A nove mesi dalla sentenza di secondo grado, il processo che vede imputato Piercamillo Davigo è approdato in Cassazione. La procura generale ha chiesto la conferma della condanna a 1 anno e 3 mesi (pena sospesa) emessa dalla Corte di appello di Brescia il 7 marzo scorso. L’ex pm di Mani Pulite ed ex consigliere del Csm è accusato di rivelazione del segreto d’ufficio in merito alla vicenda relativa alla diffusione dei verbali in cui l’avvocato Piero Amara parlava della (indimostrata) esistenza della Loggia Ungheria. Nel procedimento è costituto parte civile l’ex consigliere del Csm, Sebastiano Ardita. Il rappresentante dell’accusa, davanti ai giudici della sesta sezione, ha quindi chiesto il rigetto del ricorso contro la sentenza di Appello presentato dai difensori di Davigo, gli avvocati Franco Coppi e Davide Steccanella.
La vicenda nasce nella primavera del 2020. Il pm di Milano Paolo Storari riteneva che la sua procura non stesse approfondendo le dichiarazioni di Amara, ex avvocato esterno dell’Eni. Una convinzione che lo portò a contattare Davigo, allora consigliere del Csm, per denunciare l’inerzia dell’ufficio governato da Francesco Greco. I verbali di Amara, però, erano stati secretati.
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La Redazione
Londra, 9 dic. (Adnkronos) - Era una corona molto pesante, quella della futura regina Elisabetta II. Per questo motivo, per abituarcisi, alla vigilia della propria incoronazione la indossava anche nelle occasioni più insolite, per esempio quando faceva il bagnetto al piccolo Carlo. "Mia mamma veniva sempre a fare pratica durante il bagnetto indossando la corona", ha detto il sovrano in un discorso che sarà trasmesso in un nuovo documentario, confessando di sentirsi "leggermente ansioso" all'idea di indossare la pesante corona di Sant'Edoardo durante la propria incoronazione.
"Ricordo tutto molto bene: allora, io e mia sorella facevamo il bagno la sera", racconta re Carlo, ricostruendo quelli che furono i preparativi per l'evento del 1953 nel documentario 'Coronation Girls', che parla della storia di 50 donne provenienti dal Canada e che assistettero all'incoronazione della regina Elisabetta II. "Bisogna abituarsi al peso della corona - afferma il monarca - Non l'ho mai dimenticato, lo ricordo ancora vividamente. È molto importante indossarla per un certo periodo di tempo per farci l'abitudine".
La Corona di Sant'Edoardo ha un peso di 2,200 chilogrammi e sia la regina Vittoria che il figlio Edoardo VII scelsero di non essere incoronati con questo diadema, ma con la più leggera Corona Imperiale di Stato. "È molto pesante e alta - conferma re Carlo - Quindi si è sempre leggermente ansiosi, nel caso in cui oscilli. Bisogna portarla, guardando dritto davanti". E infatti, onde evitare possibili incidenti, anche se furono incoronati con la Corona di Sant'Edoardo, sia re Carlo III che Elisabetta II, quando uscirono dall'Abbazia di Westminster indossavano la corona imperiale, che pesa poco più di un chilo.
Gaza, 9 dic. (Adnkronos) - Sono 44.758 le persone uccise dall'inizio della guerra nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il ministero della Salute dell'enclave gestita da Hamas, aggiungendo che il numero dei feriti è arrivato a 106.134.
Roma, 9 dic. (Adnkronos) - "Questa riforma epocale della giustizia - che è il primo passo, che sarà seguito dalle leggi ordinarie che dovranno applicare quello che viene stabilito da questa riforma - ha l'obiettivo fondamentale di liberare la magistratura, di liberare i singoli magistrati dal giogo delle correnti politicizzate, per restituire ai cittadini un giudice veramente libero, terzo, autonomo ed imparziale, nel pieno rispetto, questo sì, dei principi della nostra Costituzione". Lo ha detto in Aula il deputato di Fdi Ciro Maschio, presidente della Commissione giustizia, intervenendo durante la discussione sul disegno di legge sulla separazione delle carriere.
Roma, 9 dic. (Adnkronos) - "Esprimiamo il più sentito e commosso cordoglio per le famiglie di chi è rimasto vittima e la massima vicinanza per i feriti a Calenzano. Ringraziamo gli operatori della sanità e i vigili del fuoco e tutte le articolazioni dello Stato che in questo momento stanno facendo il massimo per salvare vite umane e mettere in sicurezza l’area colpita. Chiediamo che in tempi rapidi il Governo venga a riferire in Parlamento su questa ennesima tragedia sul lavoro che colpisce la città di Calenzano. Pensiamo sia necessario capire le cause di questo disastro e attivare tutte le misure necessarie per garantire salute e sicurezza ai lavoratori”. Così i parlamentari democratici eletti in Toscana, Arturo Scotto, Emiliano Fossi, Marco Furfaro, Simona Bonafé, Federico Gianassi, Marco Simiani, Christian Di Sanzo, Laura Boldrini, Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli.
