L’Unione Europea sta studiando una stretta fiscale per contrastare il crescente flusso di pacchi provenienti da piattaforme di e-commerce asiatiche come Temu e Shein, come riporta il Financial Times. Questo intervento si rende necessario a causa del rapido aumento delle vendite online, che in molti casi sfuggono ai controlli doganali. Secondo fonti del Financial Times a conoscenza delle discussioni, tra le proposte in esame figurano una nuova tassa sui ricavi delle piattaforme di commercio elettronico e una tariffa di gestione amministrativa per articolo che renderebbe la maggior parte delle spedizioni meno competitive. Il Commissario europeo per il commercio, Maroš Šefčovič, ha dichiarato che quest’anno saranno spediti nell’UE circa 4 miliardi di pacchi di basso valore, quasi tre volte quelli del 2022. La maggior parte di queste spedizioni, essendo al di sotto della soglia di 150 euro per i dazi doganali, sfugge ai controlli, favorendo l’importazione di merci pericolose, come giocattoli tossici.

Le istituzioni europee sono preoccupate per la concorrenza sleale che le aziende locali devono affrontare, a causa dei costi più elevati necessari per conformarsi agli standard dell’UE, e per l’impatto negativo sulle economie locali. Inoltre le aziende cinesi, grazie a costi postali sovvenzionati, riescono a spedire a prezzi contenuti grandi quantità di beni via aerea. Tra le proposte sul tavolo c’è l’eliminazione della soglia di esenzione da dazi doganali sotto i 150 euro, una misura già in fase di attuazione anche negli Stati Uniti. Tuttavia, ciò aumenterebbe il carico di lavoro per i funzionari doganali, che già devono gestire enormi volumi.

EuroCommerce, l’associazione che rappresenta i rivenditori dell’UE, ha accolto favorevolmente la stretta, ma ha espresso dubbi sulla compatibilità di una tassa di gestione con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio, che limitano le imposte doganali al costo del servizio reso. “Per ora esortiamo la Commissione europea e gli stati membri a intensificare l’applicazione a livello nazionale e a superare le divisioni tra i vari ambiti di competenza”, ha dichiarato l’associazione, sottolineando che “ci vorranno anni perché le nuove regole entrino in vigore”. Il numero di prodotti pericolosi segnalati nell’UE è cresciuto di oltre il 50% nel 2023, superando quota 3.400. La Commissione sta inoltre indagando su Temu per la presunta vendita di prodotti non sicuri, come giocattoli e cosmetici, che non rispettano gli standard europei.

Un documento interno del Financial Times rivela che la nuova Commissione punta a presentare una proposta entro febbraio. “Il commercio elettronico sarà una priorità fondamentale del mandato della nuova Commissione, in particolare rafforzando le misure volte a impedire l’ingresso nel mercato dell’UE di prodotti non conformi”, ha affermato un portavoce della commissione. “Supportiamo i cambiamenti di politica che avvantaggiano i consumatori – ha dichiarato Temu – Crediamo che le politiche eque non influenzeranno le dinamiche commerciali competitive”. Stessa posizione di Shein, che ha commentato: “Sosteniamo pienamente le riforme che avvantaggiano i consumatori europei e garantiscono una concorrenza trasparente su un piano di parità”.

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