anche emozionata proprio come fosse la prima volta. Quel palco rimane troppo importante per me.
Che voto ti dai per la conduzione di X Factor?
Mah dai, mi do una una sufficienza! (sorride, ndr). Perché comunque non era facile. L’idea mi piaceva però quando sono arrivata lì a cose fatte, ho detto ‘Oh mio Dio, è difficile!’…
Perché?
I nostri grandi conduttori la fanno sembrare facile, invece c ‘è un lavorone dietro, come è giusto che sia. In questo caso tu sei lì a tenere un po’ tutte le fila però devi pensare a tante cose contemporaneamente e ti devi proprio mettere da parte.
È una cosa che ti piace?
Sì perché devi essere funzionale al programma e quindi studio per fare quello. Non è facile però mi piace e diciamo che pensavo di andare peggio. Quindi sono andata meglio di quello che io potevo prevedere.
Qual è la cosa che ti ha stupito di più di te stessa?
Proprio la voglia che ho di imparare cose nuove, comunque non sono più una ragazzina, ma è una cosa che proprio mi piace.
Sei tornata a studiare?
Mai smesso! Studio con mio figlio quando mi chiede aiuto per imparare delle pagine che a lui sembrano difficili. L’altra sera studiavo con lui il Partenone, mentre al fianco avevo il copione di X Factor da imparare (ride, ndr). Studiare è una cosa che mi è sempre piaciuta. Quindi mi sono ‘riscoperta’ pronta a farlo, anche con la mente che risponde perché non è detto che poi la mente assorba le nozioni.
Ti piacerebbe condurre un programma?
Mi piacerebbe rifare questa esperienza. Ma vorrei cimentarmi con un format già rodato. Ho scoperto che mi piace proprio essere al servizio di qualcosa. Cioè, quando devo fare l’annuncio, come si dice questo e quello…Insomma la liturgia della conduzione. Poi chiaramente posso anche esprimere delle idee e dare delle opinioni per lavorare in maniera più profonda sulle cose.
È anche un percorso personale oltre che lavorativo?
Sì. Mi piace proprio essere un strumento nelle mani degli altri perché è tutta la vita che mi prendo le mie responsabilità. Ora mi piace anche essere portavoce delle responsabilità altrui, che ovviamente devo condividere. E poi devo dirlo, fare la ‘signorina Buonasera’ è stato sempre il mio sogno.
Davvero?
Certo perché mentre c’erano dei colleghi che si chiudevano nelle camerette e cantavano, io un po’ cantavo ma poi mi prendevo anche Tv Sorrisi e Canzoni e leggevo i programmi della serata. Sì sola come ‘na povera pazza fondamentalmente. Avevo una neuropatia già da piccola (ride, ndr).
E c’è spazio per la musica?
Mai messa da parte, tanto che torno a Sanremo. Non me lo permettono di stare senza cantare. C’è sempre qualcuno che mi dice ‘oh, ma devi cantà, eh!’. Ad esempio Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, quando è venuto a X Factor, mi ha detto ‘sei brava va bene. Però quando torni? Quando cantiamo?’. Gli ho detto ‘sì un attimo per favore, fatemi pure godere momento questo momento che mi piace comunque!’ (ride, ndr). Intanto ‘Niente di male’ porta avanti anche un nuovo progetto che poi sfocerà a Sanremo ed oltre.
Cosa puoi anticiparci del nuovo album?
Uscirà nel 2025. Ho un un nuovo progetto, un nuovo gruppo di lavoro… Sinceramente ne avevo bisogno. In questo sono stata fortunata perché la vedevo come una cosa difficilissima. Volevo tornare a cantare qualcosa che mi regalasse un brivido. Non è facile dopo 30 anni di carriera trovare una canzone che ti colpisca subito e ti faccia dire ‘questa la voglio proprio cantare’.
Perché?
Siamo in un momento in cui ti fanno pensare ‘cos’è che devo cantare anche per essere presente nell’ascolto della gente?’. Ma questo non succede solo a me. Ho sempre pensato che uno debba fare quello che si sente…
Però?
Però questo è un tempo dove quello che tu senti deve per forza avere una corrispondenza con quello che sentono anche gli altri. Se no le cose te le fai a casa tua…. Quindi mi sono anche messa a pensare qualcosa che fosse attuale, cosa che ho sempre fatto, però in questo momento volevo trovare una canzone che mi disse anche l’emozione di cantarla. ‘Niente di male’ è stato un pezzo che ho ascoltato tanti mesi fa. In quel momento avevo capito che era arrivata ‘la’ canzone. Così ho vissuto tutto in un modo diverso, un po’ come mi sento anche in questo momento: strumento di qualcosa, mi faccio anche molto portare. Mi piace questo mio gruppo di lavoro con a capo Slait perché l’ho desiderato da un po’.
