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“La droga? Ho provato per la prima volta le pasticche questa estate, io e i miei migliori amici in una casa, con tanta musica…”: così Alessandro Borghi

"Mi spiego: io in estate prendo sempre questa casa in affitto e con tutti i miei migliori amici stavamo chiusi là. Una situazione bellissima...", il racconto dell'attore che è stato ospite del podcast di Alessandro Cattelan, Supernova

Tra gli ospiti di Alessandro Cattelan, nel suo podcast dal nome Supernova, stasera c’è Cattelan, è arrivato proprio di recente Alessandro Borghi. Il grande attore romano, classe 1986, si è raccontato tra vita privata e vita professionale: dall’ultimo Campo di battaglia alla serie Netflix Supersex, dove ha interpretato Rocco Siffredi, fino alla prima recente esperienza con le droghe. “Ho preso per la prima volta delle pasticche quest’estate. Prima non mi ero mai drogato e sono contro la cocaina, non mi piacciono le persone si intrippano e diventano la parte brutta di loro. Non voglio fare il bigotto ma è così”, ha esordito sul delicato argomento. Poi Borghi ha aggiunto: “Mi spiego: io in estate prendo sempre questa casa in affitto e con tutti i miei migliori amici stavamo chiusi là. Una situazione bellissima, con tanta musica e gente a cui vuoi bene e succede una cosa meravigliosa. Credo di aver ballato 67 ore per una settimana”. Una volta tornati a casa, è accaduto qualcosa di emotivamente forte: “Nota negativa: quando siamo tornati in noi, abbiamo avuto un down emotivo. Sono entrato a casa e piangevo: ‘Amore io ti amo, guarda nostro figlio quanto è bello’. Ci sono foto di noi amici nudi abbracciati. Per quasi tutti è stata la vacanza più bella della vita. Però che paura se lo dovessimo fare in mezzo a un locale. Ti vengono gli occhietti come quelli di Carletto dei Sofficini“. “Io penso che ognuno possa fare quello che vuole ma non mi sono mai drogato e anche le pasticche mi mettono paura. Non vorrei mai perdere il controllo”, ha detto invece Cattelan.

Borghi ha anche parlato della sindrome di Tourette, scoperta solo quattro anni fa. È stata la fidanzata Irene Forti – ex modella, psicologa e manager a cui è legato dal 2019 e con cui ha un figlio – a fargli notare che forse quelli che aveva non erano tic ma una vera e propria sindrome. “Lei mi ha guardato e mi ha detto ‘amore, tu non hai dei tic, tu hai la Tourette, ce l’hai motoria e non verbale’. Ah bello scoprirlo a 34 anni”. Quindi l’attore ha aggiunto: “Nella mia vita non è cambiato chissà cosa, ho capito cosa fosse e come gestirla. Quando vivo situazioni di stress, come stare a tavola con 8 persone, devo dire a inizio cena: ‘Scusate, ho dei tic’. Almeno evito quella mezz’ora in cui tutti si guardano e pensano che mi drogo, come hanno fatto per 30 anni“. Nella lunga chiacchierata, più di un’ora, ha parlato anche della propria esperienza genitoriale. Com’è stato diventare papà? “Incredibile, lui è dolcissimo e ogni giorno c’è una scoperta nuova – le parole di Borghi sul figlio piccolo – . Mi fa impazzire che adesso è in fissa quando vede o sente gli aerei. Si ferma e dice ‘aereo’ per dieci minuti, una delle tre parole che conosce. È stupendo, è veramente bello. Con me e Irene è un po’ anaffettivo, tu lo baci e lui si sposta. Agli altri bambini invece fa tipo dei placcaggi e li butta per terra. Li ama, impazzisce per loro e per i cani. Ha un carattere tosto, sono molto curioso di vederlo crescere, è figo”.

Borghi ha anche parlato dell’esordio nel campo della recitazione. “Tu hai cominciato come stuntman?”, la domanda di Cattelan. Allora Borghi ne ha approfittato per chiarire: “Sì… cioè, diciamo che a un certo punto è andata in giro questa leggenda per cui io facevo lo stuntman e poi mi hanno scelto per fare dei film. No, zero. Io facevo lo stuntman e poi totalmente da un’altra parte mi hanno chiesto di fare un provino per Distretto di Polizia 6 e, quello che è ancora il mio agente, mi aveva fermato dicendomi: ‘Sai, ci serve uno con la faccia come la tua’ etc. e iniziai facendo questa roba qui. La scene pericolose di oggi? Le faccio tutte io”. Riguardo a Supersex ha detto: “È stato complesso, io mi sono proprio buttato. I rischi di comunicazione erano tanti, la mia unica prerogativa era quella di rispettare la scrittura e provare a non fare inca**are Rocco. Devo dire che i primi due mesi e mezzi siamo morti dalle risate. Come ho fatto? Io non ho un grande senso del pudore. Nel rispetto di tutti, è stato qualcosa di molto libero. […] Sono molto felice di averla fatta e che Rocco sia stato felice. Negli Stati Uniti la serie è stata boicottata perché Rocco era stato accusato di molestie da una giornalista. In pochi giorni si è concluso tutto ma, nel dubbio, la serie è stata boicottata. E poi è successa una cosa strana: Netflix non è un’unica famiglia. Netflix Italia promuove i suoi prodotti sui propri canali ma non è detto che Netlix US li promuova. E questo è un peccato, infatti io feci molta pressione perché era una roba che aveva un richiamo internazionale. E loro (il reparto social di Netflix US, ndr) scelsero una clip muta in cui si vedeva solamente io che facevo sesso con una su un divano. E basta. Gli americani si sono inca**at, mi dicevano: ‘Ho aperto il telefono con mio figlio piccolo’. Non so perché sia successo tutto in quella maniera. Non sono un complottista generalmente, però ripensandoci adesso mi è sembrato che qualcuno volesse assicurarsi di avere una motivazione per boicottare la serie perché Rocco era una persona scomoda da raccontare”.