Il consiglio arriva da chi questo dramma lo ha già vissuto: “A Bove voglio dire di rimanere tranquillo e capire il problema“. Prima la salute, poi arriverà tutto il resto, compresa l’ipotesi di tornare a giocare a calcio. Quello che non ha più potuto fare Felice Natalino, ex difensore dell’Inter e ora osservatore per il settore giovanile nerazzurro. Disse addio al pallone oltre un decennio fa, nel 2012, per una cardiomiopatia aritmogena. Aveva appena esordito con l’Inter di Benitez a 20 anni, insieme ai campioni del Triplete. La sua carriera si è fermata ancora prima di esplodere. “Anche per me fu una mazzata, avevo investito la mia vita sul calcio e all’improvviso mi sono ritrovato fermo. Non è facile”, ha ricordato in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. Oggi Natalino ha 32 anni e un’esperienza da raccontare dopo quanto successo a Edoardo Bove, centrocampista della Fiorentina colpito da un malore nel corso del match tra i viola e l’Inter.

“Quando successe a me ero già in ospedale. Non giocavo già da un po’ per via della mancata idoneità. Conoscevo i sintomi, avevo fatto gli esami, ero monitorato. È stato difficile, ma a oggi sono grato a chi si accorse del problema”, ha spiegato Natalino. Che poi ha aggiunto: “Il mio primo pensiero non fu quello di tornare in campo, ma ho letto che Bove avrebbe espresso subito questo desiderio. C’è da dire che il mio è stato un caso diverso. Stressare il cuore lo avrebbe ‘rovinato’ ancora di più. Edoardo deve ancora capire cos’ha, ma dovrà rendersi conto di quanto accaduto e non sottovalutarlo“. Natalino infatti ha voluto ribadire un concetto: “La salute è la cosa più importante”, poi “potrà pensare al futuro“.

Un futuro che per Bove potrebbe anche prevedere l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo, come quello dell’ex Inter Christian Eriksen. È presto per fare previsioni, ma le regole italiane sono chiare: se si configurasse questo scenario, per il 22enne non sarebbe possibile ottenere l’idoneità per tornare a giocare in Italia. Proprio per questi motivi Eriksen ha dovuto abbandonare la Serie A. Natalino ha raccontato quale fu la sua scelta: “Io sarei potuto andare a giocare all’estero, ma non me la sono sentita”, ha ammesso. Una decisione sofferta, ma che oggi l’ex Inter è riuscito a metabolizzare e accettare: “Non ho nostalgia del campo, anche se nel calcio di oggi sarei stato utile come braccetto. Contro la Lazio, ad esempio, giocai bene tutta la partita, poi Zarate mi ‘frego’ all’ultimo e subimmo gol. Ma ho avuto il privilegio di giocare con Eto’o, Milito e gli eroi del Triplete. Le ripeto: sono fortunato“. “E lo è anche Edoardo. Sono sicuro che già lo sa”, ha concluso Natalino.

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