Roma, 9 dic. (Adnkronos) - "Siamo profondamente addolorati dalla notizia dell’esplosione che ha colpito la raffineria Eni di Calenzano. Ci stringiamo attorno alle famiglie di chi ha perso la vita e siamo al fianco dei lavoratori feriti. Esprimiamo enorme gratitudine per i soccorritori e per i vigili del fuoco, che sono prontamente intervenuti, riuscendo a circoscrivere l’incendio e a risparmiare gli edifici circostanti". Lo scrivono in una nota i parlamentari del Movimento 5 Stelle.
Roma, 9 dic. (Adnkronos) - "Nel bilaterale organizzato con Macron, il Presidente eletto degli USA ha detto: "il mondo sta diventando un po’ pazzo". Difficile dargli torto. Per tanti motivi, si capisce. Pensate soltanto a quello che è accaduto in Corea del Sud: il Presidente in carica, preoccupato per la propria crisi e anche – si dice – per una contestazione penale alla moglie (che avrebbe ricevuto regali in violazione delle regole vigenti), ha tentato il colpo di stato attraverso la legge marziale. Si tratta di un colpo di stato che ha prodotto come conseguenza la sua fine politica, un autocolpo di stato potremmo dire. È questione di giorni, io penso: uno del genere non può restare lì a lungo. Ma la follia di ciò che è accaduto in Corea del Sud dà il senso della maionese impazzita che è ormai la politica in varie parti del mondo". Così Matteo Renzi nella enews.
"Più grave e drammatica la situazione siriana. Ne avevo parlato ad Avvenire qualche giorno fa. E avevo messo in guardia dal racconto: Assad è in esilio, evviva, la dittatura è finita. La storia araba dimostra che quando cade un dittatore (e Assad è stato chiaramente un dittatore, feroce dittatore in alcuni momenti) non è detto che le cose si sistemino da sole. Non c’è sempre la democrazia dopo la dittatura. Il leader sunnita che guida la rivolta, Al-Jolani, è un soggettino un po’ particolare eh: faceva parte – in buona sostanza – delle brigate dell’ISIS, non è che viene da Georgetown o da un’elezione democratica".
"Il rischio di cadere dalla padella di Assad, Russia, Iran, Hezbollah alla brace degli ex di Al Qaeda e Daesh non è un rischio teorico, ma una concreta possibilità. Può darsi che la fine del regime di Assad sia un passo in avanti verso la pace in Medio Oriente e sicuramente segna un indebolimento dell’Iran. Ma starei prudente nelle letture entusiaste che ho sentito in queste ore. La situazione è maledettamente ingarbugliata in quel magnifico e devastato Paese. E quanto sarebbe bello se l’Italia prendesse un’iniziativa a sostegno dei siriani, a cominciare dai martoriati cittadini di Aleppo con particolare attenzione alla minoranza cristiana, passata da 2 milioni a mezzo milione di aderenti. Anche dei cristiani della Siria ho parlato nell’intervento in Senato".
Roma, 9 dic. (Adnkronos) - "La cerimonia con cui la Francia ha riconsegnato Notre-Dame al mondo è stata secondo me bellissima. Costruire una cattedrale era una scelta coraggiosa e nobile: chi metteva la prima pietra non vedeva la fine. E ciò rendeva ancora più bello il senso di un gesto fatto per le generazioni successive: anche la politica dovrebbe fare così, ma troppo spesso si impantana sul giorno dopo giorno". Così Matteo Renzi nella enews.
"Costruire una cattedrale significava scegliere progetti ambiziosi e non vivacchiare; significava trovare risorse per l’oggi e per il domani e non sperperare; significava tenere insieme il sogno e la concretezza e non chiacchierare. Per questo chi di noi è cresciuto magari leggendo Claudel o Peguy o Luzi pensa che la costruzione della cattedrale sia uno dei gesti più straordinari che caratterizzano magnificamente il Medioevo, mettendo al centro la domanda di infinito e il gusto del bello. Pensare alla ricostruzione di Notre-Dame in questi cinque anni dopo il terribile incendio, allora, ha voluto dire questo e molto altro. E non solo per i cattolici, sia chiaro. È un simbolo universale di valori e di cultura, cui giustamente il laico Macron – pure in un momento di grande difficoltà politica – ha voluto dedicare molta attenzione. E la gestione del cerimoniale dell’evento è stata oggettivamente di alto livello, a cominciare dalla presenza di Trump".
"Che la (ri)costruzione della cattedrale francese ispiri l’intera politica europea ad avere progetti ambiziosi, ma realizzabili. A pensare al domani ma cominciando subito. A costruire il bello senza mediocrità. Certo, fa male pensare al fatto che ricostruire la cattedrale costerà al contribuente francese meno di quanto costerà al contribuente italiano la costruzione del centro migranti in Albania. Centro inutile, dal quale comprensibilmente gli agenti cercano di uscire come dimostra questo servizio della tv albanese. Non lusinghiero invero sulle capacità di spesa intelligente del contribuente italiano: chiunque veda quel servizio penserà che in Italia siamo impazziti".
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