A nove mesi dalla sentenza di secondo grado, il processo che vede imputato Piercamillo Davigo è approdato in Cassazione. La procura generale ha chiesto la conferma della condanna a 1 anno e 3 mesi (pena sospesa) emessa dalla Corte di appello di Brescia il 7 marzo scorso. L’ex pm di Mani Pulite ed ex consigliere del Csm è accusato di rivelazione del segreto d’ufficio in merito alla vicenda relativa alla diffusione dei verbali in cui l’avvocato Piero Amara parlava della (indimostrata) esistenza della Loggia Ungheria. Nel procedimento è costituto parte civile l’ex consigliere del Csm, Sebastiano Ardita. Il rappresentante dell’accusa, davanti ai giudici della sesta sezione, ha quindi chiesto il rigetto del ricorso contro la sentenza di Appello presentato dai difensori di Davigo, gli avvocati Franco Coppi e Davide Steccanella.
La vicenda nasce nella primavera del 2020. Il pm di Milano Paolo Storari riteneva che la sua procura non stesse approfondendo le dichiarazioni di Amara, ex avvocato esterno dell’Eni. Una convinzione che lo portò a contattare Davigo, allora consigliere del Csm, per denunciare l’inerzia dell’ufficio governato da Francesco Greco. I verbali di Amara, però, erano stati secretati.
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La Redazione
Roma, 5 dic. (Adnkronos) - "Il disastro Stellantis travolge anche i lavoratori dell’indotto: domani arriveranno le lettere di licenziamento per 400 lavoratori di Trasnova, che lavora a Pomigliano per conto del gruppo. Già lunedì al presidio dei lavoratori erano andati i parlamentari di Avs per incontrarli, e nelle ore successive si erano attivati ma finora i nostri sforzi non hanno avuto alcun esito". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs.
"L’arroganza dei padroncini è diventata intollerabile. - prosegue su Facebook il leader di SI - : staccano dividendi da favola a fine anno, mentre lasciano i lavoratori in braghe di tela. Perché quel che gli interessa non è produrre auto, ma accumulare ricchezza. Non si può andare avanti così - conclude Fratoianni - e vorrei che lo sapesse Elkann ma anche il governo Meloni, sempre più inerte su questo fronte".
Roma, 5 dic. (Adnkronos) - "Quella che è arrivata è una sonora bocciatura: si devono fermare, il governo si deve fermare e non pensi di andare avanti con arroganza nelle intese con le regioni dopo i rilievi della Consulta. Devono prendere atto della bocciatura sonora della Corte costituzionale. Lo dice Elly Schlein al Nazareno ad una iniziativa Pd sull’autonomia.
Roma, 5 dic. - (Adnkronos) - “Ringrazio il ministro Santanchè per l’attenzione riservata al nostro settore, il ministro Musumeci e il Governo italiano per l’attenzione crescente riservata all’economia del mare e per la disponibilità a supportare le istanze di Assonat per il rilancio della portualità turistica italiana”. Così il presidente Assonat Luciano Serra che ieri ha incontrato il ministro del Turismo Daniela Santanchè in previsione dell’assemblea annuale dell’associazione che si è svolta oggi a Roma. Al centro dell’interlocuzione con il ministro Santanchè, la riconoscibilità e la valorizzazione dei porti turistici quale settore centrale per lo sviluppo dell’economia nazionale.
Due le principali questioni affrontate, sulle quali il ministro si è impegnato a intervenire immediatamente. La prima riguarda l’introduzione dell’obbligo del Cin (Codice Identificativo Nazionale) per i Marina Resort, relativamente al quale Assonat ha evidenziato il problema della mancanza di uniformità sul territorio nazionale tra regioni che hanno o meno istituito il Cir (Codice identificativo di Riferimento), obbligatorio per le strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere dal prossimo 1 gennaio 2025 per ottenere il Cin dal ministero del Turismo. La seconda, riguarda la contraddittorietà della recente circolare del ministero degli Interni relativamente all’applicazione dell’articolo 109 del Tulps ai Marina Resort, già esclusa nel Piano del Mare nella sezione 2.13.5 dedicata alla portualità turistica.
Nel suo intervento in assemblea, il presidente Serra ha evidenziato l’importanza della recente approvazione della legge di conversione del Dl 131/2024, che esclude le strutture dedicate alla nautica da diporto dall’ambito di applicazione delle concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative, sottolineando che “questo risultato, frutto di anni di confronto con le istituzioni, rappresenta un traguardo significativo per il settore, garantendo finalmente un quadro normativo più chiaro e specifico”.
Tra le priorità discusse emerge la necessità di riformare l’articolo 04 del Dl 400/1993 sulla rivalutazione dei canoni demaniali. L’attuale formulazione ha generato numerosi contenziosi, incluso quello relativo al decreto Mit del 30 dicembre 2022, che ha previsto un aumento del 25,1% ritenuto erroneo e che Assonat ha impugnato in sede giudiziaria con una pronuncia che si attende a breve. “Serve un intervento chiaro per adottare criteri di rivalutazione basati esclusivamente sull’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, eliminando riferimenti ormai superati. Solo così si potrà garantire certezza agli operatori ed evitare futuri contenziosi”, dichiara il presidente Serra.
“L’assemblea di oggi conferma la nostra determinazione nel proseguire il lavoro per il rilancio del settore. Siamo consapevoli delle sfide ancora aperte, ma anche della necessità di ulteriori passi avanti sul piano legislativo e sulla necessità di uniformare le procedure regionali a quella nazionale”, conclude Serra, rinnovando l’impegno di Assonat a supporto dello sviluppo della portualità turistica italiana.
