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“A Tavares 100 milioni di euro di buonuscita”: l’indignazione per il (possibile) maxi-bonus all’ex ad di Stellantis e perché può arrivare

È una possibilità, non ancora una certezza, ma già crea indignazione l’eventualità che la liquidazione di Carlos Tavares raggiunga una cifra stratosferica: 100 milioni di euro. Le carte sulla buonuscita dell’ex amministratore delegato di Stellantis verranno scoperte ad aprile, quando sarà presentato il bilancio del gruppo franco-italiano che raggruppa 14 marchi dell’auto. Ma la voce […]

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È una possibilità, non ancora una certezza, ma già crea indignazione l’eventualità che la liquidazione di Carlos Tavares raggiunga una cifra stratosferica: 100 milioni di euro. Le carte sulla buonuscita dell’ex amministratore delegato di Stellantis verranno scoperte ad aprile, quando sarà presentato il bilancio del gruppo franco-italiano che raggruppa 14 marchi dell’auto. Ma la voce – iniziata a circolare tra i sindacati francesi – sta già creando uno sconquasso. Come è possibile che un manager se ne vada – le parole di John Elkann di lunedì sera lasciano intendere che sia stato allontanato – con in tasca un assegno virtuale a cinque zeri, nonostante le eredità lasciate e i cattivi risultati del suo ultimo anno?

“Spero che il Consiglio di amministrazione e chi ha delle responsabilità intervenga per impedire che ora al danno si aggiunga la beffa di un accompagnamento all’uscita di centinaia di milioni di euro, che andrebbero invece investiti nell’azienda, a partire dagli stabilimenti italiani, nella ricerca e sviluppo e nelle lavoratrici e lavoratori che, ricordo, sono già a casa in cassa integrazione e forse riprenderanno a lavorare a gennaio”, ha tuonato il segretario generale della Fiom-Cgil Michele De Palma poco dopo l’annuncio della separazione sottolineando come al sindacato fossero “già chiare le proporzioni del fallimento industriale e occupazionale dell’amministratore delegato”, ai quali “si sta aggiungendo quello finanziario”.

Reazioni sdegnate per la possibilità sono arrivate anche da diversi politici italiani, mentre l’azienda parla di “congetture”. Ma l’opzione sul piatto. La ragione è legata ai maxi-dividendi, pari a 23 miliardi di euro, assicurati agli azionisti attraverso la sua strategia di minimizzazione dei costi per massimizzare i margini nel corso dei quattro anni alla guida di Stellantis. Ma non solo: a incidere potrebbe essere l’uscita anticipata. In ogni caso, la vicenda dovrà passare al vaglio dell’assemblea dei soci. Si tratterebbe di un caso da guinness, alla luce dei tanti nodi che il manager ha lasciato sul tavolo del comitato ad interim che farà da ponte fino alla nomina del suo successore.

Ma del resto già i suoi emolumenti in questi anni erano stati stellari. E fuori scala rispetto agli omologhi europei. L’ex ceo di Stellantis – stipendio base da 10 milioni di euro – nel 2023 ha avuto una retribuzione di 36,5 milioni, con un aumento del 56% rispetto ai 23,5 intascati nel 2022. I termini di paragone sono impietosi: Oliver Blume, numero uno di Volkswagen, ha intascato circa 10 milioni di euro, Ola Källenius (Mercedes-Benz) ne ha intascati 12 e il ceo di Bmw, Oliver Zipse, si è fermato a 9. Tantissimi se paragonati agli “appena” 5 di Luca de Meo, il timoniere di Renault e tra i nomi più chiacchierati come possibile successore proprio di Tavares.