I carabinieri del Ros hanno smantellato una rete di fiancheggiatori che ha orchestrato e favorito la latitanza di Marco Raduano, noto boss della mafia garganica, evaso il 24 febbraio 2023 dal carcere di Badu e Carros, in provincia di Nuoro, e arrestato in Corsica il 1° febbraio 2024. L’operazione, condotta in esecuzione di due ordinanze cautelari emesse rispettivamente dal giudice per le indagini preliminari di Bari e da quello di Cagliari su richiesta delle Dda delle due città, ha portato all’arresto di 21 persone tra la Sardegna, Vieste, in provincia di Foggia, Mestre, in provincia di Venezia, e la Corsica.
Per quanto riguarda il versante sardo, dalle indagini, fa sapere la questura di Nuoro, sono emerse “presunte responsabilità di quanti ne avrebbero agevolato l’evasione e favorito la latitanza: in particolare, si tratterebbe di diversi soggetti, alcuni di origine sarda, altri dimoranti in provincia di Venezia, nonché di alcuni cittadini francesi, dimoranti in Corsica”. Tra loro c’è anche un agente della polizia penitenziaria, già in servizio presso il carcere Badu e Carros, che, secondo l’accusa, “avrebbe agevolato nella fuga Raduano, tra l’altro fornendogli telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici di comunicazione”.
Dalle indagini “svolte dallo Sco, dalle Sisco di Cagliari e Venezia e dalle squadre mobili di Nuoro e Venezia, congiuntamente al Nic della polizia penitenziaria, supportate da attività tecniche e successivamente corroborate dalle dichiarazioni acquisite nel corso delle indagini congiuntamente dalle procure di Cagliari e di Bari”, come fanno sapere gli investigatori, “si presume che Raduno abbia organizzato l’evasione dal carcere nuorese contando sull’aiuto di un soggetto dimorante a Venezia”.
L’evasione e la successiva latitanza sarebbero state favorite” anche dalla disponibilità di telefoni criptati e di denaro contante e dall’aiuto ricevuto in occasione della permanenza in territorio nuorese, prima di raggiungere la Corsica, dove avrebbe goduto di ulteriori aiuti. Dalle indagini sono anche emerse presunte responsabilità circa un traffico di sostanze stupefacenti”, spiegano gli investigatori. La Polizia nazionale francese, con la diretta partecipazione di investigatori della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria, ha eseguito in Corsica – a Bastia, dove Raduano venne catturato – un mandato di arresto europeo emesso dall’autorità giudiziaria di Cagliari nei confronti di alcuni soggetti” che lì risiedono, anch’essi presunti responsabili del favoreggiamento della latitanza.
Contestualmente, la Dda di Bari guidata da Roberto Rossi, supportata dalle dichiarazioni di Raduano – nel frattempo diventato collaboratore di giustizia – e di altri pentiti, ha ricostruito anche il supporto fornito da alcuni soggetti foggiani legati all’ex boss di Vieste. Sette le persone arrestate su ordine della giudice per le indagini preliminari Gabriella Pede. Il gruppo foggiano avrebbe supportato Raduano con l’acquisto di criptofonini, denaro derivante da un traffico di stupefacenti con la Spagna e pacchi di generi alimentari durante il periodo natalizio.