Felipe Sodinha è sempre stato più sregolatezza che genio. In realtà il suo talento in campo non si discute, ma gli eccessi – soprattutto dovuti all’alcool – uniti agli infortuni hanno spesso condizionato il suo rendimento in campo. La sua carriera ha toccato diverse piazze italiane, da Bari a Mestre, da Trapani a Modena. L’apice sono stati soprattutto i tre anni al Brescia in Serie B. Stagioni in cui ha deliziato gli appassionati con grandi giocate, ma è stato protagonista anche di folli notti milanesi, come ha raccontato lo stesso brasiliano ospite al podcast Chiacchiere al Bar Sport.

“Uscendo da una discoteca di Milano, guidavo ubriaco ed ero insieme a dei miei amici matti”, ha detto Sodinha cominciando il suo racconto. Poi ha proseguito: “Mentre passavo davanti a un kebab, ho sentito un insulto nei miei confronti. Non era vero perché nessuno mi conosceva in centro a Milano. Ma ero convinto del contrario quindi ho fermato la macchina perché volevo picchiare il cuoco del kebab”. È stato proprio in quel momento che il 36enne si è accorto di un dettaglio non di poco conto, ma che comunque non l’ha intimorito: “Nonostante avesse un coltello enorme in mano, l’ho preso per il collo, l’ho scosso e l’ho insultato a mia volta”.

Gli animi si erano accesi e Sodinha non arretrava, anzi: “Il tipo del kebab stava per sferrarmi una coltellata quando è intervenuto il mio amico matto che ha estratto una pistola“. Da lì in poi, la situazione ha preso una piega differente: “Non facciamo niente, non facciamo niente”, ha urlato il suo amico ma “a quel punto sono arrivati un sacco di arabi e un sacco di persone davanti al kebab, quindi il mio amico mi ha convinto ad andare via“. Una situazione molto pericolosa che per fortuna non si è trasformata in tragedia: “Quando bevevo era un disastro“, ha ammesso il brasiliano.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Successivo

Mondiale per club, accordo con Dazn: tutte le partite saranno gratis. Le partecipanti, gli stadi e l’incognita premi

next