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Processo Regeni, Schlein prima dell’udienza con un teste secretato: “Vergogna voler riconoscere Egitto come Paese sicuro”

”Il processo Regeni va avanti, oggi ci aspettiamo un’udienza molto importante, con una testimonianza significativa. Noi ci siamo e ci saremo ogni volta per cercare la piena verità e giustizia che da troppi anni ancora aspettiamo. Tutto mentre si assiste anche alla vergogna di volere riconoscere nell’Egitto un Paese sicuro“. A rivendicarlo, fuori dal tribunale di Roma, la segretaria del Pd Elly Schlein, prima della nuova udienza del processo per il sequestro, le torture e l’omicidio di Giulio Regeni, che vede imputati quattro 007 egiziani. Ovvero, Usham Helmi, il generale Sabir Tariq e i colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati del reato di sequestro di persona pluriaggravato (mentre al solo Sharif sono contestati anche i reati di concorso in lesioni personali aggravate e di concorso in omicidio aggravato, ndr).
“Siamo qui per confermare la nostra piena vicinanza nella ricerca della verità e della giustizia per quanto accaduto a Giulio Regeni e per quanto accade purtroppo a moltissimi egiziani. L’Egitto non è un Paese sicuro, è un Paese in cui un ricercatore italiano è stato torturato e ucciso e in cui migliaia e migliaia di egiziani purtroppo ogni giorno incontrano la stessa sorte”, ha concluso Schlein.