Sono 54 i capi di imputazione indicati nell’ordinanza con cui viene chieste la custodia domiciliare a carico di 9 persone, coinvolte nell’inchiesta di Trento che ha scoperchiato una rete di complicità che controllava affari e politica. Ma sono la bellezza di 107 quelli che figurano nel decreto di perquisizione personale, locale o informatica a carico di 77 indagati, che è stato consegnato per l’esecuzione ai carabinieri e alla Guardia di finanza. Si tratta di un campionario sconcertante, con personaggi di primo piano nel mondo imprenditoriale, politico e amministrativo del Trentino-Alto Adige. Basta leggere il primo capo di imputazione (associazione per delinquere con utilizzo di un metodo mafioso) per capire come i reati contestati alla “cupola” siano finalizzati “ad ottenere il rilascio di concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, o al fine di acquisire il controllo di attività economiche comunque denominate, per conseguire profitti o vantaggi ingiusti nelle province autonome di Trento e Bolzano, con particolare riferimento alle città di Bolzano, Trento, Arco, Riva del Garda, Rovereto e comuni limitrofi chiusa”.

“I NOVE ASSOCIATI” – È questo il perimetro della rete che avrebbe a capo il magnate austriaco René Benko, rappresentato in Italia dal commercialista bolzanino Heinz Peter Hager che teneva i rapporti con il mondo istituzionale. C’è poi Paolo Signoretti di Rovereto, “di rango inferiore ma dotato di piena autonomia nell’opera di infiltrazione nel tessuto economico sociale trentino e altoatesino”. Il giornalista Lorenzo Barzon di Bolzano viene indicato come un uomo di fiducia di Hager, che “ne eseguiva pedissequamente gli ordini e al quale forniva consigli sulle manovre da adottare”. Troviamo poi Andrea Saccani e Fabio Rossa architetti bolzanini dello studio Area 17, indicati quali partecipi dell’associazione che eseguivano le direttive di Hager e hanno avuto un ruolo nella gestione di autorizzazioni e concessioni nell’ambito del Comune e della provincia di Bolzano.

Daniela Eisenstecken, di Bolzano, è direttrice dell’ufficio “Gestione del territorio” dello stesso Comune e con il suo incarico dirigenziale “riusciva a rilasciare autorizzazioni senza rispettare le formali procedure deliberatorie”. Agli ultimi due posti di questa lista troviamo due amministratori. Vittorio Fravezzi, nato a Venezia, è stato più volte sindaco di Dro (in provincia di Trento) e senatore della Repubblica dal 2013 al 2018, eletto per SVP e centrosinistra, poi confluito nel gruppo delle autonomie. Avrebbe avuto un ruolo nella gestione degli accordi urbanistici per la riqualificazione dell’ex area Cattoi sul lungolago a Riva del Garda e dell’ex Hotel Arco nell’omonimo comune. Viene indicato come un punto di riferimento per la penetrazione del tessuto politico istituzionale dell’Alto Garda. Infine c’è Cristina Santi, sindaca del comune di Riva del Garda dal 4 ottobre 2020, accusata di aver favorito deliberazioni dell’amministrazione.

POLITICI & AMMINISTRATORI – Nell’elenco degli indagati, ognuno con posizioni e reati diversi, troviamo anche l’attuale sindaco di Arco, Alessandro Betta, e l’ex assessore provinciale Luca Zeni, entrambi esponenti del Pd del Trentino, per omesse dichiarazioni di contributi a fini elettorali. C’è poi il consigliere comunale ed ex candidato sindaco di Trento per il centrodestra, Andrea Merler di Fratelli d’Italia, avvocato e vicepresidente di Patrimonio del Trentino spa.

Tra gli altri indagati di Bolzano troviamo: Norbert Clementi, consigliere comunale SVP; Luis Walcher, vicesindaco di Bolzano; Werner Frick, segretario particolare del vicesindaco; il geometra comunale Giovanni Seppi; Fulvio Rizzolo, direttore dell’Ufficio Pianificazione e territorio del Comune; Ulrike Pichler, direttrice dell’ufficio Ripartizione Patrimonio ed Attività Economica del Comune; Evelyn Obkircher, capoufficio dei Servizi Edilizi del Comune di Bolzano. Inoltre: Marino Matteotti, assessore alle opere pubbliche di Dro; Philpp Waldthaler, assessore all’urbanistica e all’edilizia privata di Appiano sulla Strada del Vino (Bz); Mauro Malfer candidato sindaco a Riva del Garda; gli imprenditori Giorgio Calzà, Peter Trafojer, Roger Daniel Fishman e Marco Tanas; il professionista Lorenzo Viesi; Gianfranco Zolin, dirigente della Comunità Altogarda e Ledro; Tiziana Betta, vicepresidente del consiglio comunale di Arco. Posizione particolare per Italo Franzoso, generale dei carabinieri in congedo, ex comandante provinciale dei carabinieri di Trento, indagato per traffico di influenze per aver fatto pressioni sul comandante della stazione dei Cc di Folgaria per non segnalare alla Procura una violazione di natura penale riferita al responsabile della sicurezza di un cantiere edile.

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