Il provvedimento è appena diventato legge, ma il Consiglio superiore della Magistratura (Csm) lo boccia senza riserve. Si tratta del cosiddetto “emendamento Musk” al decreto sui flussi migratori, appena trasformato in legge al Senato con 99 sì, 65 no, 1 astenuto. La legge toglie alle sezioni specializzate dei tribunali la competenza sulle convalide dei trattenimenti per le procedure d’asilo, e la affida alle Corti d’Appello. Secondo il parere del Csm, che andrà al ministro della Giustizia Carlo Nordio e non è vincolante, si rischia l’allungamento dei tempi nelle corti d’Appello, e dunque il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pnrr, oltre al rischio che a giudicare siano magistrati privi delle competenze necessarie. La norma del governo è stata una reazione alla decisione della sezione specializzata del tribunale di Roma di non convalidare i trattenimenti dei migranti trasferiti in Albania per incompatibilità con la normativa Ue, tanto che sarà una sentenza della Corte di giustizia europea, in base ai rinvii dei tribunali italiani, a dirimere la nota questione dei Paesi “sicuri”, ma non prima di aprile.

Il parere negativo del Csm – Intanto, però, arriva il parere negativo espresso dal plenum del Csm. Secondo il documento predisposto dalla sesta commissione del Csm, il cui relatore è Roberto Fontana, “l’attribuzione della competenza alle Corti d’appello imporrà una riorganizzazione degli uffici giudiziari di secondo grado”, che si troveranno investiti di un numero di reclami “non irrilevante” e “in una materia che richiede di essere trattata non solo con celerità e priorità rispetto agli altri procedimenti, ma anche da magistrati che siano in possesso di specifiche competenze”. Per permettere alle Corti di riorganizzare il lavoro, in Commissione affari costituzionali alla Camera è stata introdotta una norma transitoria che rinvia di 30 giorni l’entrata in vigore di questo preciso punto. Che evidentemente non soddisfa il Csm, per cui si imporrà “la necessità, per ciascuna Corte d’Appello, di ripensare l’intera distribuzione delle risorse umane” e “l’ulteriore effetto negativo che tale modifica recherebbe verosimilmente con sé riguarda la potenziale incidenza negativa sui tempi di definizione dei procedimenti relativi agli altri affari civili di competenza delle Corti d’appello”. Dunque, “va tenuto presente e valutato il rischio concreto di pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi fissati per il settore giustizia dal Pnrr”. Con il provvedimento, sottolinea il documento, si “incrina il consolidato assetto giurisdizionale in tema di convalida dei trattenimenti, sin qui imperniato sull’attribuzione della relativa competenza alle Sezioni specializzate in materia di immigrazione”.

Le altre norme del decreto flussi – Oltre alla controversa norma sui magistrati, il decreto flussi contiene la riforma del sistema di ingresso dei lavoratori stranieri. E’ previsto un lieve aumento delle quote d’ingresso, con 10.000 posti aggiuntivi per l’assistenza sociosanitaria e familiare, oltre a misure di controllo come l’obbligo di dati biometrici e l’esclusione di datori con precedenti per sfruttamento. Viene istituita una black list per Paesi ad alto rischio di certificazioni false, inizialmente Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka. Per contrastare il caporalato, si introducono permessi speciali per i lavoratori che denunciano sfruttamento, ma con criteri più restrittivi: il permesso sarà concesso solo se il lavoratore collabora attivamente con le autorità durante indagini specifiche. Le sanzioni per i responsabili sono inasprite, con multe fino a 60.000 euro, mentre i denuncianti avranno accesso a misure di protezione, formazione e inserimento lavorativo. Sul piano dei ricongiungimenti familiari, vengono introdotte nuove restrizioni: sarà necessario un soggiorno legale di almeno due anni, e l’idoneità dell’alloggio sarà soggetta a verifiche rigorose. Per le Ong impegnate nei soccorsi in mare, le sanzioni amministrative saranno estese anche agli armatori, e il fermo delle navi sarà prolungato in caso di ripetute violazioni. Le procedure per i richiedenti asilo sono accelerate, con una riduzione dei tempi per reclami e ricorsi, limitando di fatto le possibilità di difesa legale. Infine, la legge prevede una deroga al codice degli appalti pubblici per i contratti relativi al controllo delle frontiere. Questi saranno classificati come segreti, consentendo, ad esempio, la cessione di motovedette a Tunisia e Libia senza verifiche, suscitando dubbi su possibili violazioni dei diritti umani.

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