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Nuova Commissione Ue: gli elettori di Meloni e Schlein sono contenti del loro voto comune?

di Giovanni M

Dopo varie diatribe interne, tra cui la questione Fitto-Ribera, finalmente è venuta alla luce la nuova Commissione Europea votata, per quel che riguarda il nostro paese, da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Partito Democratico. Una maggioranza talmente risicata che non si era mai vista prima sin dalla sua fondazione: 370 Sì, 282 No e 36 astensioni.

La commissione europea ci dice qualcosa, ovvero come viene percepito quell’organo che incide anche sui governi nazionali: un’entità che, essendo fisicamente lontana, viene percepita come tale, come qualcosa che non può toccarci minimamente, sia per i nostri rappresentanti sia per noi stessi. Al netto delle fazioni, come già detto molte volte, le due leader dei due partiti maggiori d’Italia hanno sempre espresso dissenso nel coalizzarsi. Qui, invece, vista la lontananza, tutto cambia e tutto diventa più ambiguo.

Dalle ultime dichiarazioni di Elly Schlein (“Non sentiamo nostra questa commissione, ma saremo lì a vigilare poiché troppo a destra”) si capisce molto. Se non sente sua questa commissione, perché votarla? Lunga quanto il suo passato da militante nelle istituzioni, motivo per cui questa “bugia bianca” la mette con le spalle al muro. Il fatto di aver tradito ancora una volta il suo elettorato è uno scotto che forse pagherà più avanti, visto anche l’ultimo vertice con i socialisti europei, da cui il riassunto è stato: “mai con la destra”.

Dall’altra parte dell’arco costituzionale, la situazione è simile: Giorgia Meloni è quella che dichiarava che, con la sua entrata nella “stanza dei bottoni”, avrebbe rotto questo “inciucio” tra Popolari e Socialisti. Qualche giorno fa però qualcosa deve essere cambiato, visto che entrando nella maggioranza ha continuato a suggellarlo.

Questo accordo europeo mette chiaramente in discussione la credibilità delle due leader, soprattutto su tre temi da sempre divisivi per molti cittadini, ma che spesso accomunano le scelte di fazioni completamente opposte: austerità, transizione ecologica e guerra. Temi che, sicuramente, allo stato attuale non danno adito a grandi prosperità economiche e sociali nel nostro paese.

“L’abbiamo fatto per il paese” è il solito capro espiatorio che, nella situazione in cui siamo, a qualsiasi comune mortale sembra sempre più difficile da credere. Eppure, dai sondaggi che rilevano le varie aziende, sembra che questa situazione stia avvenendo nel più calmo dei mari in termini di gradimento. Mi chiedo realmente se gli elettori di entrambi i partiti siano davvero contenti di questo “calice amaro” che, prima o poi, ne assaggeremo tutti un sorso.

Gli elettori di Destra sono felici di questo matrimonio con coloro che li hanno sempre tenuti fuori dai giochi? Gli elettori di Sinistra sono entusiasti di quanto la loro segretaria, “Europeista convinta, no matter what”, abbia avallato con chi è stato sempre etichettato dagli stessi militanti “sovranisti che minano la democrazia”?

Se la potevano giocare meglio? Sì. Quel che la segretaria del Pd non ha capito è che sta lanciando, uno dietro l’altro, dei boomerang che, nel frattempo che questi ritornano con gli interessi, se la dovrà vedere con l’alto consenso della premier che, nonostante la “trait d’union” discutibile, non scende. Non mi meraviglio che anche le persone più radicate a sinistra, come avevo sentito in un’intervista durante le Feste dell’Unità di quest’estate, assurdamente votino ora a destra.

Cara Elly, prova a chiederti il perché.

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