Libri e Arte

‘Trump. La rivincita’: Glauco Maggi traccia la linea di interpretazione del Trump 2

Nei giorni cui Joe Biden che, come dice Antonio Polito su Il Corriere della Sera, tenendo famiglia decide di graziare il figlio Hunter, che rischiava pene carcerarie piuttosto dure, mi giunge il nuovo libro di Glauco Maggi: Trump. La rivincita, Mind Edizioni. Conosco Glauco Maggi da quando frequentava la sinistra extraparlamentare a Milano, i nostri percorsi si sono sempre un po’ accostati, prima di tutto per via del fatto che è sposato con Maria Teresa Cometto, brillante giornalista che vive a New York da una vita e che oltre a condividere con lui una casa, una figlia, dei nipotini e la nazionalità statunitense lo segue in queste avventure editoriali, ma anche perché sono stato capoufficio stampa di Ibm Italia dopo di lui, e soprattutto perché per me rappresenta una voce aggiornata, documentata e obiettiva dell’America del terzo millennio che i nostri media faticano a conoscere.

Glauco rappresenta il primo degli italotrumpiani in un’isola a trazione democratica quale è New York. Nonostante questo ha saputo prevedere nel 2016 la vittoria di Donald su Hillary, di soffrire e di arrivare a condannare il Nostro dopo Capitol Hill, ma di tifare ancora per Trump a queste elezioni e di gioire per la sua vittoria. Mi ha confessato che questa volta ne era meno convinto di me, che pur tifando per Harris dichiaravo che avrebbe vinto l’ex presidente a partire da una mia profonda sfiducia nelle doti intellettive degli elettori statunitensi (caro Salvini, lo so che tu sostieni che il popolo ha sempre ragione, ma mi sembra che la Storia non sempre lo confermi).

Glauco Maggi, in questo nuovo libro che dovrebbe stare sulla scrivania nei nostri uomini politici ma anche dei nostri imprenditori ed economisti, non si diletta solo nel raccontare il perché di una vittoria e le cause della sconfitta dei democratici, ma traccia una linea di interpretazione di quello che sarà il Trump 2, la rivincita appunto, che detta così mette un po’ paura, ma che conosceremo, magari leggendo il periodico La Voce di New York, su cui GM si diletta ad esprimere il proprio controcanto.