Roma, 9 dic. (Adnkronos) - "La corruzione è un danno sia per il nostro Paese che per la sua immagine, per la nostra credibilità. Non è un fenomeno soltanto nazionale, ma sempre più transnazionale, e serve collaborazione anche con chi opera all'estero contro la corruzione". Lo ha detto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo alla Farnesina alla Giornata Internazionale Anticorruzione.
"Le forze dell'ordine che operano nelle nostre ambasciate - ha aggiunto Tajani - danno un contributo molto importante alla lotta contro la corruzione. E rappresentano anche una bella immagine del nostro Paese e la loro efficienza è frutto di grande considerazione da parte di altri Paesi, tant'è che ci chiedono di avere rappresentanti delle nostre forze dell'ordine per contribuire attraverso la loro esperienza alla formazione dei loro uomini e donne impegnate contro la corruzione".
"Questa è una sfida che ovviamente non si può combattere da soli, bisogna andare sempre verso una maggiore armonizzazione dei sistemi giuridici - ha sottolineato il ministro - Abbiamo messo questo tema tra le priorità della Presidenza nazionale del G7. Abbiamo promosso l'adozione, al vertice di Borgo Ignazia, di un documento di indirizzo basato sulla nostra metodologia di assistenza tecnica in tema di contrasto alla corruzione. Abbiamo avviato un programma sull'anticorruzione a beneficio dei nostri Paesi partner del sud-est asiatico, un'area sempre più strategica nella nostra politica estera. Abbiamo voluto dedicarlo alla memoria del giudice Rosario Livatino, beatificato per la grande fede che lo animava anche nella lotta alla corruzione e alla mafia".
"Abbiamo avviato un programma sull'anticorruzione a beneficio dei nostri Paesi partner del sud-est asiatico - ha detto ancora Tajani - un'area sempre più strategica nella nostra politica estera. Ai Paesi del Sud e del Sud-est asiatico abbiamo anche esteso uno dei nostri programmi, il 'Falcone e Borsellino', per il contrasto al crimine organizzato già attuato con successo in America Latina. Stiamo lavorando intensamente anche nei Balcani ed in Africa. Sono stato in ottobre in Argentina e in Brasilia, dove ho raccolto con orgoglio il sincero ringraziamento dei miei interlocutori politici per i numerosi programmi di assistenza tecnica e formazione nel settore giudiziario. Basti pensare che il Parlamento argentino ha da poco introdotto nel codice penale disposizioni antimafia ispirate a modelli italiani".
"Sono lieto anche di annunciare - ha continuato il vice premier - l'avvio di tre importanti progetti in cinque paesi del Sud America, Brasile, Argentina, Ecuador, Cina e Messico per la condivisione dell'esperienza strategica e tecnico-operativa dell'arma dei carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato. Siete strumenti fondamentali anche per la nostra politica estera. Io credo che la politica estera italiana non possa essere svolta soltanto dal Ministro e dai diplomatici, è tutto il sistema Italia che deve muoversi. Stiamo lavorando molto bene con la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza. Abbiamo chiesto il vostro aiuto anche per un altro aspetto dove c'è corruzione, che è quello della concessione dei visti e concessione della cittadinanza".
"Ho chiesto al Capo della Polizia di assegnare un numero di agenti della Polizia di Stato da inviare presso le nostre ambasciate, presso i nostri consolati, per un maggiore controllo riguardo la concessione dei visti. E ho deciso anche di cambiare le nostre ispezioni, quelle del Ministero degli Esteri, nelle nostre ambasciate, nei nostri consolati, sia per quanto riguarda la concessione della cittadinanza italiana, sia per quanto riguarda la concessione dei visti. Le ispezioni periodiche non le faremo più solo con il personale del Ministero degli Esteri, ma abbiamo deciso di utilizzare per queste ispezioni anche l'Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza, che hanno una presenza nutrita dentro questo Ministero, proprio perché anche la corruzione si annida anche dietro la concessione di cittadinanze e di visti".
"Quest'azione congiunta ha un importante risvolto anche per la cittadinanza italiana, anche in termini di crescita economica e sviluppo. La diplomazia giuridica offre un'immagine positiva del nostro Paese, che si riverbera favorevolmente anche sulle nostre imprese, perché la lotta alla corruzione è una sfida che deve essere raccolta in maniera corale da tutti e sono contento per questo della presenza oggi di tanti rappresentanti delle istituzioni, imprese e società civili. In questo senso la lotta alla corruzione contribuisce a rafforzare la competitività dell'Italia, inserendosi nella cittadinanza italiana. Questa è la più ampia strategia di diplomazia della crescita che ho avviato per favorire l'export e la internazionalizzazione dei nostri territori".
"Contribuendo al rafforzamento dei sistemi giuridici dei nostri partner, vogliamo garantire alle nostre imprese maggiore certezza del diritto anche all'estero e parità di condizioni nell'accesso ai mercati internazionali. Nella lotta alla corruzione l'esempio ha un ruolo cruciale. Il ministero degli Esteri è in prima linea anche al proprio interno in un'azione di contrasto senza quartiere a ogni forma di irregolarità. Ho voluto che ci fosse sempre maggior collaborazione tra di noi e questa è diplomazia giuridica. Attraverso questo impegno abbiamo invertito un'ingiusta narrativa negativa dell'Italia. I programmi Falcone e Borsellino, i programmi Livatino e la stessa nostra azione di diplomazia giuridica hanno fatto dell'Italia un punto di riferimento".
"Ho invitato l'Italia ad ospitare l'Accademia Internazionale dell'Osce per il contrasto ai crimini finanziari presso l'Istituto di Alta Formazione della Guardia di Finanza d'Ostia. E' la dimostrazione che quando l'Italia fa sistema è in grado di guidare l'azione interministeriale. Il Governo vuole continuare ad investire su questa nuova espressione del saper fare italiano. Vogliamo costruire un mondo più sicuro per le relazioni internazionali e per le nostre imprese".