Due cinesi e un olandese sono stati arrestati per il rogo in un magazzino di via Cantoni a Milano, dove morirono tre giovani cinesi, tra cui due fratelli di 18 e 17 anni. I due connazionali delle vittime sono ritenuti i mandanti e sono stati arrestati nel capoluogo lombardo. Il movente sarebbe un debito di 40mila euro che il proprietario avrebbe contratto nei confronti di uno dei due accusati. La terza persona è sospettato di essere colui che ha materialmente appiccato le fiamme: si tratta di un olandese di origine nordafricana, bloccato nei Paesi Bassi in virtù di un mandato di arresto europeo. Le accuse nei loro confronti sono di omicidio volontario plurimo, incendio e tentata estorsione.

L’incendio doloso risale allo scorso 12 settembre e le vittime – Dong Yan, di 17 anni, la sorella Liw Yan, di 18, e un amico, Pan An, di 24 – morirono dentro il capannone di ‘Li Junjun’ mentre dormivano, da ospiti, nella struttura alla periferia di Milano. I tre cercarono di rifugiarsi in un bagno, ma il fumo sprigionato dal rogo non lasciò loro scampo. Poche ore prima del dramma, il padre del titolare del magazzino aveva sporto denuncia ai carabinieri della compagnia del Duomo per una tentata estorsione avvenuta il giorno precedente.

Che non si trattasse di un incidente era stato subito chiaro agli investigatori. L’ipotesi era poi stata confermata dagli accertamenti dei vigili del fuoco all’interno dell’emporio – nel quale erano esposti elementi di arredo – per effettuare i rilievi. Durante le operazioni un pastore belga specializzato nella ricerca di eventuali acceleranti rilevò rilevato la presenza di sostanze che avrebbero alimentato le fiamme nella zona vicino alla porta.

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