Cosa ti piace del suo lavoro?
Il modo che ha di lavorare, mi piacciono tutte le cose che fa anche per altri artisti. Tutte produzioni che io ho ascoltato con attenzione negli ultimi due-tre anni. Mi sento supportata nella maniera in cui desideravo e che mi mancava da un po’.
Sembra tu abbia meno paura, da dove deriva questo nuovo coraggio?
Ho passato anni a cercare di non fare cavolate, quindi non facevo pur di non fare cavolate. A tante cose dicevo di no, sentivo di dover stare nel mio, di non dover invadere altri campi. Poi è arrivato un cambiamento interiore, una sterzata della mia personalità, dovuta anche alla vita che ti cambia. Intendiamoci, la paura di sbagliare ce l’ho sempre, però non mi vergogno più come un tempo, proprio per la paura di sbagliare. Il tempo e le esperienze della vita mi hanno aiutato a lavorare su questa cosa e ho fatto i conti con molte cose, tra cui il fatto di non poter piacere a tutti nella vita…Cosa che un tempo mi sembrava una tragedia (ride, ndr). Quindi non mi affidavo all’altro.
Cosa accadeva?
Ho avuto una serie di rapporti anche difficili con le persone con cui lavoravo perché volevo sempre essere messa al corrente di qualsiasi cosa e questa veniva vissuta come una cosa di ‘una rompe le scatole’. Quindi ero quella ingestibile, quella difficile perché volevo sapere proprio tutto per evitare poi di fare cavolate. Ho imparato anche che quando le cose vanno male, purtroppo è una banalità ma è vero, la vita ti insegna molto di più di quando va tutto bene. Poi vabbè per me non vanno mai bene, anche quando va tutto bene (ride, ndr).
Ad esempio?
Quando è uscito l’album ‘Stonata’ non l’ho percepito come un successo. Poi sono andata a vedere i numeri e, in realtà, quel disco è andato benissimo. Però c’erano stato un sacco di contrasti sui suoni, sull’arrangiamento e quindi l’ho vissuto come ‘oddio cosa ho fatto!’. Contemporaneamente avevo anche l’istinto interiore fortissimo di dire le cose che provo dentro. Lo dico anche ai ragazzi di X Factor che è importante la sicurezza di sapere cosa è giusto per te, perché lo senti dentro, almeno nella musica, con la spinta che ti fa andare sul palco e cantare. Quindi quando facevo il pezzo con la voce distorta, per me era una figata. Poi arrivava chi ti diceva che era una cosa sbagliata, ma quella la sentivo come una mia esigenza. La trovavo una cosa giusta. Diciamo che i tempi sono cambiati, perché un tempo anche per fare un disco, ci mettevi dentro la provocazione. Adesso siamo tutti più attenti, più accorti e anche per il giudizio sui social e come appari e come sei.
Il cinema torna nella tua vita hai doppiato e cantato per “Oceania 2”, c’è un brano nuovo nel nuovo film di Ozpetek “Diamanti”. Com’è stato ritrovarti immersa nelle colonne sonore?
Bellissimo. La Disney mi ha spiazzata e mi sono divertita un sacco. È stato difficilissimo il lavoro di doppiaggio ma sono stata supportata in tutto e per tutto dal gruppo di lavoro stupendo. Ho avuto Massimiliano Manfredi che mi ha guidato nel doppiaggio, è stato veramente bravo. Poi è la voce di Owen Wilson e infatti ho fatto la classica fan ‘mi fai la sua voce che ti registro?’. Ferzan mi ha chiamata dicendo ‘ho un film con Mina e Patty Pravo che cantano, vorrei che cantassi la canzone di chiusura’.
E cosa gli hai detto?
Ma sei pazzo! (ride, ndr). Volevo vedere un po’ il film, capire le atmosfere per poterle poi cantare. Ho fatto tutto tra una prova e l’altra di X Factor, mentre preparavo ‘Niente di male’, poi ho inciso a Milano. Comunque a Ferzan ho detto ‘Guarda, che non verrà mai come ‘Gocce di memoria’, qua dobbiamo fare una cosa diversa, cioè questa è proprio la canzone della fine del film, perché poi arriva in un momento e dice le cose legate alle ultime scene. Quindi è una canzone al servizio delle immagini che si vedranno. Sarà una magia. È stato un bel lavoro di squadra. E il film è davvero bello.