Roma, 5 dic. (Adnkronos) - Il vice-presidente esecutivo della Commissione europea per la Coesione e le riforme, Raffaele Fitto, è appena arrivato a Palazzo Chigi per un incontro con la premier Giorgia Meloni. E' la prima volta che l'ex ministro salentino viene a Palazzo Chigi nella nuova veste di commissario europeo e vicepresidente.
Caltanissetta, 5 dic. (Adnkronos) - La difesa dell'ex giudice Silvana Saguto e degli altri imputati, tra cui il marito dell'imputata, Lorenzo Caramma, ha chiesto alla Corte d'Appello la riapertura dell'istruzione dibattimentale, ma la Procura generale, rappresentata in aula dal sostituto Gaetano Bono, si è opposta. Sarà la Corte, ritirata in Camera di consiglio, a decidere. Il pg Bono ha chiesto, poi, di sentire in aula Walter Virga "per verificare la tempistica sull'assunzione nel suo studio di Mariangela Pantò" che all'epoca dei fatti era fidanzata con il figlio di Silvana Saguto.
La giovane era stata assunta nello studio legale di Virga che poi, dopo le prime notizie emerse sullo scandalo Saguto, aveva deciso di licenziare la legale. Virga aveva ottenuto da Saguto, che era a capo delle Misure di prevenzione, l'amministrazione giudiziaria di due grosse aziende sequestrate, Rappa e Bagagli. "E c’è una caterva di intercettazioni che ci fanno comprendere che a Virga fu imposto di prendere nel suo studio la nuora della Saguto”, aveva detto la Procura durante la requisitoria del processo di primo grado.
“Non si trattava di una persona che frequentava saltuariamente lo studio ma di una persona perfettamente inserita. Mariangela Pantò riceve clienti – aveva detto il pm– e ha i lavori che le passa Walter Virga. Ad un certo punto Virga aveva deciso di allontanare la nuora della Saguto. Per le polemiche sui giornali, e non solo. Pantò non pagava l’affitto. Tutto quello che guadagnava non aveva spese, non partecipa poi alle spese di ristrutturazione dello studio. Il giovane Walter parlava anche di un altro componente del cerchio magico di Silvana Saguto, il professore Carmelo Provenzano. Virga utilizzò in maniera sarcastica il termine pizzo. Diceva: ‘Perché era Provenzano a prendere gli incarichi? Era Provenzano a prendere gli incarichi per il figlio che aveva il problema delle materie che si doveva passare; noi invece avevamo risolto il problema alla nuora, che era tranquilla, abbiamo pagato il pizzo che dovevamo pagare e abbiamo avuto quell’incarico’”. Adesso si attende la decisione della Corte d'Appello, che dovrebbe arrivare a breve.
Roma, 5 dic. (Adnkronos/Labitalia) - “Le cooperative italiane in questa fase storica particolare, con un'economia che non sta crescendo ed è piuttosto ferma, stanno guardando anche al futuro, ai prossimi anni, con una certa preoccupazione. La marginalità si è notevolmente ristretta in questi anni, a causa sia dei tassi di interesse che dei costi energetici, che è un aumento dovuto anche del costo del lavoro regato a vari rinnovi contrattuali. Stiamo cercando di affrontare questa fase, nell’auspicio che si riescano a valorizzare anche quegli aspetti dell'economia italiana o più fortemente cooperativi che ci portino a disegnare anche un futuro cooperativo per questo paese”. Così Simone Gamberini, presidente Legacoop, a margine dell’Assemblea dei soci di Cfi - Cooperazione Finanza Imprese - convocata a Roma per rinnovare le cariche sociali e approvare il bilancio.
“E' chiaro che siamo in una fase nella quale è anche un modello di sviluppo non solo in Italia ma anche in Europa che sta un po' arrancando. Noi riteniamo che la cooperazione e l'economia sociale possano essere la risposta a tanti dei bisogni e delle disuguaglianze che sono emerse o sono aumentate in questi anni. Stiamo lavorando in tante direzioni. La cooperazione legata alle energie rinnovabili, alle comunità energetiche, piuttosto che le cooperative di comunità, la nuova cooperazione sul mondo dell'agroalimentare, sono gli scenari verso i quali ci stiamo muovendo senza dimenticare la necessità di proiettare anche il mondo cooperativo nel grande mondo delle piattaforme”, aggiunge Gamberini.
“Stiamo realizzando in questi anni diverse piattaforme cooperative digitali che ragionano e riflettono sulla possibilità di un possesso cooperativo dei dati, che appunto è più vicino anche agli ideali cooperativi e potrebbe portare a rappresentare anche in questo caso un modello diverso di approccio al mercato. Siamo in una fase nella quale la cooperazione deve rigenerarsi, e deve farlo all'interno di uno scenario economico che sta cambiando e su questo stiamo lavorando tutti insieme all'interno dell'alleanza delle Cooperative. Questo è lo scenario che abbiamo di fronte e che sarà di tenuta necessaria dove ci sarà anche una tenuta occupazionale, che è un po' la caratteristica del mondo cooperativo. Pensiamo ci sia la necessità anche di un intervento pubblico - conclude Gamberini - non tanto nella dimensione economica ma nella definizione di politiche industriali che vedano anche nella cooperazione e nell'economia sociale una delle parti dello sviluppo futuro di questo paese”.
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