Come ha ricordato il Times, solo 20.565 dei ritratti stampati per essere distribuiti gratuitamente nel paese ha trovato domicilio
Lo sguardo quasi malinconico e l’espressione del volto a tratti interrogativa, poi l’alta uniforme dell’ammiragliato e sullo sfondo il corridoio del castello di Windsor; tanti simboli che non sono bastati allo scatto di re Carlo III fatto da Hugo Barnard per rendere l’immagine del re più popolare. Come da tradizione, il nuovo sovrano l’anno scorso ha posato per un ritratto da distribuire gratuitamente ai palazzi delle istituzioni, agli uffici e alle chiese per sancire la nascita del suo nuovo regno, peccato che la foto di Carlo III in divisa abbia conquistato con successo solo il 30% degli aventi diritto. “L’entusiasmo delle guardie costiere” che in massa (23 sedi) hanno fatto richiesta sul sito, infatti, non ha contagiato tutti gli altri 67.131 dipartimenti che possono fare altrettanto.
Come ha ricordato il Times, solo 20.565 dei ritratti stampati per essere distribuiti gratuitamente nel paese ha trovato domicilio. Una risposta decisamente fredda per questo regno molto complicato sin dal suo nascere, caratterizzato da tanti conflitti familiari, dalle sempre più forti pulsioni di indipendenza da parte dei paesi del Commonwealth e da diagnosi infauste che hanno colpito il monarca e la nuora, Kate Middleton, all’inizio dell’anno e che ora non stanno dando tregua a Camilla, costretta ancora a stare a riposo per una infezione toracica che la tiene lontana dagli impegni pubblici dal 5 novembre. In Inghilterra le istituzioni che hanno appeso l’effige di Carlo III in alta uniforme sono state il 33,5% di quelle che potevano farne richiesta, il 13,7% in Scozia, il 13,8% in Galles e il 10,5% nell’Irlanda del Nord.
Il governo ha speso 2,7 milioni di sterline (più di 3 milioni di euro) per stampare e distribuire gratuitamente la foto con tanto di cornice, praticamente 132 sterline a copia, molte delle quali resteranno chiuse, impacchettate nei magazzini in attesa di spedizione. Forse. Naturalmente, dopo l’investimento, il 73% delle sedi governative si è impegnato ad appendere la faccia del re nei suoi uffici, ma non altrettanto reattivi sono stati i distaccamenti locali e i comuni lontani da Londra. Scarso successo anche tra gli ospedali, in 40 su un totale di 1.454 hanno deciso di regalarsi la foto del re da mettere in bella vista nelle sale d’attesa, uno scarso 3% del totale.
Lo stesso dicasi per le università e le scuole di formazione superiore che solo in 35 hanno mandato formale richiesta di poter celebrare il nuovo regno, così anche qui si parla di un risicato 7,4% del totale. Stesso flop per le scuole che hanno ignorato la possibilità di usufruire dell’offerta nel 67% dei casi. Risulta poi più grave e più pesante le decisione di molte chiese di disdegnare la loro massima autorità, perchè Carlo III, oltre ad essere capo dello stato, è anche il capo della Chiesa d’Inghilterra che, come sappiamo, in questo momento sta attraversando tempi difficili che hanno portato alle dimissioni dell’arcivescovo di Canterbury travolto da uno scandalo legato ad abusi su minori per il quale è stato accusato di “non essere intervenuto in modo fermo, voltando lo sguardo altrove”. Evidentemente neanche l’immagine di Carlo III è stata ritenuta lenitiva per i tormenti dell’istituzione che ha ignorato la possibilità di farne richiesta in massa, solo il 25% infatti avrebbe provveduto ad appenderla.
Eppure la ragione per la quale la corona fa sfoggio del suo sovrano, come prima aveva fatto con Elisabetta II, è quella di esercitare il suo potere sul paese (e sul Commonwealth) per ribadire il proprio valore: “Devi essere visto per essere creduto” amava ribadire la compianta e longeva, regina. Un messaggio di potere filtrato dal senso di “servizio” che i sovrani hanno sempre cercato di trasmettere ai sudditi per essere accettati e digeriti, al netto degli sfarzi, mostrando sempre dedizione ed un esempio a chi, come loro, mette la propria vita a disposizione del Paese. Ma questa volta la forza di Carlo III, inarrestabile anche davanti al cancro che lo ha colpito e che sta curando dallo scorso gennaio, non sembra bastare per proseguire ed implementare la connessione che Elisabetta II era riuscita a stabilire con i suoi sudditi e questo, domani, potrebbe essere un serio problema per la monarchia.