Il lupo non è più una “specie rigorosamente protetta”. Il temuto voto del Comitato permanente della convenzione di Berna, organo del Consiglio d’Europa, è arrivato, dando seguito di fatto a quanto aveva chiesto l’Unione europea a settembre, cioè di abbassare il livello di protezione del mammifero. La decisione va nella direzione del corso intrapreso dalla nuova Commissione, che guarda sempre più a destra e sempre meno alla tutela della biodiversità. Non è un caso che a esultare, dopo la decisione della Convenzione di Berna, siano state Ursula von der Leyen e la destra. E, naturalmente, i cacciatori.

Il cambiamento di status entrerà in vigore tra tre mesi soltanto se un terzo dei Paesi parte della convenzione (17 su 50) non si opporranno. E il che è abbastanza improbabile che accada. Successivamente andrà modificata la Direttiva Habitat, e solo dopo ogni Stato membro potrà cambiare le proprie leggi nazionali. In ogni caso, la strada perché il lupo passi da “specie di fauna rigorosamente protetta” a “specie di fauna protetta”, dove quel “rigorosamente” fa tutta la differenza del mondo, è pericolosamente imboccata. Per l’ordinamento europeo e quello italiano tutta la fauna omeoterma è, per legge, protetta. In sostanza significa che il lupo potrà essere cacciato come oggi avviene per altre specie. Nel primo caso, infatti, la convenzione di Berna vieta tutte le forme di cattura e di detenzione, così come l’uccisione deliberata, e il danneggiamento dei siti di riproduzione e di riposo e il possesso e il commercio dell’animale vivo o morto. Nel secondo caso, invece, la convenzione stabilisce che i Paesi, pur dovendo continuare ad assicurarne la sopravvivenza, possono intervenire per prevenire, tra le altre cose, “danni all’agricoltura e agli allevamenti”.

Per richiederne il declassamento Bruxelles ha inviato una serie di documenti per dimostrare come le popolazioni di lupo, in Europa, siano in aumento. In particolare, con stime che indicano che il loro numero è raddoppiato in dieci anni. Esulta così von der Leyen: “Una notizia importante per le nostre comunità rurali e i nostri agricoltori”. Così come, in casa nostra, esulta il ministro Francesco Lollobrigida: “È una grande notizia, siamo stati i primi a sollecitare questo cambio. Le attività produttive in Italia sono state messe in difficoltà” ha aggiunto, “finalmente si torna a ragionare con pragmatismo, superando posizioni ideologiche farneticanti“. Ma anche gli europarlamentari-cacciatori, che fanno il pieno di voti delle doppiette alle tornati elettorali, intervengono: Sergio Berlato, da una parte, e Pietro Fiocchi, dall’altra. Entrambi di Fratelli d’Italia, il partito che, sotto la regia di Lollobrigida e del suo ministero, intende stravolgere la legge che tutela la fauna selvatica e regolamenta l’attività venatoria, in Italia, come anticipato da ilFattoQuotidiano.it.

Finora il Comitato – composto da 50 Stati – aveva sempre respinto tale proposta grazie alla posizione dell’Unione europea. Per il Wwf “il cambio di rotta è stato determinato sulla base di considerazioni eminentemente politiche e in netto contrasto con i dati scientifici attualmente disponibili sullo stato di conservazione del lupo in Europa. La stessa Commissione europea nell’analisi condotta nel 2023 aveva confermato che lo stato di conservazione del lupo in Europa non avrebbe giustificato un declassamento del suo regime di tutela e che l’adozione di misure di prevenzione rappresentava la soluzione più efficace sul medio e lungo termine per ridurre la perdita di bestiame causata dagli attacchi dei lupi”. Per Dante Caserta, responsabile affari legali e istituzionali del Wwf Italia, “è evidente a tutti quanto la natura sia sotto attacco, in Europa come in Italia. La decisione dà ingiustificatamente seguito ai tentativi ideologici di scagliarsi contro la tutela della fauna selvatica portati avanti dal mondo venatorio e da una parte del mondo agricolo. Purtroppo, il governo italiano si è fatto portavoce in Europa di queste istanze antiscientifiche. Come Wwf Italia seguiremo da vicino i prossimi sviluppi e chiediamo al governo italiano e alle istituzioni dell’Unione di riportare la scienza al centro delle decisioni che riguardano la tutela della natura. Vi è però bisogno di una forte reazione da parte dell’opinione pubblica perché le istituzioni devono comprendere che la maggioranza dei cittadini europei vogliono proteggere la biodiversità del nostro continente”.

“Il Comitato permanente della Convenzione di Berna ha votato oggi a favore di un abbassamento del livello di protezione dei lupi, una decisione ampiamente criticata dagli esperti di conservazione e dalle organizzazioni ambientaliste” ha scritto in una nota l’associazione Oipa, che ritiene questa decisione “un grave passo falso nella direzione di un impoverimento della biodioversità in Europa“. Per di più “il commento della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, esprime la motivazione a monte di quella che è una decisione prettamente politica: rispondere alle richieste degli agricoltori ignorando le istanze contrarie che chiedono misure di prevenzione in grado di favorire una serena coesistenza con i grandi carnivori”.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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