“Bocchino dice che io soffio sul fuoco e che ci può scappare il morto? Si deve solo vergognare. Ma dove vive? Forse non lo sa, ma oggi si muore sul lavoro, muoiono tre persone al giorno sul lavoro. Lì si muore, non manifestando o difendendo i propri diritti. Il problema vero è che il governo non sta ascoltando e non vorrei che fosse il governo a cercare di creare in tutti i modi dei disordini, anziché fare il suo mestiere“. Così a Dimartedì (La7) il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, commenta le dichiarazioni del direttore editoriale del Secolo d’Italia, Italo Bocchino, che ha duramente attaccato il sindacalista assieme al leader della Lega, Matteo Salvini.
Landini si pronuncia poi sull’intervista rilasciata da Giorgia Meloni, al solito, nella trasmissione di Nicola Porro, Quarta Repubblica (Rete 4), dove la presidente del Consiglio ha tacciato il capo della Cgil di “attaccare questo governo per ragioni ideologiche” e ha sciorinato tutte le meraviglie fatte dal suo esecutivo (“Questo è il governo che ha aumentato i salari, ha aumentato l’occupazione, ha diminuito la disoccupazione, ha aumentato l’occupazione femminile, ha aumentato i contratti stabili, ha diminuito il precariato, ha aumentato le pensioni minime, ha aumentato il Fondo Sanitario Nazionale, ha preso le risorse dalle banche e dalle assicurazioni”).
Landini osserva: “Ma questa stava descrivendo il paese di Bengodi, mica l’Italia. Lei non sta affatto aumentando i salari, ma ne sta programmando la riduzione del potere d’acquisto. Il taglio del cuneo fiscale c’era già da 2 anni, qui non stanno dando un euro in più. Anzi, per come l’hanno fatto, le persone prenderanno meno di prima“.
E spiega: “La riduzione del cuneo contributivo funzionava così: anziché pagare il 9% di contributi ogni mese che va sulle pensioni, te li avevano ridotti e pagavi il 3%. Dal 1 gennaio del 2025, questo 3 tornerà al 9 e l’operazione verrà fatta con detrazioni fiscali agendo sul fisco. Ma siccome in Italia c’è un fisco balordo, mi aumentano il lordo ma non mi aumenta il netto nella stessa misura, perché pago più tasse e a quel punto lì i lavoratori sono fregati due volte. Non è un caso che nel 2024 – continua – l’unica tassa che fa aumentare l’entrata allo Stato è l’Irpef, pagata al 90% dai lavoratori dipendenti e i pensionati. Noi abbiamo chiesto al governo che 17 miliardi in più, che i lavoratori dipendenti e i pensionati pagano nel 2024, tornino nelle tasche di chi li ha pagati. E che non vengano usati per i condoni fiscali o per il concordato preventivo, ma per aumentare la sanità pubblica e i servizi”.
Battuta amaramente ironica di Landini sull’aumento di 1,80 euro delle pensioni minime dal gennaio 2025: “Tutti in una volta glieli danno oppure scaglionati? Sono tanti, potrebbero scaglionarli. Io in autogrill sono stato fermato da un signore che mi ha detto: ‘Sa cosa sto decidendo? Che io quell’1,80 euro lo metto in una busta e glielo do indietro, perché io elemosine non ne voglio‘. Ma questidove vivono? Ascoltano la gente normale?”.
Il segretario della Cgil sfata anche il mantra sull’aumento dell’occupazione: “Siccome loro la legge Fornero non solo non l’hanno cambiata, ma stanno facendo il capolavoro di peggiorarla, nessuno va più in pensione e così aumenta l’occupazione. Quando loro dicono che aumenta l’occupazione, infatti, l’80% ha più di 50 anni. Qui c’è una questione salariale grande come una casa e i salari devono aumentare. Perché lo si può fare? Perché nel 2022-2023 i profitti nel nostro paese sono aumentati in una misura incredibile. Non puoi essere un paese che aumenta i profitti e riduce gli stipendi”.
Finale commento di Landini sulla scarsissima adesione dei lavoratori autonomi al concordato preventivo: “Succede perché molti di loro hanno una situazione di evasione fiscale complessiva e quindi, aderendo, escono allo scoperto. Ma accade soprattutto perché sanno che questo governo, da quando c’è, ha fatto 18 condoni. E quindi – conclude – decidono magari di aspettare che il governo faccia un altro condono fiscale. Qui i coglioni sono quelli che pagano le tasse, cioè i lavoratori dipendenti e i pensionati. È questa la logica che va cambiata e che ci porta a dire che di fronte alle diseguaglianze dobbiamo rivoltarci“.