Hai recitato per Papaleo, ma ti è arrivato qualche copione?
No, non capisco perché (ride, ndr). Mi stupisco di come questi qua del cinema non mi chiamano. Ma lo capisco, gli attori devono fare gli attori, non è che arrivo io e come dire… Ma Papaleo è stato molto generoso perché poi mi ha preso per mano e mi ha insegnato il ruolo in tre mesi. Con lui è stato come fare il militare praticamente perché mi ha messo duramente alla prova e giustamente. Però in realtà ricevetti un copione da Tinto Brass…
Ma quando?
Ero giovane. L’ho chiamato ‘maestro, sa non me la sento, la ringrazia ma ecco proprio no’.
Che ruolo avresti dovuto interpretare?
Ero la guardiana del faro, arrivavano in tre, scappati dalla guerra e poi scattava l’erotismo. Ma non avrei mai potuto accettare c’era anche nonna ancora viva, era moderna, però meglio evitare.
Che tipo era tua nonna?
Simpaticissima, un po’ artista pure lei e molto avanti. Lei diceva che dovevo cambiare nome, che dovevo chiamarmi Anais, vai a capire perché. E poi mi criticava sempre i miei capelli una volta mi disse: ‘c’hai i capelli che sembri Er Piotta’ (scoppia a ridere, ndr).
Una famiglia matriarcale insomma…
Certo! Infatti il patriarcato non so davvero cosa sia. Comandavano le donne a casa mia, non era nemmeno quella situazione in cui si lavorava sotto banco, era proprio così. Palese.
E a casa tua come vanno le cose?
Sia il mio compagno che mio figlio sono lentissimi. Gli ultimi dieci minuti prima di uscire di casa mio figlio è lentissimo pure a indossare le scarpe. In casa sono l’unica a sistemare le loro cose. Però quando si tratta delle sue cose, mio figlio è veloce ed è maniacale come un ingegnere. Nella sua stanza sugli scaffali ci sono i Pokémon, tutti i box, il vinile di Thasup, Lazza ordinati in maniera perfetta. E tutto il resto? Ci sono vestiti buttati per terra. Poi lo rimprovero e che fa? Mi dà pure ragione. Ma solo per evitare che possa rompere le scatole ancora di più (ride, ndr).
A proposito di nuove generazioni. Sei d’accordo con Robbie Williams, che aprirà X Factor, che dopo la morte di Liam Payne ha fatto un appello per tutelare i ragazzi da certi meccanismi della discografia?
Io vedo che fanno tante cose. Anche noi ne facevamo, ma loro ne fanno di più. Quindi, secondo me, sono proprio i ritmi che sono più frenetici. Non solo fanno la parte musicale ma c’è tutto il comparto social. Sono come i calciatori che giocano sempre. Il sistema è diventato così perché c ‘è tanta richiesta, tante cose da fare e poi perché si esce continuamente con i brani. Si fa un altro video e poi ancora promozione. Hanno vent’anni e credo sia giusto lasciargli anche uno spazio per capire cosa sta accadendo nelle loro vite, perché poi è difficile godersi quanto si sta facendo.
È successo anche a te?
Mi sono rimproverata una cosa per tutta la vita. Nella prima parte della mia carriera da Sanremo in poi non mi sono resa assolutamente conto di ciò che mi stava accadendo. Quella vittoria non me la sono goduta. Il sistema mi chiedeva sempre di più.
Quale potrebbe essere la soluzione per evitare di essere travolti?
Semplicemente bisognerebbe avere il coraggio di rallentare. Uscire, fare una pizzata con gli amici, perché quegli anni non li recuperi più. Io ho recuperato i miei vent’anni a trent’anni. Ho fatto il Sanremo di ‘Di sole e d’azzurro’ (nel 2001, ndr) che sembravo ‘na deficiente (ride, ndr). Andavo a ballare di sera fino a sera tardi e bevevo. Mi chiamò Marina Rei e m disse ‘ma che stai a fa? Ti hanno vista al bar che bevevi come Billie Holiday!’ (ride, ndr).
E cosa hai risposto?
‘A Marì è la prima volta che me sto a divertì a Sanremo!’. Che matta che ero (ride, ndr).
Ed così che trent’anni dopo “Come Saprei”, Giorgia si ritroverà sul palco del Teatro Ariston per festeggiare questa speciale ricorrenza.